HomeIl SettimanaleInchiesta - La cultura del consumo e il libro che nutre

Inchiesta – La cultura del consumo e il libro che nutre

In un mondo in cui la sostanza cede il passo alla forma, l’importanza della conoscenza viene superata dalla smania degli acquisti

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cultura

In Scritti corsari Pier Paolo Pasolini disse “Il potere ha avuto bisogno di un tipo diverso di suddito, che fosse prima di tutto un consumatore”.

Data per assodata la contemporaneità delle parole pasoliniane è facile collegare il discorso del poeta a quei non-luoghi che sono diventati dei veri e propri templi del consumo: i centri commerciali. Questi, delle vere e proprie città nelle città senza storia né identità, se non quella dei brand che li compongono, offrono ormai ogni tipo di servizio. Ma concretamente tutto ciò dove ci porterà, e soprattutto, la cultura che ruolo occupa in tali contesti?

In una società dal capitalismo così avanzato, in cui l’acquirente sembra non voler mai porre fine alla sua sete di acquisti, fondamentale è la presenza delle librerie nei centri commerciali e delle iniziative culturali proposte. A Roma, ad esempio, fino a pochi anni fa erano ben inserite nel settore le librerie della catena indipendente Arion, oggi assorbita dal colosso editoriale Feltrinelli.

Da quando due anni fa Feltrinelli ha deciso di annettere al suo organico sei delle otto librerie, prendendone in carico i costi gestionali e gli affitti dei locali, qualcosa nel settore sembra essere cambiato. Per il gruppo Feltrinelli è stata una mossa commerciale finalizzata all’espansione in librerie ben radicate nel territorio e con una clientela fidelizzata; Arion, al contempo, ha evitato la chiusura.

Nella sede dell’Eur all’interno del centro commerciale Euroma2, prima di attuare il passaggio di proprietà, la Arion dovette però far fronte a quello che da sempre è il più grande smacco per la cultura: la lotta contro il commercio dell’effimero. Fu infatti costretta a dimezzare i suoi spazi per lasciar posto al negozio di merchandising della squadra di calcio capitolina, l’A.S. Roma Store.

La cultura del consumo: il libro che nutre la mente

Sebbene secondo le leggi della compravendita anche il libro possa essere considerato un prodotto di commercio “Non possiamo parlare di poesia come di merce. Io produco una merce che è in realtà inconsumabile” diceva, ancora una volta, Pasolini ad Enzo Biagi in un’intervista per la Rai. Ed è proprio approfondendo tale concetto che invece librerie come Nuova Europa, nel centro commerciale i Granai di Roma, organizzano delle vere e proprie maratone della cultura con interventi, presentazioni, letture o iniziative per i bambini.

Se è quindi vero ed attestato che la religione dei consumi non ha bisogno di eserciti per imporsi, è altrettanto vero che chi si occupa del settore ce la sta mettendo tutta per far capire che un buon libro è cibo che nutre la mente.

Certo, in un mondo in cui gli acquirenti trascorrono una notte intera in fila fuori dai centri commerciali per il nuovo modello di iPhone, difficilmente troveremo qualcuno che faccia lo stesso per l’uscita di un libro. Ma sperare e sognare non costa nulla.

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