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Trump 2: Ucraina, nodi al pettine; Hegseth sotto scacco; Fmi, allarme economia

Scritto il 23/04/2025 per The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/esteri/i-nodi-al-pettine-sullucraina-e-lallarme-del-fondo-monetario-internazionale-sulleconomia/

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Trump 2 – Le prospettive di pace in Ucraina, mentre a Parigi tornano a riunirsi Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania, con i rappresentanti di Kiev; le polemiche ricorrenti sul segretario alla Difesa Pete Hegseth; le previsioni economiche negative del Fondo Monetario internazionale: questi i filoni di notizia principali del Trump 2 sui media Usa questa mattina.

Trump 2: Ucraina, ipotesi d’accordo, consulto a Londra, americani perplessi

Si delineano, in queste ore, i contorni dell’idea di pace per l’Ucraina degli Usa: riconoscimento dell’appartenenza della Crimea alla Russia, con la levata delle sanzioni decise nel 2014 al momento dell’annessione, in cambio di una sospensione delle ostilità lungo la linea del fronte attuale, lasciando di fatto Mosca in controllo delle quattro regioni occupate e già annesse con i referendum, finora mai riconosciuti, del settembre 2022.

Per il Washington Post, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che deve ancora perfezionare l’accordo con gli Usa sullo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine, contesta il riconoscimento da parte americana della sovranità russa sulla Crimea e sollecita garanzie di sicurezza per il suo Paese.

Un’altra idea ventilata da uno dei negoziatori statunitensi, Steve Witkoff, sarebbe stata invece respinta da Mosca perché giudicata “pericolosa” e “a rischio di escalation”: si trattava di dividere l’Ucraina in zone d’influenza, come fatto in Germania, e in particolare di Berlino, dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Funzionari ucraini ed europei incontrano, oggi, a Londra, esponenti Usa per discuterne – c’erano, fra gli altri, gli inviati speciali del presidente Trump Witkoff e Keith Kellogg -. A Londra, c’è pure stato uno sviluppo dei colloqui a cinque – Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania e Ucraina – svoltisi la scorsa settimana a Parigi.

Axios fa l’ipotesi di una tregua di 30 giorni per creare uno spazio negoziale; il New York Times rivela che il segretario di Stato Usa Marco Rubio salterà il prossimo round di trattative sull’Ucraina; il Washington Post, infine, osserva che la posizione di Trump è sempre più vicina a quella di Putin che a quella di Zelensky. Un sondaggio per conto del giornale indica che l’opinione pubblica è ora divisa e perplessa sul considerare o meno la Russia un nemico.

La pazienza negoziale, però, significa il protrarsi dello stillicidio di caduti al fronte e vittime civili.

Trump 2: le beghe interne, Hegseth ci ricasca e forse casca
250325 - Trump 2 - Hegserh - Studio Ovale
Una recente immagine dfi Donald Trump e Pete Hegseth nello Studio Ovale (Fonte: New York Times)

Sulle posizioni internazionali, a tratti ondivaghe, del Trump 2 incidono anche le beghe interne all’Amministrazione Usa, messa in imbarazzo dai comportamenti dilettanteschi del segretario alla Difesa Pete Hegseth, che avrebbe di nuovo messo a repentaglio la sicurezza nazionale. Trump, per ora, lo difende a spada tratta, avendo difficoltà ad ammettere un errore di giudizio da parte sua, ma la situazione potrebbe precipitare nelle prossime ore.

Hegseth, un ex conduttore di Fox News, avrebbe condiviso su Signal con la moglie, il fratello e decine di altri i piani riservati di un attacco aereo, traendole da un canale di comunicazione riservato dello U.S. Central Command. Per Hegseth, è il secondo incidente di questo genere: a marzo aveva già discusso piani di attacco agli Huthi nello Yemen in una chat – sempre su Signal – cui era stato ammesso, per errore, un giornalista.

La stampa liberal torna a mettere in discussione la competenza di Hegseth a ricoprire il ruolo. Secondo il New York Times, la gestione di Hegseth, in soli tre mesi, ha generato al Pentagono “un caos senza pari nella storia recente”. Il Washington Post conferma: “La confusione regna” al vertice dell’apparato militare degli Stati Uniti; “i più stretti collaboratori del segretario sono allo sbando e un clima di sfiducia seperggia e si consolida fra i dipendenti civili e militari”.

L’Ap vede riemergere. nel Trump 2, le divisioni interne che avevano “attraversato e indebolito” il primo mandato del magnate presidente, quando gli avvicendamenti alla guida di ministeri erano stati frequenti.

Un articolo inchiesta del Washington Post conferma che i viaggi negli Usa sono diminuiti, da tutte le provenienze, da quando Trump s’è insediato alla Casa Bianca. Sullo stesso quotidiano, un’analisi di Dana Milbank anticipa un bilancio dei 100 giorni del Trump 2, che cadranno a fine mese, e parla di “storico fallimento”.

Trump 2: economia, campanello d’allarme dell’Fmi

Nell’imminenza delle riunioni di primavera, il Fondo monetario internazionale, l’Fmi, dà l’allarme sull’andamento dell’economia, che crescerà globalmente solo del 2,8% quest’anno, meno di quanto previsto a gennaio (3,3%).

Il peggioramento delle previsioni certificato dal World Economic Outlook è dovuto, in particolare, al rallentamento della crescita negli Stati Uniti, stimata all’1,8% rispetto al 2,7% di gennaio, e, inoltre, alle preoccupazioni per l’inflazione e al sentimento di insicurezza innescati dalla guerra dei dazi planetaria scatenata dal presidente Trump.

La stampa Usa, di solito poco attenta alle previsioni dell’Fmi, vi presta, invece, questa volta molta attenzione.

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Un momento dello spot per la Tesla sul prato della Casa Bianca con Elon Musk (Doug Mills / New York Times)

Un altro dato economico citato è il crollo del 71% dei guadagni della Tesla nel primo trimestre 2025 rispetto all’analogo periodo 2024, frutto anche delle polemiche e delle controversie suscitate dall’operato del suo patron Elon Musk a Washington alla guida del Dipartimento per l’efficienza dell’Amministrazione pubblica.

A, a proposito di efficienza dell’Amministrazione pubblica, Rubio propone una generale revisione del Dipartimento di Stato, il Ministero degli Esteri, tagliando i fondi ai programmi sui diritti dell’uomo, i crimini di guerra e la democrazia e riducendo complessivamente il personale del 15%, con ridimensionamenti di ambasciate e consolati. Ci sarà la chiusura di un centinaio di postazioni, nel quadro della realizzazione del programma di Trump ‘America First’.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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