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Economia – Reddito di cittadinanza, l’Italia non è la sola

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Una voragine sociale mette a rischio il ceto medio: ricchi sempre più agiati, poveri sempre più in difficoltà. Ciò accade per diversi fattori come la crisi economica mondiale e il cambiamento del mondo del lavoro, che ha bisogno di persone specializzate anziché di generica manodopera.

La crisi ha portato all’erosione del potere d’acquisto, con conseguente malfunzionamento della macchina economica dell’Ue, creando incertezza sociale, rabbia e inquietudine.

Fasce a rischio povertà: bambini e anziani
I dati del 2018 evidenziano un abbassamento del tasso di povertà in Italia; nonostante ciò siamo ancora il “fanalino di coda dell’Europa”. Lo spazio che ci separa da Germania, Francia e Regno Unito è evidente.

Per povertà si intende l’incapacità di far fronte ad almeno quattro su dieci spese ritenute normali – dal pagamento del mutuo e del riscaldamento alla possibilità di mantenere un auto, o di pagarsi una settimana di vacanza. Le fasce più colpite dalla povertà in Europa sono le famiglie con bambini sotto i sei anni e gli over 65.

Il provvedimento che spacca il governo
Per far fronte alle evidenti difficoltà si è pensato di ricorrere a una forma di assistenza prevista anche in altri Paesi dell’Ue, un sostegno sociale inclusivo conosciuto in Italia come Reddito di cittadinanza.

Avviato nell’aprile 2019, il Reddito di cittadinanza è uno strumento economico riservato a nuclei familiari al di sotto della soglia di povertà. I beneficiari devono essere cittadini italiani – o residenti in Italia da almeno dieci anni – e avere un’entrata annua non superiore ai seimila euro; hanno il dovere di partecipare a corsi di formazione, svolgere lavori socialmente utili e impegnarsi ad accettare le offerte di lavoro che verranno loro proposte, pena la perdita del diritto.

Al momento del varo, il governo si è diviso in due sulla questione: da una parte il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, capo del Movimento 5 Stelle, che proponeva e sosteneva la misura; dall’altra, il ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini, fortemente critico, nella convinzione che ridurre le tasse sia l’unico modo per far ripartire il Paese.

Alla fine, c’è stata un’intesa. All’opposizione, il Pd, che aveva già introdotto un reddito di inclusione, propone, in vista delle elezioni europee, misure di inclusione a dimensione europea.

E gli altri Paesi?
L’Italia non è l’unica ad affrontare in tal modo la crisi: la Germania ha uno dei sistemi di assistenza più complessi, che prevede sussidi per tutti i cittadini – tedeschi e non – con condizioni molto simili alle nostre. In Francia il ‘reddito di solidarietà’ può essere richiesto a partire dai 25 anni per un massimo di tre mesi. In Danimarca i requisiti sono molto rigidi ma i giovani vengono privilegiati. La Finlandia, negli ultimi due anni, ha sperimentato – e successivamente abbandonato, perché i riscontri non sono stati positivi – un provvedimento che prevede un assegno di 580 euro mensili per poche migliaia di cittadini bisognosi, senza restrizioni.

RGS
Giulia Anzani Ciliberti, Susanna Masci, Rosanna Saccucci

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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