Trump 2 – Medio Oriente, dazi e la spina del partito America di Elon Musk: sull’agenda di Donald Trump, questa settimana, ci sono l’incontro, oggi, col premier israeliano Benjamin Netanyahu; la scadenza, mercoledì, della tregua nella ‘guerra dei dazi universale’ scatenata il 2 aprile e poi messa in pausa per tre mesi; e il cicaleccio politico suscitato dai propositi di Musk, l’uomo più ricco al mondo, divenuto da sodale rivale, di promuovere un partito conservatore ‘anti-trumpiano’, che non vincerà le elezioni, ma che potrebbe farle perdere ai repubblicani ‘trumpiani’.

In questa scaletta, Trump dovrà pure inserire una visita alle contee del centro del Texas devastate dalla tragica piena del fiume Guadelupe, che ha fatto – secondo l’ultimo bilancio della Ap – circa 80 vittime, fra cui decine di ragazzine ospiti d’un campo estivo, il Camp Mystic. E restano una decina di dispersi. Crescono le polemiche sulle carenze di prevenzione e di allarme, in un’area storicamente esposta al rischio di inondazioni. La Casa Bianca ha annunciato che il presidente sarà sui luoghi della devastazione venerdì 11.
Trump 2: MO, Trump ottimista su tregua, Netanyahu più rigido
Il presidente Trump ripete che un’intesa su una tregua nella Striscia di Gaza è possibile in settimana, sulla base della proposta americana: 60 giorni di cessate-il-fuoco, con la restituzione di 30 dei 50 ostaggi tuttora detenuti da Hamas, dieci vivi e venti morti. Israele ha tuttavia respinto le integrazioni di Hamas alla bozza d’accordo e ha continuato operazioni militari letali, con decine e talora centinaia di vittime civili al giorno.
In partenza per Washington, Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione articolata e non conciliante, anche nei confronti del presidente israeliano Isaac Herzog, che lo invita al cessate-il-fuoco.
“Sono in partenza, con mia moglie, per una visita molto importante a Washington, dove incontrerò il presidente Trump. È il mio terzo incontro con lui da quando è stato eletto… Incontrerò anche tutti i vertici dell’Amministrazione, i principali membri del Congresso di entrambi i partiti e molte altre personalità … Nel colloquio con il presidente Trump, innanzitutto lo ringrazierò per il suo forte impegno a favore di Israele: non abbiamo mai avuto un amico così alla Casa Bianca. Il nostro impegno congiunto ha portato a una grande vittoria contro il nostro nemico comune, l’Iran, … e anche contro il Libano”, oltre ai colpi inferti ad Hamas.

“Tutto ciò – ha proseguito Netanyahu – comporta grandi responsabilità e pure grandi opportunità. La responsabilità è, prima di tutto, preservare ciò che abbiamo ottenuto e vigilare contro i tentativi dell’Iran di rinnovare il proprio programma nucleare volto alla nostra distruzione. Ma c’è anche l’opportunità di allargare il cerchio della pace ben oltre quanto potevamo immaginare in passato”.
La dichiarazione continua: “Abbiamo già cambiato profondamente il volto del Medio Oriente e abbiamo l’opportunità e la capacità di trasformarlo ancora, per dare un grande futuro a Israele e all’intera regione. Parallelamente, siamo ancora coinvolti sul fronte di Gaza. Anche lì abbiamo ottenuto grandi risultati, ma ci sono ancora missioni da completare. Finora, abbiamo liberato 205 dei 255 ostaggi, di cui 148 vivi. Restano 20 ostaggi vivi e 30 deceduti. Sono determinato – siamo determinati – a riportarli tutti a casa”.
“Siamo anche determinati – ha concluso Netanyahu – ad assicurare che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele. Questo significa che non permetteremo più rapimenti, omicidi, decapitazioni, invasioni. Vuol dire una cosa sola: l’eliminazione delle capacità militari e governative di Hamas. Hamas non sarà più lì … Stiamo lavorando per raggiungere l’accordo di cui si è parlato, alle condizioni che abbiamo accettato. Ho inviato una squadra per i negoziati con direttive chiare. Credo che la conversazione con il presidente Trump possa sicuramente aiutare ad avanzare verso questo risultato che tutti desideriamo”.
Un’inchiesta del Washington Post ha intanto accertato che l’attacco aereo israeliano contro una ben nota prigione a Teheran, dove sono incarcerati oppositori del regime teocratico, fece il mese scorso almeno quattro vittime civili, fra cui due bambini.
Trump 2: dazi, verso una proroga di fatto di tre settimane, lascia intendere Bessent

