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Trump 2: è il giorno dei dazi; elezioni, repubblicani ok in Florida, Musk perde in Wisconsin

Scritto lo 02/04/2025 per The Watcher Post

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Trump 2 – E’ una giornata tutta vissuta nell’attesa dell’annuncio che Donald Trump farà alle 16.00, ora di Washington, le 22 in Italia, sui dazi che imporrà e sulla cui natura non si sa ancora nulla di certezza: lineari su tutto l’import statunitense oppure differenziati per prodotto e/o per Paese. I media Usa accavallano le ipotesi, ma non hanno sicurezze e, anzi, non escludono sorprese: Trump, sui dazi, e non solo, in poco più di settanta giorni alla Casa Bianca, ci ha abituato a cambiamenti di rotta bruschi.

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In vigore i dazi universali sull’import Usa di acciaio e alluminio (Fonte. Afp / Getty Images)

Caroline Leavitt, la sua portavoce, ha ieri annunciato che oggi sarà “uno dei giorni più importanti nella storia americana”, mentre i collaboratori del presidente confezionano i contenuti dell’annuncio e gli esperti mettono in guardia dai potenziali contraccolpi negativi sull’economia e sull’inflazione.

Trump 2: elezioni, repubblicani tengono seggi Florida, democratici Corte Suprema Wisconsin

Nella nostra notte, l’attenzione dei media s’è concentrata sui risultati elettorali: in Florida, i due seggi lasciati liberi da deputati repubblicani dimessisi sono stati vinti dai candidati repubblicani. Così, alla Camera i deputati tornano a disporre di 220 seggi (218 è la soglia di maggioranza su 435).

I risultati ce li dà la Ap. Jimmy Patronis, una sorta di ministro delle Finanze dello Stato, ha battuto il democratico Gay Valimont, che aveva speso molto più di lui in campagna e che sperava di trarre vantaggio dal disorientamento dell’elettorato, anche conservatore, di fronte all’approccio aggressivo del Trump 2. Il seggio era stato lasciato vacante da Matt Gaetz, dimessosi per evitare un’espulsione per indegnità e che aveva anche dovuto rinunciare alla designazione a segretario alla Giustizia.

Il senatore statale Randy Fine ha invece battuto il rivale democratico Josh Weil, che aveva investito più di lui nella campagna. Fine godeva dell’endorsement del presidente e del suo predecessore, Michael ‘Mike’ Waltz, divenuto consigliere per la Sicurezza nazionale e ora nei guai per il chatgate e anche per un’altragrana tirata fuori dal Washington Post (1).

La corsa più incandescente era quella per un posto di giudice nella Corte Suprema del Wisconsin: una vittoria repubblicana avrebbe rovesciato la maggioranza della Corte in senso conservatore, nell’imminenza di verdetti importanti, specie sui diritti riproduttivi. Ha vinto Susan Crawford, candidata progressista, battendo Brad Schimel, candidato conservatore, ‘cementando’ per almeno tre anni la maggioranza ‘liberal’.

Oltre che da Trump, Schimel era stato finanziariamente sostenuto da Elon Musk, che ha speso 20 miliardi di dollari . Con Crawford s’erano però schierati, oltre al governatore democratico JB Pritzker, George Soros e il co-fondatore di Linkedin Reid Hoffman.

Lo scontro nel Wisconsin è divenuto il più caro nella storia dell’Unione per un posto di giudice ed era assurto a test nazionale: il Wisconsin era uno degli Stati in bilico a Usa 2024 ed era stato vinto da Trump.

Trump 2: Senato, Cory Booker batte il record del discorso più lungo
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Un fotogramma del film Mr Smith va a Washington di Frank Capra, con James Stewart

Il senatore democratico del New Jersey Cory Booker, un possibile candidato alla nomination 2028, ha battuto il record del discorso più lungo al Senato, parlando per 24 ore consecutive contro Trump e le sue politiche. Il record apparteneva dal 1957 a Strom Thurmond, senatore segregazionista, che voleva impedire l’approvazione del Civil Rights Act. Il discorso di Booker, iniziato lunedì e conclusosi ieri, voleva “turbare l’andamento dei lavori del Senato il più a lungo possibile”.

L’impresa di Booker, che evoca il film di Frank Capra ‘Mr Smith va a Washington’, ha centrato l’obiettivo, un po’ fine a se stesso.

(1) – WP Trump national security adviser Michael Waltz and staff used personal Gmail accounts for government communications, officials say – The use of Gmail, a far less secure method of communication than the encrypted messaging app Signal, is the latest example of questionable data security practices by top national security officials already under fire for the mistaken inclusion of the Atlantic’s editor in a group chat about high-level planning for military operations in Yemen.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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