Trump 2 – Continua a tenere banco sui media negli Usa la fuga di notizie sull’attacco a postazioni degli Huthi nello Yemen, condotto il 15 marzo e discusso poco prima dell’azione in una chat su Signal dove, accanto a pezzi grossi dell’Amministrazione Trump, era stato incluso per errore un giornalista, Jeffrey Goldberg, il direttore del mensile The Atlantic. Ad attizzare l’attenzione dei media, è il fatto che l’Amministrazione, pur ammettendo l’errore, abbia cercato di sminuire la portata dell’incidente e i contenuti dello scambio di messaggi.
Il presidente, la capa dell’intelligence nazionale Tulsi Gabbard e il capo della Cia John Ratcliffe, che era nella chat, hanno detto in pubblico – e Gabbard anche durante un’audizione al Congresso – che non erano state diffuse informazioni riservate. Invece i transcript, pubblicati da The Atlantic e ripresi da tutti i maggiori media, dimostrano il contrario.

In particolare, il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha fornito l’orario esatto dell’attacco Usa, sia quello del decollo degli aerei che quello dello sgancio delle bombe, ancora prima che gli equipaggi fossero a bordo. Eppure, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt insiste che nessuna informazione classificata è stata messa nella chat. Un’altra tesi ufficiale è che questo è il primo ‘incidente di percorso’ del Trump 2.
Di conseguenza, The Atlantic, che non lo aveva ancora fatto, ha pubblicato lo scambio integrale, spiegando di non averlo fatto immediatamente perché è politica del mensile non pubblicare informazioni che possono mettere in pericolo militari o personale degli Stati Uniti. Ma se Goldberg avesse messo in linea le informazioni ricevute in tempo reale, gli Huthi avrebbero avuto il tempo d’attivare le proprie difese.
L’attenzione dei media Usa è ora concentrata sul carattere riservato delle informazioni scambiate, piuttosto che sui commenti politici che avevano attirato l’attenzione dei giorni scorsi, con le dichiarazioni del vice-presidente JD Vance sugli europei, considerati “degli scrocconi”, cui non voleva “togliere le castagne dal fuoco”, e del presidente Donald Trump, che li aveva definiti “parassiti”.
Il transcript della chat è accompagnato da una serie di commenti. Per The Atlantic, “Trump se la prende con il messaggero”, cioè con la stampa, ma, in privato, sarebbe “irritato per la sbadataggine del suo team”. Secondo il New York Times, Vance, nella chat, “cementa il suo ruolo scettico sugli interventi all’estero”.
Trump 2: dazi del 25% sull’import di auto, il 2 aprile l’Ora Ics

Trump ha annunciato dazi del 25% su tutte le auto importate. “E’ l’inizio della liberazione dell’America”, ha detto, riferendosi al 2 aprile, il giorno in cui i dazi, anche quellki contro l’Ue, dovrebbero entrare in vigore.
“Se le aziende produrranno le auto negli Stati Uniti non ci saranno dazi”, ha aggiunto Trump, sicuro che i dazi incoraggeranno i produttori di automobili a investire negli Stati Uniti. “Stanno già cercando siti”.
Con i dazi che verranno imposti a partire dal 2 aprile, gli Usa – secondo il presidente – incasseranno “tra i 600 milioni e un trilione di dollari in due anni”. Gli esperti, però, mettono in guardia contro l’aumento dei prezzi delle auto e non solo, in queste prime fasi turbolente del Trump 2..
- Washington Post – They were arrested during routine ICE check-ins. Then they disappeared. Under the draft agreement, Immigration and Customs Enforcement would be able to submit names and address to the IRS to cross-reference with confidential taxpayer databases, according to four people who spoke on the condition of anonymity out of fear of professional reprisals. The IRS has for years told undocumented workers that their tax information is confidential and that it is safe to file income tax returns without fear of being deported. About half — possibly more — of the roughly 11 million undocumented immigrants in the country file income tax returns to document their payments to the U.S. government, according to researchers.