Pierdavid Pizzochero, Kill the Indian, Save the man. Storie di un conflitto irrisolto tra il Canada e i nativi, 2023, Editoriale Scientifica, 10 Euro
Con Kill the indian save the man (Uccidi l’indiano salva l’uomo), Pierdavid Pizzochero aggiunge un mattone alla costruzione del mondo post-coloniale che le democrazie liberali e i suoi studiosi stanno ancora faticosamente mettendo su.
Pizzochero, che ha soggiornato alla Maison du Canada a Parigi e ha studiato a fondo le narrazioni che seguono le violenze di massa, racconta come i white collars di Ottawa, con l’appoggio della Chiesa, siano riusciti a tramandare un’immagine pulita e candida di se stessi, pur avendo portato avanti un genocidio fisico e culturale che è iniziato nell’Ottocento e si è concluso, in via definitiva, soltanto negli Anni Novanta del Novecento.
Non è però l’Occidente in senso generico (la modernità, il positivismo, magari Pat Garrett) a essere sul banco degli imputati: non è l’Occidente che riesce ad avanzare con la promessa dell’ignoto, come fa Ulisse ad esempio; ma è quello che mente, che odia e che crea immaginari collettivi per cui alla sopravvivenza di una specie corrisponde la morte di un’altra.
Proprio nella frase “Kill the Indian, Save the Man”, pronunciata nel 1892 durante un convegno a Denver dal capitano dell’esercito degli Stati Uniti Richard Henry Pratt riguardo a come bisogna trattare i nativi, sta il cappello sotto cui rientrano tutte quelle politiche che uccidono una cultura, che sia indiana, meticcia o inuit. Un cappello a falda larga perché, con piglio scientifico, Pizzochero non assolve i contemporanei: al vaglio passano anche La casa dei ricordi, film del 1999, e Chiamatemi Anna, la serie Netflix del 2017.
Mentre il primigenio Kill the Indian, save the Man, scritto nel 2004 da Ward Churchill, professore della University of Colorado, si concentra sull’America e sul problema delle scuole coloniali, degli abusi e del quantum di sangue puro, Pizzochero porta una varietà di prove a dimostrare la sua tesi. Non soltanto registri e cronache storiche che dimostrano come le chiese canadesi catturarono bambini indiani nella rete del residential system o come funzionavano le boarding schools; ma anche una multimedialità di fonti che include fumetti, documentari, partite di hockey e canzoni, romanzi e fiabe tra Joe Sacco, Clint Eastwood ed Ennio Flaiano.
Adriano Metz