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Trump 2: lo scontro sui vaccini si allarga, rischi per la salute e istituzionali

Scritto il 29/08/2025 per The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/usa/lo-scontro-sui-vaccini-si-allarga-rischi-per-la-salute-e-istituzionali/

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Trump 2 – Lo scontro sui vaccini tra il potere e la scienza polarizza l’attenzione dei media negli Usa stamane: rischi per la salute e conseguenze istituzionali si intrecciano, nei titoli e nelle analisi, dopo che, mercoledì, il segretario alla Sanità Robert F. Kennedy jr aveva licenziato Susan Monarez, direttrice del Centro per il controllo delle malattie, il Cdc, che ha ad Atlanta la sede principale.

250828 - Susan Monarez - Cdc
Susan Monarez (Fonte: Nbc)

Monarez, che è più una scienziata che una politica e che s’era insediata meno di un mese fa, dopo l’avallo del Senato, contestava le scelte anti-vaccini di Kennedy jr e dell’Amministrazione Trump 2. Per sostituirla, ad interim, la Casa Bianca ha scelto il ‘numero due’ di Kennedy jr, Jim O’Neil, confermando l’orientamento a rivedere la politica dei vaccini federale, lisciando il pelo alla sua base negazionista e ‘no Vax’.

Il Wall Street Journal, in apertura, analizza la politica sui vaccini di Trump 2: “Il presidente – scrive – ha incoraggiato il movimento anti-vaccini già forte fra i suoi sostenitori e la crisi sta ora compromettendo l’efficienza del Cdc”, già scosso da licenziamenti e avvicendamenti di scienziati e consulenti. Il Washington Post intervista tre alti dirigenti che si sono dimessi, dopo l’allontanamento di Monarez: “Così si mettono a  rischio vite umane”, avvertono.

Il New York Times approfondisce le ragioni della caccia di Monarez, che si rifiutava di licenziare suoi stretti collaboratori e di accettare le raccomandazioni sui vaccini espresse da un panel formato da Kennedy jr. Il quotidiano constata, soprattutto, che il Trump 2 prende di mira “agenzie da tempo considerate al di sopra, e al di fuori, della politica” e analizza “i grandi rischi” di tale atteggiamento per la sicurezza e per la democrazia: “La Casa Bianca dice che è un diritto del presidente licenziare i funzionari che non condividono la sua agenda”.

Il riferimento è al Cdc, ma anche alla Fed, la Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti, e agli enti di controllo; o alla Fema, la protezione civile, e agli enti per l’ambiente e il clima; o ancora alla Smithsonian Institution e ad altre istituzioni culturali. Vere e proprie ‘purghe’ portate avanti con la supina adesione del Congresso a maggioranza repubblicana e la partigiana tolleranza della Corte Suprema, anche quando sembrano essere in gioco principi costituzionali.

Trump 2: sviluppi sulla Fed e altre vicende analoghe
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FILE – Federal Reserve Board of Governors member Lisa Cook, right, talks with Federal Reserve Chairman Jerome Powell before an open meeting of the Board of Governors at the Federal Reserve, June 25, 2025, in Washington. (AP Photo/Mark Schiefelbein, File)

Gli scossoni al Cdc, le cui scelte hanno un impatto sulla cura e sulla prevenzione delle malattie negli Usa, si innescano alle tensioni alla Fed. Lisa Cook, che siede nel Board dei governatori, ricorre in giustizia contro la decisione del presidente di licenziarla, in un caso da cui dipende “l’indipendenza della Banca centrale dal potere esecutivo”, scrive l’Ap.

La Casa Bianca motiva il licenziamento, senza precedenti nella storia e la cui legittimità non è certa, con le accuse mosse a Cook di frode per migliorare le condizioni di un mutuo. Cook nega le accuse, che non si sono ancora tradotte in provvedimenti giudiziari, e sostiene che il suo licenziamento è “illegale”.

In ambito analogo, un giudice federale ha appena bloccato il licenziamento del direttore della Voice of America, Michael Abramowitz, che Kari Lake, modesta giornalista e politica fallita, ma chiamata da Trump a smantellare l’informazione di servizio pubblico negli Stati Uniti, voleva ‘fare fuori’, nell’ambito dello smantellamento dell’emittente. Il giudice ha stabilito che solo il consiglio d’amministrazione confermato dal Senato può nominare o licenziare il direttore.

Media: The Atlanta Journal  – Constitution non sarà più cartaceo

Il The Atlanta Journal – Constitution, il gironale della capitale e della maggiore città della Georgia, la città della Coca-Cola e della Cnn, delle Olimpiadi del 1996 e di Martin Luther King, oltre che del Cdc, non uscirà più in forma cartacea da fine anno, ma continuerà a essere pubblicato online.

Atlanta è la città devastata dalla Guerra Civile di una delle scene più iconiche di Via col vento, uno dei film più famosi nella storia del cinema. E il The Atlanta Journal – Constitusion esce dal 1868, pochi anni dopo quella scena di divisione di devastazione: una storia di oltre un secolo e mezzo.

Il quotidiano della Georgia non è certo il primo a prendere questa decisione, ma è uno dei maggiori ad abbandonare il formato cartaceo. Sicuramente, altri seguiranno. Il problema non è il formato dell’informazione, ma la qualità: se, senza carta, il giornale di Atlanta continuerà ad esistere e potrà mantenere il livello d’informazione che lo ha fin qui contraddistinto, ben venga il cambiamento.

 

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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