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Coronavirus: Usa, economia (e Trump) giù, epidemia su

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 30/04/2020

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L’economia americana nel primo trimestre 2020 s’è contratta del 4,8%: sono i primi effetti, e non i peggiori, dell’epidemia di coronavirus, che gli Stati Uniti hanno iniziato ad avvertire con forza in marzo. Il dato, ufficiale, sancisce la fine della più lunga fase di crescita ininterrotta dell’economia Usa: iniziata dopo la Recessione del 2008/’09, ha praticamente traversato tutto il doppio mandato di Barack Obama e i primi tre anni alla Casa Bianca di Donald Trump.

L’annuncio ‘funereo’ per l’economia americana arriva poche ore dopo che il numero delle vittime dell’epidemia negli Stati Uniti ha superato quello dei caduti in Vietnam: 58.220 in vent’anni di conflitto, tra il 1955 e il 1975. Stando ai dati della Johns Hopkins University, i morti da coronavirus erano ieri sera oltre 58.500, i deceduti martedì erano stati 2.200; i contagiati sono più un milione, almeno 1.015.000 – rispettivamente, un quarto e un terzo dei totali mondiali -.

Il peggio dell’epidemia potrebbe essere alle spalle: alcune proiezioni prevedono meno di 100 mila decessi complessivi, l’ultimo pronostico di Trump è 70 mila. Invece, il peggio dell’economia deve ancora arrivare: il secondo trimestre vedrà un calo del Pil fino al 30%. Il tasso di disoccupazione, che, in 40 trimestri d’ininterrotta crescita, era sceso al 3,5%, il minimo da mezzo secolo in qua, s’è impennato nelle ultime cinque settimane oltre il 10%: sono stati persi circa 30 milioni di posti.

Altro indice sicuro di debolezza economica è che i compromessi per gli acquisti di case negli Usa sono crollati in marzo del 20,8%: mai così male dal 2010.

In piena tempesta sanitaria ed economica, Trump spinge per riaprire l’America il prima possibile: ipotizza il ritorno a scuola in alcuni Stati, firma il decreto con cui ordina agli impianti di lavorazione della carne di restare aperti – ci sono timori per le forniture alimentari dopo che diversi stabilimenti hanno chiuso causa contagio -. Numerosi Stati, a macchia di leopardo, allentano il lockdown e riaprono attività economiche non essenziali. Dopo le proteste dei giorni scorsi, proliferano sul web siti, spesso farlocchi, che criticano le misure di prevenzione e ne chiedono la revoca.

Il presidente continua a prendersela con i soliti nemici: i ‘fake-news media’ e la Cina. La stampa non dice che “gli Usa hanno un milione di casi di coronavirus solo perché le nostre capacità di test sono migliori di quelle di qualsiasi altro Paese”: gli Usa sono avanti sui test in numero assoluto – 5,8 milioni fatti -, ma non pro capite.

E la Casa Bianca ordina alle agenzie di intelligence di cercare di stabilire se la Cina e l’Oms abbiano nascosto ciò che sapevano all’inizio della pandemi. Agenti ed ex agenti dicono a Nbc News che diverse agenzie hanno ricevuto la scorsa settimana specifiche istruzioni per cercare di capire se c’è stato o meno insabbiamento da parte di Pechino e dell’ente dell’Onu. In particolare, gli 007 devono stabilire ciò che l’Oms sapeva di due laboratori che studiavano i coronavirus nei pressi di Wuhan.

Sul fronte Usa 2020, pure Hillary Clinton è con Joe Biden, candidato democratico alla Casa Bianca: ospite d’onore d’un evento online della campagna dell’ex vice-presidente di Barack Obama, la ex first lady, ex senatrice, ex segretario di Stato, ex candidata alla nomination nel 2008 e già candidata alla presidenza nel 2016 dice che il voto di novembre è un “referendum sul futuro che vogliamo”: “Joe rappresenta è un futuro più forte, migliore, in salute”.

L’endorsement di Hillary segue quelli di Obama e della speaker della Camera Nancy Pelosi, oltre che dell’ex vice-presidente di Bill Clinton Al Gore. Proprio Bill Clinton e la ex first lady Michelle Obama potrebbero dichiararsi nei prossimi giorni.

Ufficiali, infine, i risultati delle primarie in Ohio, svoltesi interamente per posta, dopo il rinvio, causa coronavirus, del voto in programma il 17 marzo. Senza rivali, ha vinto Biden.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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