Trump 2 – Duecento giorni alla Casa Bianca ormai compiuti – la scadenza esatta era domenica 10 agosto – e Donald Trump conserva la capacità di sorprendere e spiazzare i media Usa, offrendo ogni giorno spunti di notizia diversi e inattesi. Lo prova la varietà dei titoli dei maggiori media statunitensi questa mattina, tutti comunque superati in attualità dalla breaking news battuta dalla Ap all’alba: “Usa e Cina, le due maggiori economia mondiali, estendono la loro tregua commerciale d’ulteriori 90 giorni, fino al 9 novembre, alleviando le reciproche tensioni”.
La tregua scadeva alla mezzanotte e un minuto, cioè alle 06.01 ora italiana. Se il termine non fosse stato esteso, i dazi Usa sull’import cinese, già alti al 30%, si sarebbero impennati fino al 145%; e, ovviamente, la Cina avrebbe risposto con analoghe contro-misure.
Trump 2: Guardia Nazionale a Washington D.C., polemiche e proteste
Il Washington Post apre – ed è naturale – con la decisione del magnate presidente di inviare 800 uomini della Guardia Nazionale nella capitale federale per tenere sotto controllo l’ordine pubblico e per assistere la polizia locale ed altre forze dell’ordine nel contrasto ai crimini violenti ed alle rapine di auto, a smantellare gli accampamenti di senza fissa dimora ed a dare la caccia agli immigrati senza documenti.
In una conferenza stampa divenuta ‘fiume’, Trump ha mostrato una serie di grafici secondo i quali il tasso di criminalità di Washington è peggiore di quello di numerose capitali in tutto il mondo, tra cui Baghdad, Panama City, Brasilia e Bogotà. “La nostra capitale è stata invasa da bande violente e criminali assetate di sangue, da gang di giovani scatenati, da maniaci drogati e senzatetto – ha detto il magnate presidente -… Non permetteremo che ciò accada ancora”.
Stando alle statistiche ufficiali delle forze dell’ordine, il tasso di criminalità a Washington è sceso, nell’ultimo biennio, ed è sui livelli più bassi degli ultimi trent’anni.

La decisione di Trump è parte di un giro di vita sulla sicurezza che dovrebbe toccare anche altre grandi città, tutte a guida democratica, come Chicago, Baltimora e Atlanta; e si colloca nel contesto di quanto visto in giugno a Los Angeles.
Le autorità cittadine della capitale federale, con in prima linea la sindaca nera democratica Muriel E. Bowser, contestano il fatto che la polizia di Washington sia subordinata alla Guardia Nazionale. La sindaca parla di provvedimento “destabilizzante e senza precedenti” e sostiene che la capa della polizia del Distretto di Columbia continuerà a fare il suo lavoro: “”La comandante Pamela Smith resta al suoi posto con i 3.100 elementi del Metropolitan Police Department ai suoi ordini”.
Per il WP, “Washington non è quello che Trump pensa”. Il New York Times titola ironicamente “Sindaco Trump”. La Cnn spiega che cosa cambierà a nella capitale federale con lo spiegamento della Guardia Nazionale. L’Ap colloca la mossa di Washington nel contesto “di un nuovo passo nell’attuazione dell’agenda di ‘Law&Order’ di Trump e di contrasto all’immigrazione clandestina”.
Trump 2: occupazione, nuovo capo all’ufficio statistico
Dopo avere licenziato, la scorsa settimana, la responsabile del Bureau of Labor Statistics, nominata dal suo predecessore Joe Biden e colpevole d’avere pubblicato dati non positivi sull’andamento del mercato del lavoro, il presidente Trump ha nominato al suo posto E.J. Antoni, un economista della Heritage Foundation, un think tank di destra, critico dell’operato del Bureau.

Non c’è prova a sostegno delle accuse di manipolazione dei dati mosse a Erika McEntarfer. E bisognerà ora valutare l’attendibilità delle indicazioni d’ora in poi fornite dal Bureau. Il tema è sensibiole dia dal punto di vista politico che economico: Il Wall Street Journal gli dedica l’apertura.
Invece, Fox News continua una sua campagna contro il deputato democratico della California Adam Schiff, che fu il grande accusatore di Trump nei due impeachment istruiti dalla Camera durante il suo primo mandato e sempre cassati dal Senato a maggioranza repubblicana.
Trump 2: Epstein, giudica nega pubblicazione documenti
Ln giudice di New York ha negato al Dipartimento della Giustizia l’autorizzazione a pubblicare testimonianze segretate del Grand Jury che incriminò Ghislaine Maxwell, la ex partner sessuale e procacciatrice di giovani prede del magnate pedofilo Jeff Epstein, suicida in carcere, a New York, nel 2019.

Analoga autorizzazione era già stata negata da un giudice della Florida, per un procedimento contro Epstein svoltosi in quello Stato. L’Amministrazione Trump 2, che non intende pubblicare, nonostante le promesse fatte in campagna elettorale, tutti i files della vicenda Epstein, sta cercando di soddisfare almeno in parte la curiosità del popolo Maga, che, intorno al caso Epstein ha costruito tutta una serie di teorie complottiste.
La Maxwell, che sta scontando vent’anni di carcere per traffici sessuali e abusi di minorenni, è stata contatta dal Dipartimento della Giustizia, con cui può negoziare sconti di pena o altre agevolazioni in cambio di rivelazioni. C’è ovviamente il rischio che, in cambio delle concessioni, Maxwell possa dire quel che il Dipartimento della Giustizia vuole sentirle dire e tacere quello che sarebbe scomodo per l’Amministrazione Trump 2.