HomeEuropaMO: Israele lancia offensiva Gaza; Ucraina: Mosca frena negoziati

MO: Israele lancia offensiva Gaza; Ucraina: Mosca frena negoziati

Scritto il 21/08/2025 per The Watcher Post e ribattuto il 22/08/2025 https://www.thewatcherpost.it/news/israele-lancia-loffensiva-su-gaza-mosca-frena-sui-negoziati-per-lucraina/

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Da giovedì, Israele sta conducendo la prima fase dell’offensiva militare su Gaza City: l’esercito, entrato in azione ieri mattina, tiene pronte a intervenire cinque divisioni; e i riservisti richiamati sono 60 mila e si calcola che il numero salirà a 120 mila. L’esodo della popolazione è in atto.

Il New York Times titola: “Con le sue mosse in CisGiordania e nella Striscia di Gaza, Israele sfida l’indignazione globale”; e spiega: “Israele approva nuovi insediamenti in CisGiordania, appartamenti per oltre 10 mila persone, uno schiaffo alle speranze di uno Stato palestinese”. L’obiettivo dichiarato: far venire meno le condizioni per la creazione di uno Stato palestinese e compromettere le possibilità di un accordo per una tregua.

Dopo una decina di giorni in cui le notizie sull’Ucraina avevano prevalso sui media internazionali, riducendo un po’ l’attenzione sulle decisioni del governo guidato da Benjamin Netanyahu, la guerra nella Striscia di Gaza, che ha già fatto oltre 62 mila vittime palestinesi, in maggioranza bambini e donne, torna in primo piano.

Papa Leone XIV invita alla preghiera e al digiuno per una pace “disarmata e disarmante”. E un’organizzazione internazionale sostenuta dall’Onu, la Integrated Food Security Phase Classification, l’Ipc, dice che la carestia che attanaglia Gaza City potrebbe presto coinvolgere altre città della Striscia, come Deir al-Balah e Khan Younis. Messo milione di persone sono a rischio di malnutrizione, denutrizione e morte- Le autorità israeliano contestano questi dati.

Leone XIV - Papa- eletto
Il neo-eletto Papa Leone XIV pronuncia il suo discorso a Piazza San Pietro (Fonte: TWP)

L’offensiva, decisa dieci giorni or sono e largamente annunciata, vuole dare a Israele pieno controllo di Gaza City, svuotata di un milione di abitanti – circa la metà del totale della Striscia – e ormai riotta in gran parte a una spianata di macerie. Alla vigilia dell’offensiva, nella giornata di mercoledì, i morti fatti dai militari israeliani sono stati decine: almeno 80, secondo fonti palestinesi. E, da ieri, le vittime continuano a contarsi a decine.

La guerra va avanti dall’8 ottobre 2023, dopo che, il 7 ottobre, raid terroristici condotti da Hamas e altri gruppi palestinesi avevano fatto circa 1200 vittime in Israele e portato alla cattura di circa 250 ostaggi, una cinquantina dei quali devono ancora essere restituiti alle loro famiglie – una ventina sarebbero ancora vivi -.

Israele: offensiva su Gaza City, le reazioni internazionali

Le due iniziative israeliane – l’inizio dell’offensiva e il via libera a ulteriori insediamenti – suscitano timori e condanne quasi in tutto il Mondo. L’Unione europea e le Nazioni Unite chiedono a Israele di ripensarci. L’Amministrazione Trump 2, invece, sembra dare il suo avallo; anzi, il Dipartimento di Stato licenzia un funzionario che, la scorsa settimana, aveva espresso le proprie condoglianze dopo l’uccisione di una troupe di giornalisti di Al Jazeera, insieme ad altri civili.

Secondo il Washington Post, il licenziamento di Shahed Ghoreishi, che aveva anche espresso critiche al trasferimento forzato di centinaia di migliaia di palestinesi nella Striscia, vuole mandare “un messaggio raggelante” ai funzionari del Dipartimento di Stato: ogni forma di comunicazione che non suoni pro-israeliana non sarà tollerata, anche se consona a consolidate linee guida politiche degli Stati Uniti, tipo il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale.

L’offensiva militare e il via libera ai nuovi insediamenti, il cui obiettivo dichiarato è privare di senso l’espressione Stato palestinese, facendo venire meno la continuità territoriale delle aree controllate dalle autorità palestinesi, arrivano mentre ancora si attende la risposta israeliana alle ultime proposte negoziali arrivate dal Cairo e già accettate da Hamas: l’idea, non nuova, è una tregua, in cambio della liberazione di una decina di ostaggi e della restituzione dei corpi di una ventina; la tregua dovrebbe servire a negoziare la cessazione delle ostilità e la restituzione di tutti gli ostaggi. Ma il no di Israele a questo piano appare implicito in quanto sta avvenendo.

