HomeMedia/SocietàIl Ducato 2024/'25 - I racconti del Montefeltro dei giornalisti dell'Ifg

Il Ducato 2024/’25 – I racconti del Montefeltro dei giornalisti dell’Ifg

Scritti per Il Ducato tra l'autunno 2024 e la primavera 2025

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Il Ducato – Qui i colonnini d’apertura degli ultimi numeri de Il Ducato, il giornale dell’Istituto per la formazione al giornalismo (IFG) di Urbino – tutti i miei colonnini precedenti su questo sito di qui a https://giampierogramaglia.eu/2019/05/24/ducato-urbino-libro-sogni/ –

Il Ducato 2/2025 – Monte Catria, Ponte Armellina, cambiare rotta al degrado

Urbino e il suo territorio sono scrigni di tesori di storia, d’arte, di bellezza. Ma anche Urbino e il suo territorio hanno vulnerabilità, come le condizioni di marginalità in cui vivono da quasi trent’anni gli abitanti di Ponte Armellina; o le ferite strutturali e ambientali inferte, con speculazioni avventate, al Monte Acuto nel comprensorio del Monte Catria, deturpato da un complesso di impianti sciistici che lo stanno lentamente sgretolando.

I giornalisti de Il Ducato sono andati ad esplorare, una volta di più, queste situazioni di degrado sociale e ambientale: essere coscienti e informati sui problemi esistenti è il punto di partenza perché l’opinione pubblica stimoli la politica ad affrontarli ed a provare a risolverli.

Questo è l’ultimo Ducato dell’attuale redazione. Non è un abbandono, ma un arrivederci a Urbino quello dei praticanti del 16o biennio della scuola di formazione al giornalismo, l’Ifg, che stanno chiudendo il loro percorso di avvicinamento alle professioni dell’informazione.

Dall’autunno, Il Ducato sarà affidato a una nuova leva di giornalisti urbinati, che, con la loro presenza, continueranno a fare di Urbino la città d’Italia con la più alta densità di giornalisti.

Saranno loro a raccogliere il testimone di questo compito: fare luce su ciò che è stato dimenticato, offeso, lasciato o fatto morire. E anche loro sapranno, come è dovere di tutti i giornalisti, stare sempre dalla parte di chi non ha potere.

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Il Ducato  1/2025 – AI, un’opportunità, non una minaccia: essere all’avanguardia
240325 Urbino - Il Ducato
Urbino ‘piccola’ in una foto dei praticanti dell’Ifg.

Vivere – meglio, se possibile – con l’intelligenza artificiale e grazie all’intelligenza artificiale: usandola per quello che serve, come l’uomo ha sempre fatto con le tecnologie che ha creato, pardon inventato ( a prescindere dagli impieghi bellici). Non dipendere dall’intelligenza artificiale, esserne ‘schiavi’; ma neppure lottarle contro, ostacolarla, ostracizzarla.

L’Università di Urbino, i suoi docenti, i suoi studenti sembrano avere l’approccio giusto, come emerge dai nostri servizi su questo numero de Il Ducato. Un approccio che diventa un patrimonio della città, aumentando la capacità d’attrazione di un Ateneo che si pone all’avanguardia nell’offerta agli studenti in questo campo.

L’intelligenza artificiale inquieta, spaventa molti lavoratori, che hanno paura di esserne sostituiti, rimpiazzati, e di ritrovarsi obsoleti e disoccupati. Spesso si dice che i giornalisti ne saranno fra  le vittime, che già lo sono.

Nulla di più falso. Il lavoro dei giornalisti è di scovare le notizie che nessuno ancora sa e di renderle pubbliche: per sapere che cosa avviene, per potere rispondere alle domande che le vengono fatte, è l’intelligenza artificiale ad avere bisogno dei giornalisti (e non viceversa). Anzi, avendo imparato ad usrae bene l’intelligenza artificiale, i giovani giornalisti che oggi formano la redazione de Il Ducato potranno domani essere professionisti migliori e più efficaci e tempestivi nell’informare in modo corretto e completo l’opinione pubblica. Un servizio in più reso dal giornalismo alla democrazia.

