Una storia da brividi arriva dal Canada e rattrista pure Papa Francesco: nei giorni scorsi sono stati trovati i resti di 215 bambini, alcuni di nemmeno tre anni, in una fossa comune nei pressi di un ex istituto cattolico. Si tratta della Kamloops Indian Residential School, uno fra i maggiori istituti educativi canadesi gestito dalla Chiesa cattolica e attivo fino al 1978, dove bambini nativi americani venivano “educati” alla cultura canadese, al fine di eliminare ogni traccia della loro natura indigena e favorirne l’integrazione.
Quello delle Residential Schools fu un progetto iniziato nel 1887 e portato avanti fino al 1996: i bambini venivano sottratti alle famiglie con la forza e sottoposti ad ogni genere di abuso e violenza al fine di far assimilare loro la cultura dominante. Costretti in condizioni disumane, i bambini vivevano in istituti con norme igieniche pressoché inesistenti: epidemie come la tubercolosi e il tifo erano all’ordine del giorno. Inoltre, venivano messe in atto pratiche di sterilizzazione, oltre che abusi sessuali da parte degli stessi educatori o di altri studenti nella prospettiva di uno “sdoganamento” (enfranchising) forzato.
Già nel 1907 la testata quotidiana Montreal Star rese noto che il 42% dei bambini, tra i sette e i 16 anni, che frequentava le scuole residenziali, moriva prima della fine del ciclo di studi: “una vergogna nazionale”. Dati significativi a riguardo arrivano anche da The Story of a National Crime: Being a Record of the Health Conditions of the Indians of Canada from 1904 to 1921, pubblicato dal medico canadese Peter Bryce. Nel 1909, questi riferì che, tra il 1894 e il 1908, i tassi di mortalità in alcune scuole residenziali nel Canada occidentale erano passati dal 30% al 60%.

I recenti ritrovamenti sono un’ulteriore conferma delle pratiche barbare perpetrate negli istituti, qualcosa che la minoranza etnica Tk’emlúps te Secwépemc, residente nella provincia della Colombia Britannica, dove aveva sede la scuola, sospettava da anni. Una “perdita impensabile di cui si è parlato, ma che non era mai stata documentata” ha commentato la presidente della comunità indigena, Rosanne Casimir. Sotto choc anche il premier canadese Justin Trudeau, che ha affidato ad un tweet la sua prima dichiarazione: “La notizia dei resti trovati nell’ex scuola residenziale di Kamloops mi spezza il cuore, è un doloroso ricordo di quel capitolo oscuro e vergognoso della storia del nostro Paese. Penso a tutti coloro che sono stati colpiti da questa angosciante notizia. Siamo qui per voi”.
Il governo canadese ha assicurato che le indagini proseguiranno nella massima trasparenza e che i bambini verranno tutti identificati; l’ipotesi, quasi certa, è che questo ritrovamento non sia tuttavia destinato a rimanere un caso isolato. Il progetto Missing Children stima, infatti, che siano stati oltre 4000 i bambini maltrattati e conseguentemente morti nelle 130 Residential Schools canadesi nell’arco di circa un secolo. Un vero “genocidio culturale” secondo il rapporto Truth and Reconciliation, nato per far luce sulle responsabilità del governo canadese in merito. Papa Francesco ne ha parlato domenica 6 giugno, esprimendo il proprio dolore per questa vicenda.
Eleonora Bufoli, Lorenzo Buonarosa, Rachele Callegari
FONTI
https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Canada-trovati-i-resti-di-250-bambini-vicino-a-una-scuola-cattolica-per-nativi-d4c4c3d1-b1d3-44bb-9f5d-852b8e2ef109.html?refresh_ce
https://www.quotidiano.net/esteri/canada-scuola-nativi-americani-1.6421076
https://it.wikipedia.org/wiki/Scuole_residenziali_indiane.
https://it.xcv.wiki/wiki/Canadian_Indian_residential_school_system#Family_visitation