Le conclusioni sull’Ucraina del Summit per la Democrazia non fanno l’unanimità fra i Paesi invitati a partecipare dagli Stati Uniti: India, Messico e Armenia se ne dissociano a vario titolo, sta scritto sul sito del Dipartimento di Stato. Il testo non condiviso, piuttosto anodino, recita: “Sottolineiamo la necessità di raggiungere in Ucraina il più presto possibile una pace globale, giusta, duratura, in linea con i principi della Carta dell’Onu”.
Il Summit per la Democrazia, giunto alla seconda edizione – la prima si svolse nel dicembre 2021 –, è stato virtuale e si è tenuto mercoledì e giovedì, con 110 Paesi partecipanti. Il passaggio ucraino deplora, inoltre, “le conseguenze umanitarie” dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e chiede “il ritiro immediato, totale e incondizionato delle forze russe al di là dei confini dell’Ucraina internazionalmente riconosciuti”; lancia un appello per una “cessazione delle ostilità”; e, infine, chiede che chi abbia commesso crimini di guerra ne porti le conseguenze.
Assente, come la Russia, dal Summit, la Cina fa sapere all’Ucraina che sta “valutando attentamente” l’invito rivolto dal presidente Volodymyr Zelensky al presidente Xi Jinping a visitare Kiev o almeno ad avere una conversazione telefonica diretta, dopo i recenti incontri del leader di Pechino a Mosca con il presidente russo Vladimir Putin. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba minimizza l’impatto del documento cinese in 12 punti per risolvere la crisi ucraina: è solo “un modo per tastare le acque”.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, attesa a Pechino ai primi di aprile, s’interroga con preoccupazione “sul ritorno della Cina sulla scena globale”. Pechino – dice UvdL – ha la responsabilità di salvaguardare i principi e i valori alla base della Carta Onu; e deve svolgere un ruolo costruttivo nel promuovere una pace giusta. Ma la pace sarà giusta solo se basata sulla tutela di sovranità e integrità territoriale ucraine”.
Per von der Leyen, spetta all’Ucraina “definire le condizioni di una pace giusta, che implica il ritiro delle truppe degli invasori… Qualsiasi piano di pace che consolidi le annessioni russe non è fattibile… Il modo in cui Xi continuerà a interagire con Putin, di cui sfrutta la debolezza, sarà fattore determinante per il futuro delle relazioni Ue-Cina“.
Per quanto riguarda gli sviluppi del conflitto, circola con sempre più insistenza l’ipotesi che Mosca prepari una grande campagna di reclutamento per arruolare 400.000 soldati su base volontaria, anche per minimizzare il dissenso. Ma l’obiettivo appare difficile da conseguire. Per il momento, Putin ha decretato la chiamata alla leva in primavera di 147 mila individui tra i 18 e i 27 anni.
Sul terreno, la giornata è stata meno segnata da raid e bombardamenti. A Bakhmut, città epicentro dei combattimenti, appare al momento difficile, sia per i russi che per gli ucraini, avere la meglio: da una parte, i mercenari del Wagner continuano a subire pesanti perdite; e, dall’altra, gli ucraini non hanno le forze per provare a riprendersi la grossa fetta di città occupata, almeno finché i tanks di Gran Bretagna, Germania e altri Paesi Nato non saranno operativi. La Germania ha promesso ulteriori aiuti militari equivalenti a 13 miliardi di dollari.