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Trump 2: preme su Netanyahu, leva sanzioni a Siria, vuole legge finanziaria entro 4 Luglio

Scritto lo 01/07/2025 per The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/news/trump-pressing-su-netanyahu-via-le-sanzioni-alla-siria-obiettivo-legge-di-bilancio-entro-il-4-luglio/

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Trump 2 – L’annuncio dell’incontro, lunedì, a Washington, alla Casa Bianca, tra il presidente Donald Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu e la firma, da parte di Trump, dell’ordine esecutivo che rimuove le sanzioni alla Siria sono le due principali notizie di politica internazionale dei media Usa questa mattina. Ma l’attenzione è puntata sulla legge finanziaria “big and beautiful”, grande e bella, che il Congresso dovrebbe approvare entro il 4 Luglio.

Trump 2: Israele, Iran, Siria, mosse intrecciate

Si prevede che Trump prema su Netanyahu per una tregua a Gaza, che comporti la restituzione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas – una cinquantina, di cui solo una ventina ancora vivi -. Israele, per il momento, mantiene la pressione sui palestinesi nella Striscia: ieri, c’è stata la ‘strage dell’internet caffè’ sul mare frequentato dai giornalisti (oltre trenta i morti).

241223 - Ue - punto - Siria - Abu Mohammad al-Jolani
Abu Mohammad al-Jolani in una mosche di Damasco

Quanto alla rimozione delle sanzioni alla Siria, essa giunge in tempi piuttosto rapidi, dopo il cambio di regime a Damasco del dicembre scorso, e mira – citiamo la Casa Bianca – “a sostenere il Paese nel percorso verso la stabilità e la pace”. Restano le sanzioni ‘personali’ contro il deposto presidente siriano Bashar al-Assad, nel frattempo riparato a Mosca, e i suoi collaboratori.

Sempre nello scacchiere mediorientale, l’Iran esclude “una rapida ripresa” dei negoziati nucleari con gli Stati Uniti, dopo la ‘guerra dei 12 giorni’ con Israele e i bombardamenti americani sulle installazioni nucleari iraniane della notte tra il 21 e 22 giugno.

Trump 2: ore cruciali per la legge finanziaria

Wall Street Journal, Washington Post e Cnn aprono con le manovre al Senato per varare la legge che il presidente Trump ha soprannominato “big and beautiful”, che rende permamenti le riduzioni delle tasse ai ricchi, taglia i programmi di spesa per i meno abbienti e – secondo stime bipartisan – aumenta di oltre tremila miliardi di dollari il debito pubblico nel giro di dieci anni.

Una volta approvata dal Senato, la legge dovrà tornare alla Camera, perché le sono state apportate modifiche rispetto alla versione inizialmente varata.

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Una veduta del Congresso sul Campidoglio di Washington (Fonte: Wikipedia)

E’ una corsa contro il tempo perché il presidente la possa firmare, come desidera, entro il 4 Luglio, la festa nazionale degli Stati Uniti. Per il Washington Post, i repubblicani serrano i tempi del voto, con maratone notturne, ma restano punti di frizione e il risultato rimane incerto. In realtà, l’incertezza è relativa, perché finora non si sono mai trovati quattro senatori repubblicani – su 53 -che votino contro il provvedimento.

Del resto, il prezzo del dissenso nel Trump 2 è molto alto: nel giro di 24 ore, due senatori repubblicani che si sono espoosti contro il provvedimento, Don Bacon (Nebraska) e Thom Tillis (North Carolina), hanno annunciato che non intendono ricandidarsi nel 2026, sapendo che ilmagnate presidente avrebbe messo loro contro, nelle primarie repubblicane, un suo candidato.

Wall Street Journal e Cnn insistono sullo stesso concetto di “maratona notturna”, per dare un’idea dell’impegno dei repubblicani del Senato per arrivare in tempo utile al voto finale.

Fa eccezione, in questo quadro, il New York Times, che apre con la debolezza del dollaro – è stata la prima metà d’anno peggiore dal 1973 per la valuta statunitense –, con i negoziati commerciali con il Canada (1) – ripresi, dopo la marcia indietro di Ottawa sulla tassazione dei giganti tecnologici Usa – e sulle pressioni di Trump sulla Fed, la banca centrale degli Stati Uniti, perché abbassi il costo del denaro. Il presidente ha messo per iscritto la sua richiesta in una lettera al presidente della fed Jerome Powell.

(1) – CNN In a bid to restart trade negotiations with the Trump administration, Canada announced on Sunday that it will rescind its digital services tax. Set to take effect June 30th, it would have taxed online services from large tech companies, such as Amazon, Apple, Google, Meta and Microsoft — retroactive to 2022. On Friday, President Trump canceled trade talks between the two nations and blamed the tax, saying it was “a direct and blatant attack” on the US. Following its latest tax decision, the Canadian government said Prime Minister Mark Carney and Trump had decided to resume trade talks “with a view towards agreeing on a deal by July 21, 2025.”

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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