In un’intervista alla Cnn, il segretario al Tesoro Scott Bessent lascia intendere che gli Stati Uniti potrebbero concedere di fatto tre settimane di tempo in più ai Paesi con cui trattano sui dazi. Bessent afferma che mercoledì 9 i dazi americani torneranno ai livelli del 2 aprile, in assenza d’accordi, ma che le tariffe scatteranno l’1° agosto.
Però tutti sono consapevoli che, sui dazi, la parola che conta è quella di Trump, che ha sovente dato indicazioni contraddittorie e informazioni imprecise sullo stato dell’arte delle trattative e sulle sue stesse intenzioni.
Bessent ha anche detto che i negoziati con l’Ue “procedono”: dopo un avvio lento, “ci sono stati progressi”. “Saremo molto impegnati nelle prossime 72 ore: vedremo molti accordi”, ha aggiunto, sostenendon che diverse importanti intese saranno annunciate nel “prossimo paio di giorni”. “Siamo concentrati su 18 Paesi che rappresentano il 95% del nostro deficit” commerciale, ha chiarito Bessent, sottolineando che la strategia applicata nelle trattative è quella della “massima pressione”.
Trump 2: Musk annuncia nascita e obiettivi suo nuovo partito, l’America Party
Elon Musk, l’uomo più ricco al Mondo, l’ex First Buddy del presidente Trump, oggi divenuto uno dei suoi contestatori più vocali, ha annunciato, in base all’esito di un sondaggio online, la nascita d’un terzo partito, l’America Party, e ne ha precisato gli obiettivi (limitati). Come primo passo, ottenere una decina di seggi alla Camera e due o tre al Senato nelle elezioni di midterm a novembre del 2026: basterebbe a fare perdere ai repubblicani la maggioranza nei due rami del Congresso.
Il 4 Luglio, la festa dell’Indipendenza, il patron di Tesla ha lanciato un sondaggio online chiedendo agli americani se volessero “l’indipendenza” dal sistema a due partiti: il 65% ha risposto sì, il 35% no. Musk ha allora scritto su X: “Con un rapporto di 2 a 1, volete un nuovo partito politico e lo avrete. Quando si tratta di mandare in bancarotta il nostro Paese con sprechi e corruzione, viviamo in un sistema mono-partitico, non in una democrazia. L’America Party nasce per ridarvi la libertà”.
L’accelerazione di Musk, che aveva già prospettato un suo partito, arriva dopo il varo del ‘big beautiful bill’, la legge finanziaria fortemente voluta da Donald Trump e altrettanto fortemente criticata dall’uomo più ricco al Mondo, contrario a una misura che può, a suo avviso, far fare bancarotta agli Stati Uniti.
“Perderete le elezioni, anche se fosse l’ultima cosa che farò”, ha detto minaccioso a deputati e senatori. Trump ha seccamente respinto le critiche e minimizzato l’insidia: “Musk – ha detto – è arrabbiato per i sussidi alle auto elettriche”, arrivando, però, a minacciare di deportarlo. I rapporti fra i due sono tesi da quando Musk ha lasciato la Casa Bianca. rompendo una ‘bromance’ durata quasi un anno e dopo avere contribuito a suon di centinaia di milioni di dollari a fare tornare Trump alla Casa Bianca.
A giugno, all’apice delle tensioni, Musk aveva già aleggiato la possibilità di fondare un nuovo partito che avesse veramente a cuore gli interessi degli americani. La sua rabbia però è montata nel corso delle settimane con il via libera del Senato e della Camera al ‘big beautiful bill’, il budget di 940 pagine che contiene tutte le promesse elettorali del presidente, dal taglio delle tasse a nuovi fondi per combattere l’immigrazione.
Nei sogni del miliardario, il suo nuovo partito sarà in grado di attirare repubblicani e democratici frustrati, anche se appare molto difficile che susciti consensi fra i progressisti..