Quel che non riuscì a fare in vita, forse Papa Francesco l’avrà ottenuto nel giorno dei suoi funerali: un innesco di pace in Ucraina, un passo verso la pace in quel “martoriato Paese” – l’espressione è quella di tanti suoi Angelus – invaso dalla Russia il 24 febbraio 2022. La basilica di San Pietro è stata ieri teatro di incontri forse cruciali per la fine del conflitto: prima un colloquio a quattr’occhi, l’uno di fronte all’altro su due sedie, nel vuoto di una navata, tra i presidenti Usa Donald Trump e ucraino Zolodymyr Zelensky; poi un incontro a quattro, più frettoloso, in piedi, tra Trump, Zelenski, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Keir Starmer.

“Positivo” è l’aggettivo che, nei commenti della Casa Bianca e delle fonti ucraine, oltre che di altre fonti internazionali autorevoli, sintetizza il clima e l’esito di quel colloquio, il primo dopo la visita, burrascosa e conclusasi malamente, dell’ucraino a Washington il 28 febbraio. L’immagine, subito divenuto iconica, dell’incontro tra Trump e Zelensky trasmette concentrazione e determinazione.
Quella dello scambio a quattro, meno carica di tensione, suggerisce solidarietà e collaborazione, con la mano di Macron poggiata sulla spalla dell’ucraino. Secondo The Telegraph, Trump avrebbe anche offerto garanzie di sicurezza alla ‘coalizione dei volenterosi’ promossa da Gran Bretagna e Francia per dare tutele all’Ucraina in una fase di cessate-il-fuoco.
E’ presto per dire se l’incontro tra Trump e Zelensky porterà frutti. Le fonti Usa sono abbottonate, mentre il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha, che non c’era, commenta l’immagine iconica dei due leader in termini enfatici: “Non servono parole per descrivere l’importanza di questo incontro storico. Due leader impegnati per la pace nella Basilica di San Pietro”.
Trump, che era con la first lady Melania, ha lasciato Roma subito dopo la fine delle esequie: intorno alle 13.00, il suo AirForceOne decollava da Fiumicino. Il magnate presidente è riuscito ad avere “un breve colloquio” con la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni; e un “breve scambio” con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, nel quale i due “hanno concordato di incontrarsi” in altro momento, per discutere di dazi e delle tormentate relazioni Usa-Ue. Meloni ha pure incontrato, per quasi un’ora, Zelensky.
Dall’aereo, Trump ha poi postato sul suo social Truth un messaggio critico verso Putin, che – scrive – “non aveva motivo di sparare missili in aree civili e su città negli ultimi giorni. Mi fa pensare che non voglia fermare la guerra, che mi stia prendendo in giro e che vada trattato in modo diverso, attraverso sanzioni bancarie o secondarie? Troppa gente sta morendo”. Parole che potrebbero anche spiegare l’atteggiamento di oggi verso Zelensky. Nel lungo post, il magnate presidente se la prende anche con il New York Times e con la stampa liberal che non riconoscerebbe i suoi meriti (e tacerebbe le responsabilità dei democratici) nella vicenda ucraina.
Zelensky su Telegram riferisce: “Un buon incontro”, durato una decina di minuti. “Abbiamo avuto tempo di discutere molto … Speriamo che tutto quanto detto abbia un risultato: proteggere la vita della nostra gente, un cessate il fuoco completo e incondizionato, una pace affidabile e duratura che impedisca il ripetersi della guerra. Un incontro altamente simbolico che potrebbe diventare storico se si raggiungessero risultati congiunti. Grazie, presidente Trump!”.
Ucraina: qualcosa si sta muovendo per la pace
Che qualcosa si stia muovendo per la pace in Ucraina, Trump l’aveva lasciato percepire scrivendo sul suo social Truth, all’arrivo a Roma: “Una buona giornata di colloqui e incontri con Russia e Ucraina. Sono molto vicini a un’intesa e le due parti dovrebbero ora incontrarsi ad altissimo livello per ‘chiuderlo’ – e forse proprio di quell’appuntamento ‘ad altissimo livello’ Trump e Zelensky hanno parlato, ndr -. La maggior parte dei punti principali è stata concordata. Fermate lo spargimento di sangue, ora. Saremo ovunque sia necessario per contribuire a porre fine a questa guerra crudele e insensata!”.
Nelle stesse ore, il New York Times rivelava che c’è una contro-proposta di Kiev al piano di pace degli Usa per porre fine alla guerra in Ucraina: una ‘controfferta’ che non riflette molte delle attese di Trump e/o delle pretese del presidente russo Vladimir Putin, ma che crea spazi di compromesso su questioni che sembravano fin qui difficili da risolvere.
Nel piano ottenuto dal New York Times, vi sono punti che la Russia probabilmente non accetterà ‘in toto’, come nessuna restrizione alle future dimensioni delle forze armate ucraine, o la presenza sul territorio ucraino, per garantirne la sicurezza, di “un contingente europeo” sostenuto dagli Usa, o l’uso dei beni russi congelati in Europa e in America per riparare i danni di guerra subiti dall’Ucraina.
Ma altre parti del piano ucraino suggeriscono – nota il NYT – la disponibilità a un compromesso: non si fa menzione, ad esempio, del completo recupero dei territori conquistati dalla Russia o dell’adesione dell’Ucraina alla Nato, due questioni che Zelensky dichiarava non negoziabili.
A Zelensky, Trump può avere riferito indicazioni scaturite dall’ennesimo colloquio, al Cremlino, ieri, tra il suo inviato Steve Witkoff e il presidente Putin.
Funerali Papa Francesco: il colpo d’occhio cromatico
Conclusi i funerali di Papa Francesco, il colpo d’occhio cromatico di piazza San Pietro – a sinistra, il rosso porpora dei cardinali; a destra, il nero degli abiti di cerimonia delle oltre 160 delegazioni; dietro, il bianco punteggiato di colori della marea di folla – s’è rapidamente dissolto. Da Fiumicino e da Ciampino, e anche da Pratica di Mare, sono ripartiti i voli ufficiali di re e principi, presidenti e capi di governo. E le centinaia di migliaia di persone accorse in piazza San Pietro e lungo il percorso del feretro fino a Santa Maria Maggiore
Come scrive Le Monde, le esequie di Francesco “hanno fatto di Roma il centro del Mondo …, dando una testimonianza dell’influenza del Vaticano sulla scena internazionale e dell’impatto avuto dal papa argentino”. E hanno forse acceso una scintilla di speranza.
Ma il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, presente ai funerali, suggerisce prudenza: “Non dovremmo riporre troppe aspettative nella cosiddetta diplomazia funebre”, dice. “Queste occasioni offrono l’opportunità di brevi conversazioni. Ma sconsiglierei di aspettarsi che qualsiasi importante esercizio di politica estera venga condotto a margine di queste cerimonie”.