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Il Ducato 5/2024 Le scommesse di Urbino: dalla cultura ai fondi Pnrr

240327 Il Ducato 2 2024 - Urbino
Uno scorcio di Urbino, con il Palazzo Ducale (Fonte: Il Ducato)

L’agenda di Urbino del 2025 è densa di impegni e scadenze: cose da fare, progetti da concretizzare, idee da sviluppare. Ci sono ancora 30 dei 34 milioni del Pnrr assegnati al Comune da spendere e, quindi, da tradurre in realtà concrete: per la maggior parte, entro il 30 giugno 2026 – altrimenti si rischia di perderli -; il resto, entro il 2027. E c’è la voglia di divenire nel 2033 capitale della cultura europea: un’ambizione che passa attraverso una scelta tra il ‘fare squadra’ con Pesaro o il tentare d’esaltare la Civitas Appenninica in rapporto con Norcia.

I fondi del Pnrr vanno soprattutto alla digitalizzazione, l’edilizia scolastica, la rigenerazione urbana: priorità scelte dall’Amministrazione comunale, che porteranno significativi miglioramenti, pur se, ovviamente, non esauriranno le esigenze della città e dei cittadini, forti anche ad esempio sui fronti del rilancio demografico e imprenditoriale e dei collegamenti.

Il tentativo di essere capitale della cultura europea condivisa nel 2033 sembra invece richiedere, come primo passo, una scelta, ma può anche sollecitare la sfida di divenire punto di sutura e snodo tra l’anima adriatica e quella appenninica di regioni fra loro connesse, su porzioni delle quali il Montefeltro estese la propria influenza.

La redazione de Il Ducato affronta questi e altri temi in questo ultimo numero 2024, con l’impegno di continuare a seguire nel 2025 le vicende della città e del territorio. Buone Feste!, Sereno Natale e l’Augurio di un Anno Migliore.

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Il Ducato 4/2024 – A casa e sul lavoro, quei cancri antichi ancora da estirpare

Urbino - centro - Europa
La piazza di Urbino su cui s’affaccia l’Ifg

Violenze di genere e disuguaglianze di genere: uomini che picchiano – e uccidono – le donne; e uomini che pagano le donne di meno o le discriminano e marginalizzano sul lavoro, non solo perché mamme. Sono cancri antichi delle società umane, anche delle contemporanee, anche delle nostre occidentali e relativamente democratiche.

Purtroppo, Urbino non fa eccezione. I cronisti de Il Ducato hanno appurato, dati e testimonianze alla mano, che nel territorio le denunce per violenze sono in aumento, che le aule del tribunale e i centri di aiuto sono ancora teatro di paure e sofferenze; che le studentesse dell’Università sono mediamente più brave dei loro colleghi maschi e hanno voti migliori, ma quando poi vanno a lavorare vengono ancora pagate di meno se superano la diffidenza nell’assumerle.

Cattive notizie, che non sorprendono, ma che possono avvilire. E, invece, ne emergono aspetti positivi, che inducono all’ottimismo: le denunce delle violenze e le analisi delle discriminazioni sono in aumento anche perché c’è una maggiore consapevolezza dei problemi alla loro origine, di educazione e di informazione; e perché c’è una crescente coscienza dell’importanza di denunciare, per quanto doloroso e in certi casi pericoloso ciò possa essere.

Le donne che escono allo scoperto, denunciando il compagno violento o segnalando il datore di lavoro iniquo, rischiano altre botte, se non peggio, e l’essere lasciate a casa alla prima occasione: davanti a sé hanno insicurezze fisiche ed economiche. Ma sentono di avere, intorno a sé, la solidarietà e la vicinanza della loro gente e del loro territorio: questo numero de Il Ducato glielo testimonia.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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