Il premier Netanyahu ritiene tuttavia compatibile il via libera all’offensiva su Gaza City e la ripresa delle trattative sul rilascio degli ostaggi. Domenica scorsa, un milione di israeliani in tutto il Paese avevano manifestato chiedendo al governo di dare priorità alla liberazione degli ostaggi.

Ucraina: Mosca frema, ‘Putin aspetta che Trump si stufi’
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L’incontro all’aeroporto della base di Anchiarage tra i presidenti russo Vladimir Putin e Usa Donald Trump (Fonte: WP)

L’Ucraina resta, comunque, alta nelle notizie. Il Washington Post ci apre: “I limiti della diplomazia di Trump appaiono chiari nel momento in cui Mosca frena sui piani di pace per l’Ucraina e oppone resistenza a un Vertice fra Putin e Zelensky e sulle garanzie di sicurezza”, alla cui definizione vuole – ovviamente – partecipare.

Il giornale ricorda che le affermazioni di Trump dopo il vertice di Ferragosto in Alaska con Putin, secondo cui le posizioni del leader russo “erano cambiate”, avevano lasciato stupiti gli analisti”: esse si rivelano ora false. In un commento, il giornale scrive che Putin, dal canto suo, era uscito bene dal vertice con Trump, ma che ora sta forse esagerando e suscita la reazione ucraina ed europea.

Secondo Politico, invece, il presidente russo sta semplicemente aspettando che Trump “si stufi” dell’Ucraina e si dedichi ad altro, giocando sulla volubilità e l’incostanza del magnate presidente.

Secondo il New York Times, il modo di condurre le trattative sull’Ucraina di Trump è “un volare alla cieca”: il magnate presidente si priva di uomini di esperienza intono a lui in momenti cruciali e ha “poche fonti di consiglio competente e  indipendente”: un dato che era già emerso con evidenza la settimana scorsa, durante il vertice in Alaska con il presidente russo, quando la delegazione russa aveva ben oltre 50 anni di esperienza diplomatica e quella Usa a mala pena cinque e mezzo, uscendo sovrastata 10 a uno.

A testimonianza dell’inesperienza del team Trump, il NYT racconta che il vice JD Vance ha invitato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a “rigare diritto” nell’ultimo incontro alla Casa Bianca, lunedì scorso. Parole simili a quelle dette il 28 febbraio, quando Zelensky venne verbalmente assalito nello Studio Ovale da Trump e Vance.

Secondo la Cnn, lo sforzo di pace in Ucraina di Trump “sta vacillando” e il Wall Street Journal ricostruisce come, in soli quattro giorni, un’iniziativa che pareva lanciata, dopo il vertice in Alaska e gli incontri di lunedì alla Casa Bianca, s’è arenata: il recente ottimismo è svanito e, mentre aspetta nuove risposte, Trump cambia di nuovo linguaggio e dice che l’Ucraina non può vincere la guerra se non colpisce la Russia.

Sempre sul fronte internazionale, c’è una esclusiva del Wall Street Journal: la Corea del Nord disporrebbe di una base segreta per il lancio di missili a lungo raggio lungo la frontiera cinese.

Nel suo primo mandato, Trump aveva incontrato tre volte il dittatore nord-coreano Kim Jong-un, con l’intento di ottenere la ‘denuclearizzazione’ del Paese che, da allora, ha aumentato il proprio arsenale missilistico e nucleare. L’unico risultato di quei vertici fu la riabilitazione internazionale del dittatore nord-coreano, così come il vertice in Alaska ha ‘sdoganato’ Putin da paria a leader cui rendere onore e con cui negoziare.

Nel suo primo mandato, Trump aveva incontrato tre volte il dittatore nord-coreano Kim Jong-un, con l’intento di ottenere la ‘denuclearizzazione’ del Paese che, da allora, ha aumentato il proprio arsenale missilistico e nucleare. L’unico risultato di quei vertici fu la riabilitazione internazionale del dittatore nord-coreano, così come il vertice in Alaska ha ‘sdoganato’ Putin da paria a leader cui rendere onore e con cui negoziare.

Intanto, in Italia, a Rimini, è stato arrestato un ucraino di 49 anni, Serhii Kuznietov, apparentemente in vacanza con la famiglia. Kuznietov era colpito da mandato di cattura internazionale in quanto presunto coordinatore del sabotaggio, nel settembre 2022, al gasdotto Nord Stream nel Mar Baltico, un’azione a lungo – e un po’ assurdamente – attribuita ai russi, ma che sarebbe stata invece – molto più logicamente – opera dei servizi segreti ucraini.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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