Il costo del denaro, i dazi, i dati sull’occupazione: la politica economica del Trump 2 rischia d’essere orientata più dai giudici che dal presidente e dalla sua squadra. Vale pure per le decisioni sui migranti o sui tagli dei finanziamenti alle università che hanno prassi di diversità, equità, inclusione. Quasi tutte le scelte del magnate presidente, a partire dalla scelta degli strumenti con cui attuarle – decreti o leggi che implicano uno stato d’emergenza -, si prestano a contestazioni legali: risultato, tutto resta sospeso, fino al verdetto nel merito della Corte Suprema.

La giustizia americana è notoriamente rapida e un po’ spiccia, ma non è istantanea: 250 giorni dopo l’insediamento alla Casa Bianca, di misure certe e sicure ve ne sono davvero poche. Una su tutte è la legge finanziaria “grande e bella”, i cui nodi stanno, però, per venire al pettine: a forza di ridurre il gettito delle tasse senza adeguatamente tagliare le spese, il debito, nonostante gli introiti dei dazi, sta di nuovo per sfondare il tetto che è fissato per legge. Di qui a fine anno, si profila il rischio d’uno ‘shutdown’, cioè una serrata parziale dei servizi pubblici.
La parola dei giudici sui licenziamenti via Truth

Martedì, un tribunale ha deciso che Lisa Cook, una delle governatrici della Federal Reserve, la Fed, la banca centrale degli Stati Uniti, può restare al suo posto, malgrado il presidente l’abbia licenziata con un post su Truth, che non è proprio la Gazzetta Ufficiale.
Cook, prima donna nera a sedere nel board della Fed, è accusata di avere presentato documenti falsi per ottenere migliori condizioni su un suo mutuo. E Trump l’aveva ‘fatta fuori’ prima ancora che l’accusa fosse formalizzata. Un giudice ha però bloccato il provvedimento, perché non è per nulla assodato che il presidente possa rimuovere un membro del board della Fed, prima della scadenza del suo mandato: l’esigenza di proteggere i decisori della banca centrale dal potere politico è stata una preoccupazione del Congresso, come dei parlamenti nazionali delle democrazie occidentali. Ed è stato il Congresso a definire il mandato della Federal Reserve: la stabilità dei prezzi e l’occupazione il più alta possibile.
Il presidente, che ha ormai rinunciato a sbarazzarsi del presidente della Fed Jerome Powell, il cui mandato scade l’anno prossimo, ricorrerà in appello contro il verdetto di primo grado ‘pro Cook’ e la decisione finirà, prima o poi, ma piuttosto in fretta, alla Corte Suprema.
Intanto, però, Lisa Cook sarà al suo posto, la prossima settimana, quando il board della Fed dovrà decidere se ridurre o mano il tasso di sconto, cioè il costo del denaro. Dopo le dimissioni a sorpresa di Adriana Kugler, nominata nel 2023 da Joe Biden, Trump sperava di vedere ulteriormente ridotto il numero dei governatori poco inclini a limare il costo del denaro, perché timorosi d’una ripresa dell’inflazione come conseguenza della guerra dei dazi planetaria scatenata dal Trump 2.

A dare una mano al presidente, un po’ a sorpresa, sono stati i dati sull’occupazione. Dopo che Trump ad agosto aveva licenziato la responsabile delle statistiche del lavoro, Erika McEntarfer, perché i dati non erano di suo gradimento – altra vicenda destinata a divenire vertenza giudiziaria -, una revisione di routine ha scoperto che i dati sull’occupazione dal marzo 2024 al marzo 2025 sono stati sovrastimati di quasi un milione di unità, 911 mila per la precisione, dando l’impressione che l’economia statunitense andava meglio di quanto in realtà non fosse.
La nuova verità del Bureau of Labor Statistic fa il gioco di Trump: induce a sospettare che l’ufficio ‘drogasse’ i dati con Biden e, magari, li ritoccasse al ribasso con Trump. Fatto sta che la percezione che il mercato del lavoro sia meno florido di quanto si credeva potrebbe indurre la Fed ad abbassare il costo del denaro per favorire gli investimenti e, quindi, la crescita e l’occupazione, visto che, almeno per ora, l’inflazione non s’impenna, nonostante i dazi.
Quell’inflazione che, secondo lo U.S. Census Bureau, s’è mangiata, in termini di potere d’acquisto, l’aumento dei redditi delle famiglie nel 2024, nonostante l’incremento dei salari: la classe media non ci ha né perso né guadagnato, donne e neri e minoranze sono diventati più poveri, ma il 10% dei già più ricchi ne sono usciti ancora più ricchi.
Fronte dazi, i giudici della Corte Suprema ha raccolto la richiesta dell’Amministrazione Trump di pronunciarsi in tempi brevi sulla legalità delle tariffe, dopo che un giudice ne ha bocciato i presupposti legali, pur lasciandole in vigore nelle more, appunto, dei gradi di giudizio successivi. Trump ha allora deciso di saltare l’appello e di rivolgersi direttamente alla Corte Suprema, dove può contare su sei giudici conservatori, tre dei quali scelti da lui nel suo primo mandato, contro solo tre giudici progressisti.














