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Ucraina: Kaliningrad isolata, Mosca può spegnere la luce in Lituania

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 23/06/2022

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Mosca valuta se spegnere la luce a Vilnius, per reagire al blocco del transito di alcune merci da e per l’exclave russa di Kaliningrad, attuato dalla Lituania nel rispetto delle sanzioni Ue. La Russia potrebbe tagliare le forniture di elettricità allo Stato Baltico, ancora dipendente – oltre trent’anni dopo l’indipendenza – dalla rete di distribuzione russa. E’ una delle opzioni allo studio prospettate dal presidente della commissione Affari internazionali della Duma, Leonid Slutsky.

Più vaghe le contromisure ipotizzate dalla portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova, secondo cui la risposta russa alle restrizioni lituane sarà pratica più che diplomatica. Mosca potrebbe, ad esempio, limitare il transito dei camionisti lituani.

La frizione sull’exclave di Kaliningrad tra Russia e Ue non accenna dunque a smorzarsi. Bruxelles fornisce spiegazioni imbarazzate e fra di loro contraddittorie. Una fonte del Consiglio dei Ministri dei 27 accenna a “una questione di continuità territoriale con la Russia che la Commissione dovrà forse approfondire”. Una fonte dell’Esecutivo ribadisce che “l’approvvigionamento di Kaliningrad di beni essenziali non è ostacolato”; ma precisa che “una serie di sanzioni dell’Ue contro specifiche esportazioni russe (prodotti siderurgici, materiali da costruzione, etc) stanno diventando applicabili ora, dopo una fase di transizione”. La Lituania deve quindi applicare controlli supplementari stradali e ferroviari.

Infine, una fonte diplomatica europea ammette che il caso “monta” e sarà oggi sul tavolo dei leader dei 27, che si riuniscono a Bruxelles. “Ci si aspetta che la Commissione fornisca un aggiornamento delle sue linee guida alla Lituania nelle prossime 24 ore”. Le sanzioni “non sono mai state pensate” per colpire beni in transito da una parte all’altra del territorio russo: c’è il sospetto che l’applicazione delle sanzioni sia stata precipitosa, forse con un eccesso di zelo. “Mosca sta sfruttando la situazione per incolpare l’Ue di un ‘blocco’, ma non è così”.

Oggi, il Consiglio europeo concederà all’Ucraina lo statuto di candidato all’adesione. Per Kiev, non è ancora l’ingresso nell’Ue, ma è un andare oltre la visione dell’Ucraina come stato cuscinetto tra la Russia e l’Unione.

Contrastano con le tensioni sul Baltico i segnali di apertura che arrivano dal Mar Nero: secondo Ankara, una nave mercantile turca è in partenza dal porto di Mariupol dopo colloqui con Mosca. Kiev smorza, però, gli ottimismi e mette in forse i negoziati annunciati per la prossima settimana: bene gli sforzi del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres “per sbloccare l’export di grano dai porti ucraini”, ma “nessun accordo concreto su colloqui tra Ucraina, Russia, Turchia e Onu è stato finora raggiunto. La sicurezza rimane un elemento chiave della posizione ucraina”.

C’è tensione anche fra Mosca e Berlino, nell’anniversario dell’inizio dell’invasione dell’Urss da parte dei nazisti. La Russia accusa la Germania di alimentare “l’isteria russofoba”: “Berlino, con le parole e con i fatti, minaccia i risultati degli sforzi decennali di Russia e Germania per superare l’inimicizia (…) dopo la guerra”, denuncia il Ministero degli Esteri in un comunicato.

La Germania reagisce stando al fianco della Lituania nella vicenda di Kaliningrad; e la Francia organizza un lancio di paracadutisti in Estonia. Berlino respinge le minacce di rappresaglia; lancia l’idea di un piano Marshall per ricostruire l’Ucraina; e ribadisce l’impegno a “difendere ogni metro quadrato della Nato … I nostri partner dell’Est Europa possono fidarsi della Germania oggi”.

C’è un canale di dialogo tra Usa e Russia sulla sorte dei due cittadini statunitensi presi dai filorussi in Ucraina e accusati di essere dei “mercenari” al soldo di Kiev. Mosca ha ricevuto da Washington un messaggio e “lo sta valutando”. I due, che i filo-russi non considerano prigionieri di guerra, rischiano la condanna a morte.

Guardando ai Vertici del G7 e della Nato, cui parteciperà da domenica a giovedì, il presidente Usa Joe Biden non teme “fratture” nel campo occidentale che sostiene l’Ucraina contro la Russia. “Ma – aggiunge – penso che a un certo punto diventerà un gioco di attesa” tra “quello che i russi possono sostenere e quello che l’Europa vorrà sostenere”. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg s’aspetta che il Vertice approvi il nuovo ‘Concetto Strategico’ atlantico, che individua nella Russia “la principale minaccia alla nostra sicurezza”.

Sul terreno, oltre 1.300 tra soldati e mercenari ucraini sono circondati a sud di Lysychansk, mentre 580 civili – dato impossibile da verificare – sarebbero ancora rifugiati nella Azot di Severodonetck, ultima sacca di resistenza ucraina di quella città. Colpi di mortaio sparati dai russi hanno ucciso cinque donne nel distretto di Izyum, nell’oblast di Kharkiv.

Dal canto loro, gli ucraini hanno acceso con due droni un’incendio in una delle principali raffinerie russe, a Novoshakhtinsk, nella regione di Rostov, vicino al confine. Un deposito di munizioni nell’area di Vladimir è saltato in aria per l’esplosione pare accidentale di proiettili di artiglieria: quattro i morti.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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