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Musk: 28 bufale online, disinformazione a gogò da migranti a Gaza

Scritto il 21/02/2025 per Professione Reporter https://www.professionereporter.eu/2025/02/preservativi-a-gaza-e-attori-in-ucraina-ventotto-balle-di-elon-musk-sui-social/

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Gli adepti del fact checking lo sanno: quando parla Donald Trump, l’apostolo della ‘post-truth’, si farebbe più in fretta a contargli le affermazioni vere che quelle false, perché in genere non azzecca al 100 % manco un dato, un fatto o una citazione. E il suo sodale Elon Musk è sulla buona strada, per stargli alla pari come ballista seriale: 28 sue false informazioni sui social avevano ottenuto 825,2 milioni di visualizzazioni a tutto il 14 febbraio.

Il miliardo non è un traguardo lontano: alla prossima che spara grossa, Musk lo raggiunge di sicuro o quasi. Fra le bufale diffuse o rilanciate, si va dai 50 milioni di dollari dei contribuenti americani spesi per preservativi da distribuire a Gaza – non è vero – a un aumento del 40% delle retribuzioni di chi lavora al Congresso, senatori e deputati compresi – e non è vero neppure questo -.

Trump e Musk, gemelli siamesi delle balle online, nei loro post hanno spesso bersagli comuni: ce l’hanno con gli asseriti sprechi del ‘big government’, le presunte manovre dei ‘deep government’ e/o i brogli della passata Amministrazione democratica.

Contrariamente a Trump, però, che non ammette mai di essersi sbagliato, Musk riconosce gli errori: martedì 11 febbraio, durante un incontro con i giornalisti nello Studio Ovale, l’uomo del Doge, cioè il Dipartimento per rendere più efficiente l’Amministrazione pubblica negli Stati Uniti, è stato franco: “Alcune delle cose che dico sono scorrette e vanno corrette”. Davanti ai cronisti, lui s’agitava in piedi, mentre il presidente era seduto alla sua scrivania, che ora è a restaurare – temporaneamente, sta usandone una appartenuta a George W. Bush -.

Musk, che Steve Bannon, l’artefice della vittoria di Trump nel 2016, l’ideologo della svolta a destra americana, considera “un immigrato illegale parassita”, rispondeva a una domanda sui fantomatici 50 milioni di dollari spesi dall’Amministrazione per fornire preservativi ai palestinesi della Striscia di Gaza. Ma il fatto è che, pur falsa, l’affermazione non è mai stata smentita dalla Casa Bianca e ha anzi continuato a ottenere visualizzazioni e rilanci.

Musk: il rapporto di NewsGuard
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Un logo di NewsGuard

NewsGuard, che dal 2018 si dedica a cercare di separare, con criteri giornalistici e senza affidarsi all’automaticità degli algoritmi, il grano dal loglio dell’informazione internazionale, ha passato al setaccio i post su X di Musk da quando acquistò Twitter, nell’ottobre 2022, cambiandogli il nome, ma anche i connotati di serietà e di affidabilità. Musk pubblica a raffica – oltre 3000 i post fatti o rilanciati nel periodo in questione -: NewsGuard ne ha individuati almeno 28 fattualmente falsi, cioè non materia di opinione. Sette dei 28 sono stati intercettati e ‘corretti’ dalla comunità di X, attraverso il meccanismo delle Community Notes.

Tutti i 28 figurano nel database delle NewsGuard Misinformation Fingerprints, le impronte digitali della misinformazione, che è un catalogo delle falsità digitali che hanno avuto larga eco. Quanto al ‘rapporto Musk’, lo trovate qui.

Al 14 febbraio, gli 825,2 milioni di visualizzazioni si accompagnavano a 4,8 milioni di like. Uno dei rilanci più celebri, ma anche più falsi, risale al gennaio del 2023, Musk sostenne la tesi, priva d’ogni fondamento, che Paul, il marito dell’allora speaker della Camera Nancy Pelosi, era stato aggredito in casa a martellate da un prostituto gay l’aggressione c’era effettivamente stata, ma l’ambientazione omosessuale era un’invenzione.

Musk: antologia di bufale

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Nancy Pelosi

Fra le balle diffuse o create da Elon Musk, il fatto che il Dipartimento dell’Istruzione non esiste più – Trump pensa di abolirlo, ma non l’ha ancora fatto -; che l’Agenzia per lo sviluppo (USAid), che Trump vuole ridimensionare da 10 mila a 300 dipendenti, abbia incoraggiato il turismo in Egitto, o abbia pagato le visite in Ucraina di celebrità dello spettacolo, o abbia contribuito a creare il Covid.

L’elenco, non esaustivo, prosegue: che l’Ue ha annullato le elezioni presidenziali in Romania (che sono state annullate dalla Corte Suprema di quello Stato, a causa di asserite interferenze distorsive russe); che il governatore della California Gavin Newsom, che nei post di Musk e Trump diventa Newscum – scum = feccia -, abbia negato l’acqua per spegnere gli incendi intorno a Los Angeles; che l’Amministrazione Biden abbia finanziato ricerche sulla magia o la costruzione di uno stadio per il football a Washington DC; che la prestigiosa rivista The Atlantic abbia pubblicato un articolo dal titolo “Trump è letteralmente Hitler”; che Kamala Harris abbia privato Musk della libertà d’espressione

Poi ci sono falsità su elezioni e migranti: brogli – due milioni gli elettori registrati senza verificarne i documenti in Arizona, Texas e Pennsylvania e 300 mila migranti illegali fatti entrare negli Usa dall’Amministrazione Biden perché votassero democratico – e cattiva gestione dei fondi pubblici – la protezione civile avrebbe usato fondi destinati alle vittime dei disastri naturali per portare migranti senza documenti negli Usa -.

Per non parlare della bufala utilizzata in campagna da Trump e prima dal suo vice JD Vance, secondo cui gli immigrati haitiani rapivano e mangiavano cani e gatti dei bravi abitanti di Springfield, Ohio; e delle falsità sull’insurrezione del 6 gennaio 2021. Balle anche sulla Gran Bretagna, la Germania, la Danimarca, il Venezuela, l’Iran, lungo i cui confini ci sarebbero “decine” di basi militari Usa.

Alcune sono facili da smascherare, altre hanno richiesto a NewsGuard indagini accurate. Per una che intercetti, Musk, però, ne produce una nuova o, comunque, sposta la palla dell’attenzione dell’opinione pubblica. L’ultima sua sortita è di ieri: un litigio virtuale con l’astronauta danese Andreas Mogensen, dell’Agenzia spaziale europea, che nel 2023 pilotò una missione per SpaceX, l’azienda  spaziale del miliardario d’origine sudafricana.

“Sei completamente ritardato”, ha risposto Musk su X a Mogensen, che aveva appena bollato come “una menzogna” l’affermazione che i due astronauti rimasti bloccati per mesi sulla Stazione spaziale internazionale “sono lì per ragioni politiche” e non per un malfunzionamento della navetta. Musk non ha dubbi: “SpaceX avrebbe potuto riportarli indietro mesi fa. L’Amministrazione Biden ha rifiutato per ragioni politiche”.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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