“Questa è una selezione romantica e politica, perché l’amore e la rivolta vanno insieme”. Con queste parole il delegato generale Thierry Frémaux dice ciò che dovremo aspettarci dal prossimo Festival di Cannes, che quest’anno si svolgerà quasi in parallelo alle elezioni europee, dal 14 al 25 maggio.
Le polemiche: concorrenza con Netflix e ‘quote rosa’
Netflix non porterà nessun film sulla Croisette: è stato un veto quello imposto al colosso dello streaming dagli organizzatori francesi. Il motivo? In Francia occorrono 36 mesi tra l’uscita nelle sale e quella online di un film, ma Netflix non intende rispettare i tempi. Da qui la posizione del Festival, per cui nessun film della piattaforma può competere a meno che non sia destinato a essere distribuito nelle sale francesi. Le trattative, però, sono ancora aperte.
Buone notizie invece per la parità di genere nel cinema: dopo le accuse di sessismo rivolte alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia, che proponeva una sola donna alla regia, riflettendo “la vecchia cultura italica condita di maschilismo tossico”, Frémaux corre ai ripari: a Cannes quest’anno la presenza femminile si farà sentire, con 13 registe distribuite nelle principali sezioni dell’evento.
Tra multiculturalismo ed emergenze sociali
Una 72ª edizione del Festival di Cannes all’insegna del multiculturalismo: saranno ben nove i film di Paesi extraeuropei nella line-up, tra Brasile e Corea del Sud. Ma l’Europa domina ancora una volta la selezione con dieci titoli in gara per la Palma d’Oro: quattro francesi, uno spagnolo, uno italiano, uno inglese, uno belga con i fratelli Dardenne, uno rumeno e uno austriaco.
L’Italia, al terzo posto per vittorie, è rappresentata dal film Il Traditore di Marco Bellocchio, incentrato sulla figura di Tommaso Buscetta, pentito di mafia che portò alla luce la struttura di Cosa Nostra rivelando vertici, collusioni con la politica e l’esistenza del narcotraffico con la mafia italo-americana. Il film, già tra i favoriti insieme a quello di Almodovar, sarà poi in sala per l’anniversario della strage di Capaci il 23 maggio, così da contribuire a mantenere viva la memoria e a vincere, con la potenza del cinema, la battaglia per la legalità.
La Francia e il Belgio, egemoni all’interno della manifestazione, ci raccontano un’Europa divisa tra immigrazione e problemi di integrazione: con Ahmed, i Dardenne ripercorrono una storia di radicalizzazione islamica che porterà un liceale a uccidere in nome del Corano, un episodio di fondamentalismo religioso come quelli che spaventano da tempo l’Europa.
Gli scontri del 2005 nelle banlieues sono al centro del film Les Misérables, in cui un clima di tensioni razziali e religiose si mescola all’alienazione sociale dei sobborghi francesi, un fatto che ha causato l’esplosione di alcuni partiti xenofobi come il Front National tra i ceti popolari, rendendo la tematica più che mai attuale.
Il dramma dei migranti in mare è il focus di Atlantiques, in cui l’interesse della regista è votato alle donne africane che aspettano il ritorno di chi viaggia verso una vita migliore in Europa.
Tutti temi, questi, che avranno un ruolo centrale nel dibattito e nelle scelte di voto in Ue. Che la visione di questi film possa darci degli strumenti in più per scegliere i partiti in linea con le nostre idee?
RGS Press
Giulia Anzani Ciliberti, Susanna Masci, Rosanna Saccucci