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Trump 2: le vendette del presidente, indagato ex direttore Fbi; altri dazi; generali a rapporto

Scritto il 26/09/2025 per The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/news/vendette-presidente-indagato-direttore-fbi/

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Trump 2 – L’incriminazione e il rinvio a giudizio, da parte di un grand jury, di James Comey, l’ex direttore dell’Fbi, è l’ ‘apertura unica’, questa mattina, su tutti i maggiori media Usa. Comey è accusato d’avere mentito al Congresso durante un’audizione davanti alla commissione giustizia del Senato nel settembre 2020 e di avere ostacolato la giustizia. L’ex direttore dell’Fbi è stato invece prosciolto da un terzo capo d’accusa.

L’Ap chiosa così la notizia: Comey diventa così il primo funzionario governativo a dovere rispondere di una delle principali lagnanze del presidente Usa Donald Trump, l’indagine avviata sulle interferenze russe nella campagna 2016, da lui vinta contro l’allora candidata democratica Hillary Clinton.

Tutti i media notano come l’iniziativa del Dipartimento della Giustizia sia immediata conseguenza di una esplicita richiesta del presidente Trump, in palese violazione della tradizionale indipendenza del sistema giudiziario dalle pressioni politiche. E’ un segnale di ulteriore inasprimento della caccia ai suoi avversari promessa da Trump in campagna elettorale e ora promossa.

Comey fu direttore dell’Fbi dal 2013 – nominato dal presidente democratico Barack Obama, nonostante lui si dichiarasse repubblicano – al 2017, quando Trump, divenuto presidente, lo rimpiazzò. Nella campagna 2016, Comey, proprio nell’imminenza del voto, aprì e chiuse quasi immediatamente anche un’inchiesta contro la candidata democratica, per la vicenda delle email ufficiali mandate da Hillary Clinton da un account privato quando era segretario di Stato.

Reagendo al rinvio a giudizio, Comey dice: “La decisione del Dipartimento della Giustizia mi spezza il cuore, ma sono innocente e ho grande fiducia nel sistema giudiziario degli Stati Uniti. Dunque, andiamo a processo”.

Secondo il New York Times, l’incriminazione di Comey, da molto tempo nel mirino di Trump, segna il culmine dello sforzo senza posa del magnate di vendicarsi dell’indagine del 2016 sulle connessioni russe della sua campagna. In un’analisi, il giornale scrive: “Trump ottiene la vendetta che cerca e sconvolge le norme del processo: la spinta sugli inquirenti a incriminare Comey straccia la lunga tradizione del Dipartimento della Giustizia di tenere le distanze da politica e Casa Bianca e alimenta il sospetto di altre arbitrarie accuse”.

Analogo concetto sul Washington Post: l’incriminazione di Comey avviene proprio mentre Trump, anche nella scia dell’assassinio dell’attivista iper-conservatore Charlie Kirk, intensifica le pressioni per perseguire i suoi avversari.

Aggiungono poco gli altri titoli. Per la Cnn, l’incriminazione di Comey è sorprendente anche tenendo conto degli standard di Trump. La Fox, che ha fiancheggiato la campagna di Trump contro Comey, cita una fonte già interna alla Corte Suprema che suggerisce ai democratici “che mestano con la giustizia” di procurarsi un avvocato. Politico.com dice che Trump gongola. E ancora il WSJ ricorda che l’incriminazione arriva dopo l’uscita di scena per dimissioni e la sostituzione dell’inquirente federale che aveva giudicato gli elementi a carico di Comey insufficienti per reggere l’accusa.

Nell’offensiva del Trump 2 contro i nemici del presidente, si inserisce la spinta del Dipartimento della Giustizia, su sollecitazione della Casa Bianca, a indagare la Fondazione di George Soros,

Trump 2: nuovi dazi, camion, mobili, farmaceutici

Un po’ a sorpresa, la Casa Bianca ha deciso una nuova ondata di dazi unilaterali, che colpiscono veicoli commerciali e autotreni, mobili e prodotti farmaceutici. A partire dal 1° ottobre, ha ieri annunciato il presidente Trump, i medicinali saranno soggetti saranno a dazi fino al 100%, i mobili fino al 30% e i camion fino al 25%. I nuovi dazi vanno a sommarsi a quelli già esistenti.

MO: Trump incontra Erdogan e leader arabi, Hegseht convoca generali

La presenza negli Usa di leader di tutto il Mondo per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite è l’occasione, per il presidente Trump, di incontri e di consultazioni: ieri, ha ricevuto alla Casa Bianca il presidente turco Racep tayyip Erodogan, un potenziale mediatore sempre attivo tra Russia e Ucraina; in precedenza, aveva visto a New York i leader dei Paesi del Golfo, cui avrebbe assicurato che non permetterà che Israele si annetta la CisGiordania.

Il tema ritornerà nei colloqui che Trump avrà lunedì con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che parlerà oggi all’Onu, dove ieri era intervenuto da remoto il presidente palestinese Abu Mazen, cui gli Usa non hanno concesso il visto. Il presidente dell’Anp ha chiesto a Israele di cessare d’usare la mancanza di mezzi di sussistenza come un’arma e ha assicurato che Hamas non avrà ruolo dopo la guerra nell’amministrazione di Gaza, ma ha anche affermato che i palestinesi non se ne andranno dalla loro terra: “Ci sarà l’alba della libertà”.

Con Erdogan, oltre che di Ucraina, Trump ha parlato della guerra in Medio Oriente e della vendita di F-35.

I media Usa danno molto rilievo all’iniziativa assai insolita del segretario alla Difesa Pete Hegseth, che chiama a rapporto in Virginia centinaia di generali e ammiragli da tutto il Mondo, senza fornire la ragione della convocazione. Il che alimenta interrogativi e preoccupazioni.

gp
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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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