HomeEuropaUnione europea: 9 Maggio, le guerre fiaccano il progetto

Unione europea: 9 Maggio, le guerre fiaccano il progetto

Scritto lo 08/05/2025 per InTerris https://www.interris.it/glocal-news/giornata-europa-situazione-ue..

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Tre anni di guerra in Ucraina (e oltre tre mesi di Donald Trump alla Casa Bianca) hanno indebolito l’Unione europea più della pandemia, da cui, anzi, i 27 erano uscita rinvigoriti e quasi rivitalizzati dalla decisione di fare debito comune per trovare le risorse per rilanciare le economie più provate dalla lunga stasi.

La guerra ha intaccato il mantra del continente rimasto in pace dopo la Seconda Guerra Mondiale: un mito, perché le guerre nella ex Jugoslavia avevano già segnato gli Anni Novanta e avevano coinvolto, via Nato, gran parte dei Paesi Ue.

In tre anni di sanguinoso conflitto in Ucraina e in 19 mesi di scontri letali tra Israele e Hamas, l’Europa non è stata capace di produrre un’iniziativa di pace autonoma ed è rimasta, fino a tutto l’anno scorso, gregaria degli Stati Uniti di Joe Biden, a loro volta incapaci di disinnescare negoziando l’attacco della Russia e di confrontarsi poi con Mosca in modo costruttivo e non solo punitivo. Quanto al Medio Oriente, né gli Usa né l’Ue hanno voluto – o saputo -. mettere in campo con forza la capacità di condizionamento che hanno su Israele.

La situazione dell’Unione è nettamente peggiorata, com’era largamente prevedibile, con il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, che ha compromesso la stabilità del quadro atlantico, trasformando un rapporto di alleanza in una pretesa di sudditanza e creando tensioni economiche e commerciali senza precedenti negli ultimi 80 anni.

Unione europea: una situazione senza precedenti di debolezza politica
241203 - Ue - punto - UvdL - Commissione europea
Urusula von der Leyen e la sua Commissione in Parlamento europeo, il giorno del voto della fiducia (Fonte: Euronews)

I 27 si trovano ad affrontare il confronto commerciale con gli Stati Uniti in un contesto per loro senza precedenti di debolezza politica. Le leadership dei suoi due maggiori Paesi, Francia e Germania, sono labili. Il presidente francese Emmanuel Macron, che non ha più una maggioranza nel Paese, s’affida a un governo che si regge con esercizi di equilibrismo istituzionale.

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, appena insediatosi e che deve ancora dare una misura del suo valore, è stato azzoppato, ancora prima dìi mettersi al lavoro, da franchi tiratori – quasi un inedito nel Bundestag – che hanno subito voluto dargli il segnale della fragilità della sua maggioranza, sbiadita riedizione della Grosse Koalition tra centristi e social-democratici – che  oggi sembra fatta apposta per fare ulteriormente crescere l’estrema-destra di Alternative fur Deutchland.

Nell’Unione europea, stanno meglio, ma non hanno forza trainante, la Spagna e la Polonia. La Gran Bretagna del premier laburista Keir Starmer s’è riavvicinata all’Unione non per rinnegare la Brexit, ma per portare avanti il discorso della difesa, di fronte all’inaffidabilità dell’America di Trump che un giorno bussa a soldi e il giorno dopo prospetta disimpegno. Ma Londra non archivia l’0idea della relazione privilegiata con Washington e raggiunge un accordo commerciale prima ancora che l’Ue abbozzi una trattativa.

Gli unici governi che sono solidi e godono di buona salute nell’Ue sono quelli ‘euro-freddi, sovranisti e nazionalisti, populisti e con striature xenofobe e islamofobe, più amici di Trump che della democrazia e poco inclini a fare forte l’Unione, ma piuttosto tesi a trarne vantaggio là dove possono farlo – con i fondi delle politiche di coesione e con scelte kloro convenienti sui migranti.

L’Italia di Giorgia Meloni è un po’ un’anomalia: la sua maggioranza mescola una forza chiaramente europeista, Forza Italia, con due che non lo sono, al di là delle operazioni di cosmesi dialettica tentate da Meloni per Fratelli d’Italia (Matteo Salvini non prova neppure a nascondere la Lega dietro una facciata europea).

Del resto, basta ricordare il discorso di Meloni in Parlamento sul Manifesto di Ventotene per avere una misura dell’ipocrisia delle attestazioni di europeismo della premier, mentre cerca di compiacere Trump ed è rapidamente passata, sull’Ucraina, dal sostegno a Kiev, nella ricerca di una pace giusta, all’appoggio alla pace ‘trumpiana’, che è una resa senza giustizia e che, comunque, non arriva.

Unione europea: il lessico sbagliato di ‘ReArm Europe’
250509 - Unione europea - Commissione europea
La Commissione europea ‘UvdL’ 2 (Fonti istituzionali)

Restano i Vertici delle Istituzioni europee insediati da sei mesi (ma la presidente della Commissione Ursula von der Leyen non è un’esordiente, perché è al secondo mandato). Trump è un osso duro e può mettere in difficoltà chiunque, con l’imprevedibilità delle sue sortite e l’approssimazione, che spesso travalica nella falsità, delle sue affermazioni. Ma la risposta di UvdL all’erraticità americana è stata totalmente sbagliata, sul piano della comunicazione e della sostanza: il suo ‘ReArm Europe‘ s’è rivelato un boomerang.

L’Europa non deve spendere di più in difesa per compiacere l’America che ci vende armi ed equipaggiamenti, ma deve dotarsi di una politica estera e di sicurezza comune, che presuppone l’abbandono del vincolo dell’unanimità e la messa in comune delle risorse senza sprechi in doppioni.

 

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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