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Economia – Precario equilibrio librerie indipendenti a Roma

L'attività delle librerie indipendenti è economicamente sostenibile? Lo abbiamo chiesto a tre librai a Trastevere e a Campo dei Fiori

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Negli ultimi quattro anni hanno chiuso a Roma circa 50 librerie indipendenti. Secondo un’indagine del 2017 dell’Associazione Italiana Editori, 8 italiani su 10 scelgono canali fisici di distribuzione per comprare libri, ma solo il 16% dei lettori sceglie librerie indipendenti. “Siamo tutte agonizzanti”, ci racconta Catia Gabrielli della Libreria Fahrenheit 451 a Campo dei Fiori. “Abbiamo a che fare con una filiera che non prevede la nostra esistenza”. Solo i grandi gruppi editoriali, infatti, possono proporre prezzi vantaggiosi nelle proprie catene, resistendo con più facilità alla competizione dei venditori online. Le piccole librerie si ingegnano come possono.

Fidelizzare per (soprav)vivere

“È importante costruire una propria identità commerciale”, ci spiegano alla Minimum Fax a Trastevere. Ogni libreria ha attuato delle proprie strategie per raggiungere una nicchia di lettori fidelizzati e adattarsi alla tipologia di clienti del quartiere. A qualche minuto dalla Minimum, la libreria Ottimomassimo si è specializzata in libri e attività per i più piccoli e promuove la lettura in tutta Italia con una libreria itinerante. La Fahrenheit, invece, è attiva con presentazioni e incontri letterari a ritmo di jazz.

Nonostante queste strategie e una lieve ripresa del mercato del libro nel 2016 del +1,2% rispetto al 2015 (dati AIE 2017), le cose restano difficili per i piccoli venditori. Le librerie indipendenti si sono così riunite nella Rete delle Librerie di Roma, al fine di condividere la distribuzione. In progetto un’App per verificare la disponibilità dei libri tra le 40 librerie aderenti. Resta aperto lo scontro con il canale dell’E-commerce, più del 29% sul mercato.

Più conveniente online

Non è d’aiuto la Legge Levi del 2011. Pensata per regolare la concorrenza sleale di Amazon nel mercato, stabilisce un tetto massimo di sconto del 15%, ancora troppo alto per i piccoli venditori che non possono permettersi un’ulteriore riduzione dei profitti.

Tra le attività delle piccole librerie c’è la ricerca su ordinazione di libri rari e usati. L’abolizione della Tariffa Ridotta per Editori nel 2010 ha reso più costose le spedizioni, costringendo i librai ad aumentare i prezzi per coprire le spese, perdendo competitività rispetto ad Amazon e IBS, che contano sui propri corrieri.

Neanche in centro si è al sicuro

Recentemente sta aumentando la consapevolezza sulla crisi del settore. La commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento che prevede una detrazione fiscale fino a 20mila euro per le librerie indipendenti, 10mila euro per gli altri esercenti.

Nemmeno una posizione centrale garantisce alti profitti. Per Ottimomassimo è un problema di parcheggio e di difficoltà di collegamento, non di numero dei lettori. “Il centro storico è depauperato e gli abitanti non ci sono quasi più”, ci dicono alla Fahrenheit.

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