“Il mondo è di fronte alla scelta tra la pace e la guerra… La Cina è una forza di pace e di sviluppo… Nessun bullo potrà intimidirci…”. Le parole del presidente cinese Xi Jinping ammaliano: tutti vogliamo essere “una forza di pace e di sviluppo” e nessuno vuole lasciarsi intimidire “da un bullo” (chiunque esso sia, il presidente democraticamente eletto di un Grande Paese o un dittatore).

Peccato che Xi le dica dopo avere passato in rassegna le truppe cinesi su un’auto scoperta, prima d’assistere alla grande parata militare sulla piazza Tienanmen, nell’80° anniversario della vittoria sul Giappone nella seconda guerra mondiale; e avendo accanto il presidente russo Vladimir Putin, l’aggressore dell’Ucraina, e il dittatore nord-coreano Kim Jong-un – è la prima volta che i tre sono insieme -. Mentre Xi parla, la Russia colpisce, per l’ennesima notte, con droni e missili balistici, Kiev e altre città ucraine.
Dalla fine di agosto, la Cina è impegnata in una frenetica attività diplomatica, sciorinando alleanze e sfoggiando forza. Prima, a Tianjin, il vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, la Sco, dove c’erano anche, fra gli altri, il premier indiano Narendra Modi e i presidenti iraniano Masoud Pezeshkian e turco Recep Tayyip Erdogan; poi, a Pechino, la parata.

Alle parole di Xi, il presidente Usa Donald Trump fa eco da Washington con un post ironico, anche se un po’ sconnesso, sul suo social Truth: evoca “l’enorme quantità di sostegno e sangue donata dagli Stati Uniti alla Cina per aiutarla a liberarsi da un invasore straniero molto ostile”, senza citare il Giappone; e prosegue chiedendo a Xi “di porgere i miei più cordiali saluti a Putin e a Kim, mentre cospirate contro gli Stati Uniti”. Il post si chiude con l’augurio a Xi “e al meraviglioso popolo cinese di vivere una giornata di festa grandiosa e duratura”.
Da Cina e Russia, un avvertimento a Washington e messaggi a Bruxelles
Per la stampa Usa, il vertice di Tianjin e la parata a Pechino sono “un avvertimento a Washington”, titola Fox News. Il Teheran Times parla “di sinergia tra il leone e il drago”, cioè l’Iran e la Cina. Media cinesi, russi, indiani sono unanimi nel constatare la sintonia, confermata, ritrovata o inedita, tra Pechino, Mosca e New Delhi.
Cina e Russia, le cui relazioni – nota Xi – “hanno resistito alla prova delle mutevoli circostanze internazionali”, hanno firmato una ventina di accordi bilaterali, dall’energia all’aerospazio, dall’intelligenza artificiale all’agricoltura.
Putin incontra a Pechino il premier slovacco Robert Fico, il più filo-russo dei 27 con l’ungherese Viktor Orban, e lo rassicura: Mosca non intende attaccare l’Unione – “una totale assurdità, assolutamente priva di fondamento” – e non si oppone all’adesione dell’Ucraina all’Ue – niente Nato, però -; e sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, “è possibile trovare un consenso” a fine conflitto – i Volenterosi torneranno a parlarne domani a Parigi -.
La risposta dell’Ue: monito a Pechino e spese difesa record
Bruxelles, da parte sua, manda un messaggio al governo cinese: “Il sostegno della Cina alla guerra di aggressione russa continua a influire negativamente sulle nostre relazioni, anche perché Pechino contribuisce” allo sforzo militare russo, fa sapere la Commissione europea.
La spesa militare europea, nel 2024, è stata la più alta mai registrata: 343 miliardi di euro, il 19% più del 2023. Lo certifica l’Agenzia europea per la Difesa, secondo cui la spesa della Russia, sempre nel 2024, è stata di 234 miliardi di euro, i due terzi di quella europea.
Gli investimenti nel settore della difesa hanno superato per la prima volta i 100 miliardi di euro, attestandosi a 106 miliardi e raggiungendo l’1,9% del Prodotto interno lordo combinato. Secondo l’Eda, l’impennata degli investimenti “riflette la determinazione degli Stati dell’Unione a rafforzare le capacità militari in risposta all’evoluzione del contesto di sicurezza”. La capa della diplomazia dell’Ue Kaje Kallas afferma: “L’Europa spende cifre record per la difesa per garantire la sicurezza dei cittadini… Non ci fermeremo qui…”.
MO/Ucraina: è guerra senza posa
Mentre Cina e Russia, con alleati vecchi e nuovi, ordiscono la trama di un nuovo ordine mondiale attribuito al Sud globale e alternativo alla governance planetaria a trazione occidentale esplicitata nel G7, nella Striscia di Gaza e in Ucraina i fronti di guerra sono in fiamme, i negoziati languono.
Trump lascia passare senza muovere muscolo le ormai caricaturali sue “due settimane” date a Putin, dopo il vertice di Ferragosto ad Anchorage in Alaska, per sbloccare le trattative di pace sull’Ucraina e organizzare un vertice con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu intensifica l’offensiva militare nella Striscia di Gaza e porta avanti il disegno di svuotare di significato l’idea di uno Stato palestinese, occupandone e sminuzzandone il territorio, prima che i Paesi che intendono farlo lo riconoscano all’Assemblea generale Onu, fra tre settimane.
Anche le ultime 24 ore hanno visto diversi civili uccisi e almeno cinque bambini ammazzati mentre facevano la coda per l’acqua in una zona considerata ‘sicura’.