Trump 2 – Una giornata in altalena a Wall Street, giù, poi su, poi di nuovo giù, dopo brutti scivoloni delle borse in Asia e in Europa. E un ‘botta e risposta’ al vetriolo tra Pechino e Washington foriero di ulteriori dazi e, quindi, di ulteriori tensioni.
Il titolo del Wall Street Journal è quello che meglio sintetizza, questa mattina, l’andamento della giornata di lunedì sui fronti dazi e mercati: “Le borse chiudono per lo più in negativo per la terza giornata consecutiva, dopo che Trump minaccia dazi anche superiori con la Cina… Le perdite dei maggiori indici di Wall Street sono state inferiori a quelle della scorsa settimana e un indice ha anzi chiuso leggermente positivo. Trump dà un giro di vite con Peschino, ma lascia la porta aperta a negoziati con altri Paesi”.

Lo “sbandamento” dei mercati è un tratto comune ai commenti sui media, che raccontano come Wall Street a un certo punto sia entrata “in territorio orso”, dopo i dati negativi asiatici ed europei e lo scambio di battute Usa / Cina. Il presidente Donald Trump evoca dazi aggiuntivi del 50% sull’export cinese, se Pechino non ritira le contromisure del 34%, speculari a quelle americane. Il che porterebbe – osserva la Ap – i dazi americani sull’export cinese oltre il 100% per alcuni prodotti
I media riferiscono di dissensi e contrasti in seno all’Amministrazione Trump 2, che emergono anche in alcune dichiarazioni del segretario al Tesoro Scott Bessent ed esplodono in indiscrezioni, subito smentite, su uno slittamento dell’entrata in vigore dei dazi. Per Bessent, gli annunci del 2 aprile sono una forma di pressione negoziale. Il New York Times si chiede se Elon Musk possa “allontanare Trump dall’orlo del precipizio dei dazi”. Il Washington Post afferma che “i miliardari che appoggiano Trump iniziano a protestare contro i dazi”, che nstanno “tassando l’unità dei repubblicani”.
MO: Trump vede Netanyahu, annuncia negoziati con Iran
Dall’incontro di Trump nello Studio Ovale con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, esce la notizia che ci saranno colloqui diretti tra Usa e Iran, già da sabato. Il presidente Usa insiste che Teheran non può dotarsi dell’atomica.
Il presidente Usa è anche tornato sul suo piano da immobiliarista predatore per trasformare la Striscia di Gaza “in una riviera”, sostenendo che “piace a tutti”, quando invece ha finora
collezionato critiche dai Paesi della Regione – anche nella telefonata che Trump ha ieri avuto con i leader di Francia, Egitto e Giordania riuniti al Cairo –.
Trump 2: migranti, Corte Suprema autorizza deportazioni con legge del 1797
Nella tarda serata, la notizia cha ha innescato una serie di breaking news sui media Usa è stata un ordine emanato dalla Corte Suprema, che, con una maggioranza risicata (5 a 4), autorizza la ripresa della deportazione di migranti in base a una legge di guerra del 1797, bloccata dai giudici di prima istanza e d’appello.

La Corte Suprema ha però disposto che i migranti devono avere la possibilità di contestare in giustizia la loro deportazione, prima di essere portati fuori dagli Stati Uniti, e che l’Amministrazione deve loro concedere “un tempo ragionevole” per rivolgersi ai giudici.
La legge del 1797, l’Alien Enemies Act, è stata finora applicata a migranti venezuelani appartenenti (o presunti tali) a una gang. Il ricorso ad essa ha però generato anche errori, come la deportazione in El Salvador di un emigrato salvadoregno in fuga dal suo regime e di cui gli Stati Uniti non riescono ora a ottenere la restituzione, nonostante ingiunzioni in tal senso dei giudici.
L’Amministrazione Trump 2 ha chiesto alla Corte Suprema di esentarla dall’obbligo di ottenere la ‘restituzione’ del salvadoregno.