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Trump 2: via a sessione cruciale Corte Suprema, migranti, narcos, shutdown, dazi, tutto è ‘sub iudice’

Scritto lo 06/10/2025 per The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/usa/sessione-corte-suprema-shutdown-trump-2/ e, in versione podcast, per AffarInternazionali.it https://www.affarinternazionali.it/trump-alle-prese-con-le-sfide-interne-migranti-narcos-e-rischio-shutdown/

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Trump 2 – Negli Stati Uniti, si apre oggi una sessione cruciale della Corte Suprema, che deve esprimere giudizi importanti sui poteri del presidente su tutta una gamma di contenziosi aperti: si va dai dazi alle misure anti-migranti, dai licenziamenti più o meno arbitrari alla dichiarazione di guerra fatta ‘ex post’ ai narco-trafficanti.

La maggioranza della Corte – sei giudici conservatori, di cui tre designati da Trump nel suo primo mandato, e solo tre progressisti – è stata fin qui incline ad avallare, almeno nei giudizi preliminari, diverse rivendicazioni dell’autorità presidenziale, ma –scrive il Washington Post- potrebbe rivelarsi più scettica quando si tratta di valutare a fondo le scelte del Trump 2, come nel caso dell’imposizione dei dazi (che mancherebbero di base legale) e delle restrizioni al diritto di cittadinanza per nascita (che violerebbero la Costituzione).

Anche in via preliminare la Corte Suprema ha talora frustrato i desideri di Trump: ad esempio, autorizzando una governatrice della Federal Reserve, Lisa Cook, a rimanere nel Board della Fed, che è la banca centrale degli Stati Uniti, mentre il presidente volesse rimuoverla perché è accusata di avere truccato le carte per un suo mutuo. Nel merito del caso, i giudici supremi si pronunceranno a gennaio.

Trump 2: battaglie legali sull’invio della Guardia Nazionale

I giudici federali d’ogni rango continuano a essere critici verso il Trump 2. Una giudice distrettuale dell’Oregon, Karin J. Immergut, tiene bloccato l’invio di 300 elementi della Guardia Nazionale della California – o di ogni altro Stato – in Oregon, dopo che l’Amministrazione aveva cercato d’aggirare una prima decisione in tal senso (lei aveva detto no alla Guardia Nazionale dell’Oregon e Trump aveva mobilitato quella della California).

Immergut è una giudice nominata da Trump e confermata nell’incarico nel 2019, quando il magnate era presidente. A suo giudizio, l’invio della Guardia Nazionale senza una richiesta del governatore dello Stato, o addirittura contro la sua volontà, è “palesemente fuori legge”.

L’intento di Trump di schierare la Guardia Nazionale, dopo Los Angeles, Washington e Memphis, anche a Portland e a Chicago – tutte città a guida democratica – incontra ostilità e resistenze, oltre che dai giudici, da parte delle autorità locali.

La mossa di Trump è contestata in giustizia dal governatore della California Gavin Newsom, che cerca d’imporsi come figura di primo piano in campo democratico, verso le presidenziali 2028. Newsom considera quello di Trump “un abuso di potere mozzafiato”.

Pure il governatore dell’Illinois JB Pritzker, altro potenziale aspirante alla nomination 2028, contesta l’invio a Chicago di truppe federali, contro il cui spiegamento in città ci sono già stati proteste e tafferugli con gli agenti che danno la caccia ai migranti senza documenti in regola.

L’Amministrazione sta pure ricorrendo a giudici militari, o ad avvocati ‘pescati’ nella riserva e nella Guardia nazionale, senza adeguata esperienza giudiziaria, per sostituire un centinaio di giudici di carriera licenziati perché troppo zelanti ed accelerare le pratiche di deportazione dei migranti senza documenti. L’addestramento dei primi giudici ‘comandati’ in servizio ‘more militari’ inizia oggi.

Trump 2: la guerra ai narco-trafficanti miete nuove vittime
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Un’imbarcazione di asseriti narco-trafficanti prima e dopo l’attacco (Fonte: Today)

Il giro di vite contro l’immigrazione è parallelo alla guerra dichiarata e condotta contro i narcos, cioè le bande di trafficanti di droga le cui imbarcazioni vengono intercettate e distrutte nei Caraibi. A cose fatte e per sanare le illegalità commesse, l’Amministrazione ha informato il Congresso che gli Stati Uniti sono in guerra con i narco-trafficanti.

Intervenendo domenica alla cerimonia per i 250 anni della Marina militare, a Norfolk, in Virginia, Trump ha citato una nuova operazione ‘colpito e affondato’, riferendosi a quella giù annunciata venerdì 3 ottobre dal segretario alla Guerra Pete Hegseth. “Nelle ultime settimane – ha detto Trump, col solito linguaggio tracotante e visibilmente compiaciuto -, la Marina ha partecipato alla missione per colpire in mare i terroristi del cartello… Ne abbiamo fatto fuori un altro… Ora non riusciamo più a trovarne neppure uno…”.

Le vittime stimate dei quattro attacchi ufficialmente condotti e dichiarati sono tra le 10 e le 20: persone uccise al di fuori di ogni legalità statunitense e internazionale, come rilevano concordi media ‘liberal’ negli Stati Uniti.

Trump 2: shutdown, avanti a tempo indeterminato, possibili inasprimenti

Intanto, lo shutdown, cioè la parziale serrata dei servizi federali,  va avanti, dopo che tutti i tentativi di compromesso in Congresso sono falliti. Per il Wall Street Journal, “Lo shutdown mette a nudo l’ultima, forse la più grave, delle crisi americane: il crollo della fiducia reciproca e della fiducia nelle istituzioni … I precedenti shutdown erano su qualche tema specifico, questo è su tutto…”.

Il presidente non rinuncia a sfruttare la serrata per colpire i democratici. Progetti per New York (18 miliardi di dollari per la viabilità della Grande Mela) e per Chicago (2,1 miliardi per infrastrutture) sono stati bloccati, sia pure temporaneamente. E l’Amministrazione programma di ostacolare l’accesso dei più anziani e dei meno abbienti a benefici della sicurezza sociali.

C’è la minaccia di non limitarsi a sospendere dal lavoro senza retribuzione i dipendenti, ma di fare licenziamenti di massa nelle agenzie federali meno allineate con le priorità presidenziali. Anche se l’aggressività della Casa Bianca potrebbe essere frenata dai sondaggi, secondo cui una maggioranza dei potenziali elettori attribuisce al presidente e ai repubblicani la responsabilità dello shutdown.

Trump 2: esercito e università, chi contro discriminazione è cacciato o perde i fondi
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L’adunata di centinaia di generali e ammiragli, ieri, a Quantico. (Fonte: Washington Post)

Dopo l’adunata di generali e ammiragli di martedì scorso e le filippiche contro le politiche d’inclusione di Trump e di Hegseth, Politico segnala la destituzione del capo di Stato Maggiore della Marina Jon Harrison, l’ultimo di una lunga serie di alti ufficiali rimossi.

Il Pentagono sta organizzando una campagna anti – fughe di notizie, sottoponendo i dipendenti a test con macchine della verità e facendo loro firmare accordi di non divulgazione delle informazioni.

Inoltre, la Casa Bianca chiede alle Università di firmare accordi che mettono al bando le politiche d’inclusione, se non vogliono perdere i fondi loro destinati. Gli Atenei devono impegnarsi a non usare come criteri di ammissione razza e sesso, a congelare le borse di studio e a limitare il numero degli studenti stranieri.

 

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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