HomeEuropaIsraele-Iran: giorno 8, Trump prende tempo, Netanyahu bombarda, Europa negozia

Israele-Iran: giorno 8, Trump prende tempo, Netanyahu bombarda, Europa negozia

Scritto il 20/06/2025 per The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/news/trump-prende-tempo-sulliran-ma-rafforza-il-dispositivo-militare/

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Guerra Israele – Iran – Donald Trump prende tempo: fa annunciare dalla portavoce della Casa Bianca che deciderà nel giro di due settimane se attaccare o meno l’Iran e che cercherà, intanto, di dare una chance al negoziato. La comunicazione affidata a Karoline Leavitt fa i grandi titoli della stampa Usa questa mattina, mentre la guerra tra Israele e Iran entra nell’ottavo giorno con un’altra notte di attacchi incrociati e l’Europa s’appresta ad aprire a Ginevra uno spiragli di trattativa.

Israele-Iran: i 15 giorni di Donald Trump

Leavitt cita Trump alla lettera: c’è “una sostanziale opportunità di negoziati che potrebbero e meno tenersi nel prossimo futuro”. La voce, circolata a Washington, di appuntamenti già fissati tra Usa e Iran trova però smentite a Teheran.

Da lunedì, da quando aveva lasciato a metà lavori il Vertice del G7 in Canada, per seguire da vicino gli sviluppi dell’attacco di Israele all’Iran, Trump aveva fatto intendere, in modo esplicito, di stare valutando se bombardare a breve i siti nucleari iraniani con ordigni, che solo gli Usa hanno, capaci di penetrare in profondità i bunker sotterranei dove sono allestiti i più segreti e importanti laboratori nucleari iraniani.

In un articolo che sarebbe divertente se la materia non fosse tragica, il New York Times scrive che due settimane è “il numero magico” del magnate presidente e cita diversi episodi nei quali ha usato la stessa unità di tempo, che, di fatto, vuol dire “prima o poi o forse mai”.

Ad esempio, quando due mesi fa i media gli chiesero se potesse fidarsi di Vladimir Putin, Trump rispose: “Ve lo farò sapere tra circa due settimane”. Il magnate ha dato appuntamenti “fra 15 giorni” anche per la legge di bilancio che gli piace tanto, ma che resta da approvare, per progetti da varare, per teorie del complotto che sosteneva fossero vere ma che dovevano essere provate.

Tutte situazioni che, a un certo punto, Trump ha promesso di risolvere in “due settimane”. Secondo il New York Times, la misura per il presidente può volere dire “tutto e niente”. “Sono una proroga e allo stesso tempo una programmazione. Non sono un’unità di tempo oggettiva, ma soggettiva. Sono completamente slegate da qualsiasi senso cronologico. Significa semplicemente ‘più tardi’. Ma ‘più tardi’ può anche significare ‘mai'”.

Proprio il New York Times titola in prima: “Trump prende tempo, è aperto a altre opzioni rispetto al coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto tra Israele e Iran, ma continua a rafforzare l’apparato militare nella regione”. Per il giornale, l’intelligence militare Usa non è sicura che l’Iran voglia dotarsi dell’atomica, dopo che l’intelligence civile aveva fatto trapelare, giorni fa, che l’Iran non era sul punto di farlo.

Israele-Iran: la via europea alla soluzione negoziale

Il Washington Post titola: “Il presidente frena sull’intervento, dà tempo alla diplomazia”. Politico e il Wall Street Journal danno molto rilievo all’incontro che ministri degli Esteri europei avranno, oggi, a Ginevra, in Svizzera, con esponenti iraniani: i capi delle diplomazie di Francia, Germania e Gran Bretagna e dell’Ue incontreranno emissari di Teheran.

Sono gli europei che, nel 2015, negoziarono, insieme a Usa, Russia, Cina e Onu, l’accordo con l’Iran sul nucleare, poi denunciato proprio da Trump nel 2017.

In un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, il segretario di Stato Usa Marco Rubio aveva ieri detto che Washington è aperta a “colloqui diretti” con Teheran.

Israele-Iran: le cronache di guerra
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The damaged Iranian state TV building. AFP Getty Images

La Cnn si chiede se e perché Trump “esiti” e, come altri media Usa, ha un reportage da Teheran: racconta come, dopo una settimana di riti incrociati, “i civili presi in mezzo sono disperati e smarriti”. In una settimana, gli attacchi iraniani hanno ‘decapitato’ la leadership militare del Paese e decimato gli scienziati nucleari, oltre ad avere ucciso centinaia di civili e ad avere causato distruzioni e devastazioni, ansie e paure.

Ieri, gli israeliani avevano colpito il reattore di Arak e avevano dichiarato di avere complessivamente distrutto “più della metà dei lanciamissili iraniani”.

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The Soroka medical center damaged (Fonte: ANSA)

Israele, dal canto suo, accusa decine di vittime, ma danni molto più limitati, perché le sue difese anti-aeree intercettato la maggior parte degli ordigni iraniani. Dopo l’ottava notte di tiri incrociati, questa mattina un missile iraniano ha però colpito di nuovo Beer Sheva, nel sud di Israele, dove ieri era stato raggiunto l’ospedale Soroka – numerosi i feriti -.

L’attacco all’ospedale aveva suscitato reazioni immediate., con un’intensificazione dei raid sull’Iran. Per il ministro della Difesa Israel Katz, la guida suprema iraniana Ali Khamenei “non può continuare a esistere”: Israele considera l’attacco all’ospedale un atto deliberato; Teheran sostiene che l’obiettivo era una struttura militare adiacente. Quello che ha spesso affermato Israele dopo avere attaccato ospedali, scuole e strutture umanitarie nella Striscia di Gaza.

Secondo Le Monde. Il sostegno alla guerra all’Iran in Israele è forte: “L’immensa maggioranza appoggia gli attacchi lanciati il 13 giugno, nel timore di una minaccia nucleare, ma anche per la speranza che un cambio di regime a Teheran inneschi una pace regionale”. “Netanyahu non mi piace – dice una persona intervistata dal giornale francese -, ma quello che sta facendo contro l’Iran è giusto”.

A proposito di cambio di regime, di cui al momento vedono segnali solo le fonti dell’opposizione, Stefano Feltri, nei suoi Appunti, si interroga: “Come è possibile che un’idea così fallimentare rispunti sempre, nonostante i fallimenti in Iraq e in Afghanistan?”.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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