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Dazi: Usa e Cina verso una tregua armata, se Trump e Xi la concordano

Scritto il 27/10/2025 per The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/top-news/dazi-usa-e-cina-verso-una-tregua-armata-se-trump-e-xi-la-concordano/

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Nella guerra dei dazi, scatenata unilateralmente da Washington, Usa e Cina paiono avviarsi verso una ‘tregua armata’, se i loro presidenti Donald Trump e Xi Jinping la concorderanno nell’incontro in calendario giovedì in Corea del Sud, a margine dell’annuale vertice dell’Apec, l’Associazione per la cooperazione fra i Paesi che si affacciano sul Pacifico.

Negli ultimi giorni, c’è stata una brusca accelerazione nei negoziati commerciali tra Usa e Cina, sicuramente innescata dall’imminenza della scadenza del 1° novembre, data alla quale debbono entrare in vigore i super-dazi del 100% annunciati da Trump e congelati per 90 giorni per dare spazio alle trattativa. Ma non mancano in questa svolta elementi contraddittori.

Dazi, ma non solo tra Usa e Cina

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President Donald Trump and President Xi Jinping during the Group of 20 summit in 2019 (Reuters)

Sulla apparente buona disposizione di Trump verso Xi, può avere influito il desiderio di indurre Pechino ad agire su Mosca perché si arrivi a una tregua in Ucraina e s’intavoli un negoziato. Però, nel contempo, l’attività diplomatica e la missione asiatica del presidente Trump, avviata domenica in Malaysia, dove si svolgeva il vertice dell’Asean, dopo una sosta in Qatar, è stata contrassegnata da mosse anti-cinesi: prima, un ammorbidimento delle tensioni con l’Australia; e, in queste ore, la visita al Giappone della nuova premier ‘trumpiana’ Sanae Takaichi. Due gesti mirati a contenere l’influenza cinese nel Pacifico, politica, economica, commerciale e militare..

Sul fronte dazi, invece, alla flessibilità verso la Cina si contrappone un inasprimento del confronto con il Canada, cui Trump ha deciso un dazio del 10% aggiuntivo a quelli già imposti, per ripicca alla diffusione in tv da parte della provincia dell’Ontario di uno spot che utilizzava un messaggio anti-protezionista del presidente Usa Ronald Reagan, un repubblicano liberista.

Dazi: il punto delle trattative tra Washington e Pechino
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La guerra dei dazi tra Usa e Cina in una immagine di Agenda Digitale

Dopo negoziati condotti in Malaysia con gli interlocutori cinesi, Scott Bessent, segretario al Tesoro Usa, ha annunciato un accordo preliminare per sventare i dazi del 100%, specificando, però, che la decisione finale spetta al presidente Trump. Se confermata, l’intesa segnerebbe – afferma un’analisi del Washington Post – “una significativa de-escalation in una guerra dei dazi estremamente volatile”, dove spesso gli annunci non sono stati seguiti dai fatti.

L’incontro a Kuala Lumpur tra Bessent e il vice-premier cinese He Linfeng s’è svolto al Merdeka 118, il secondo grattacielo più alto al mondo, ed è durato cinque ore e mezzo. Al termine, e dopo che Bessent aveva già parlato ai giornalisti, il responsabile cinese del commercio internazionale e vice-ministro del commercio Li Chenggang ha detto: “La Cina e gli Usa hanno costruttivamente esaminato soluzioni adeguate alle questioni che preoccupano entrambe le parti e hanno raggiunto” un consenso preliminare.

Per Bessent, le delegazioni Usa e cinese hanno definito “un quadro molto positivo”, in preparazione dell’incontro fra i leader: la minaccia di dazi al 100% sull’import dalla Cina sarebbe ormai “esclusa” anche se non è chiaro su che basi. La Cina, che aveva reagito alle minacce americane limitando l’export di terre rare verso gli Stati Uniti e l’import di soya dagli Usa, potrebbe fare marcia indietro. Altri temi del pacchetto di cui parlerà il presidente Xi potrebbero essere la proprietà di TikTok, che, in base a una legge del Congresso dello scorso anno, deve passare da mani cinesi a mani americane, almeno per quanto riguarda le operazioni negli Stati Uniti, e il traffico di fentanyl dalla Cina verso gli Usa.

La missione in Asia di Trump, la tappa in Malaysia

In Malaysia, dov’è rimasto un solo giorno, Trump ha partecipato a parte dei lavori del vertice dell’Asean, l’Associazione dei Paesi del Sud-Est asiatico, e ha presieduto la cerimonia della firma dell’accordo di pace tra Thailandia e Cambogia – forse il vero motivo di questa sua tappe: un anello in più alla sua collana di asserite paci, anche se non è affatto chiaro che ruolo gli Usa abbiano avuto nell’intesa fra Bangkok e Phnom Penh -. Il magnate presidente ha pure firmato accordi commerciali con Malaysia e Vietnam e ha incontrato il presidente brasiliano Luiz Inacio ‘Lula’ da Silva, senza che però vi siano stati allentamenti dei dazi politici imposti dagli Usa al Brasile per la condanna all’ex presidente ‘trumpiano’ Jair Messias Bolsonaro.

Parlando con i giornalisti a bordo dell’AirForceOne, nei vari btragitti del suo viaggio, Trump non ha escluso contatti con il dittatore nord-coreano Kim Jong-un, da lui incontrato tre volte nel suo primo mandato (“La Corea del Nord è una sorta di potenza nucleare”, ha detto); e ha criticato l’annuncio del presidente russo Vladimir Putin di un nuovo missile nucleare a lunga gittata.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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