Meloni a Onu – Gli sviluppi del conflitto in Ucraina, con l’intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo l’inversione di rotta compiuta martedì dal presidente Usa Donald Trump, segnano ancora l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in corso al Palazzo di Vetro dell’Onu. A margine dell’Assemblea, ieri c’è stato un incontro tra il segretario di Stato Usa Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Serguiei Lavrov.

Nella nostra notte, a partire dalle 02.00 del mattino, ha parlato la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, che ha constatato come “pace, dialogo, diplomazia non riescono più a convincere ed a vincere”. In un discorso in italiano di 16’, rispettoso dei temi assegnati – martedì, Trump aveva invece parlato per 56’ -, Meloni ha detto: “Viviamo una fase storica accelerata, complessa, … sospesa tra guerra e pace. Nel Mondo ci sono 56 conflitti, il numero più alto dalla Seconda guerra mondiale: un Mondo molto diverso da quella in cui nacque l’Onu”, 80 anni or sono, con l’obiettivo di mantenere la pace.
Meloni ha citato le parole di Papa Francesco sulla “terza guerra mondiale combattuta a pezzi”, soffermandosi sui conflitti in Ucraina e a Gaza. E ha concluso con una citazione di San Francesco: “I combattimenti difficili sono riservati solo a chi ha un coraggio esemplare: credo che sia arrivato il tempo di mostrare quel coraggio”.
Concluso l’intervento, Meloni è ripartita per l’Italia, dove troverà polemiche sulla Sumud Global Flotilla e sulla posizione del governo sul riconoscimento dello Stato della Palestina. Mentre Meloni volava verso l’Italia, il premier israeliano Benjamin Netanyahu volava verso New York, dove parlerà domani. Lunedì, Netanyahu sarà ricevuto alla Casa Bianca dal presidente Trump.
Ucraina: “Tigre di carta a chi? La Russia è un orso”, battibecco Mosca / Washington
Il Cremlino replica alle parole di Trump che, martedì, dopo l’incontro con Zelensky, aveva definito la Russia “una tigre di carta”. “La Russia è un orso vero – avverte il portavoce Dmitry Peskov -, non c’è alternativa a continuare la guerra per il nostro futuro”.
Parlando all’Onu, Zelensky dice: “Il diritto internazionale è al collasso, la Russia vuole espandere la guerra… Non restate in silenzio e aiutateci…”. Rubio intima a Lavrov di “fermare le uccisioni”, ma le provocazioni russe nei cieli europei, con sorvoli di droni ed aerei, proseguono. La Germania ha ieri segnalato che un caccia russo ha sorvolato una sua fregata in navigazione nel Baltico; Mosca nega e parla di “isterie” europee.
La stampa Usa continua a interrogarsi sulla valenza dell’inversione di rotta di Trump sull’Ucraina, dall’iniziale “arrendetevi” all’attuale “potete vincere”. Il New York Times insiste nel sostenere che dietro ci sia il desiderio di Trump di “lavarsi le mani” del conflitto, lasciandone la responsabilità della fine o del proseguimento all’Ucraina e agli europei: una scelta pilatesca, fatta perché la ricerca della pace s’è rivelata ben più difficile di quanto il magnate non immaginava.
Sempre il New York Times segnala l’isolamento internazionale degli Stati Uniti al Global Climate Summit a New York, a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite: i Paesi si sono susseguiti a segnalare un’accelerazione degli sforzi per contrastare il riscaldamento globale, persino la Cina s’è impegnata per la prima volta a ridurre le sue emissioni tra il 7 e il 10% in un decennio – tropo poco, per scienziati e ambientalisti -, mentre gli Usa fanno l’elogio di petrolio e carbone.
Onu: Meloni, Mosca calpesta i diritti, Israele va oltre i limiti
Il discorso di Meloni all’Onu, “applaudito da un’aula semivuota per il tardo orario serale”, ce lo sintetizza Claudio Salvalaggio, inviato dell’ANSA. E’ stato “un duro attacco alla Russia, che ha inferto ‘una ferita profonda al diritto internazionale’, e una severa critica a Israele, che ha ‘superato il limite del principio di proporzionalità’ nella reazione ad Hamas infrangendo ‘le norme umanitarie e causando una strage tra i civili’”.
Meloni “ha denunciato l’inadeguatezza dell’architettura dell’Onu e ha invitato a contrastare sia le persecuzioni religiose (‘prevalentemente di cristiani’) sia il traffico di esseri umani, anche rivedendo le ‘anacronistiche’ convenzioni internazionali su migrazione e asilo che, ‘quando vengono interpretate in modo ideologico e unidirezionale da magistrature politicizzate, finiscono per calpestare il diritto, invece di affermarlo’”.
Nel mirino di Meloni “anche i ‘piani verdi’ che in Europa – e nell’intero Occidente – stanno portando alla deindustrializzazione molto prima che alla decarbonizzazione’”.
La premier “ha puntato il dito contro la Russia, ‘membro permanente del Consiglio di Sicurezza, che ha deliberatamente calpestato l’articolo 2 dello Statuto dell’Onu, violando l’integrità e l’indipendenza politica di un altro Stato sovrano, con la volontà di annetterne il territorio. E ancora oggi non si mostra disponibile ad accogliere seriamente alcun invito a sedersi al tavolo della pace’”.
“Questa ferita profonda al diritto internazionale – ha proseguito – ha scatenato effetti destabilizzanti molto oltre i confini nei quali si consuma quella guerra. Il conflitto in Ucraina ha riacceso, e fatto detonare, diversi altri focolai di crisi. Mentre le Nazioni Unite si sono ulteriormente disunite”.
Dopo aver condannato gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre 2023, Meloni ha accusato Israele di avere superato con la sua reazione “il limite del principio di proporzionalità”. Una “scelta che l’Italia ha più volte definito inaccettabile e che porterà al nostro sì ad alcune sanzioni proposte dalla Commissione europea verso Israele”.
La premier sollecita Israele a “uscire dalla trappola di questa guerra”: “Servono soluzioni concrete, perché la pace non si costruisce solo con appelli o con proclami ideologici accolti da chi non vuole la pace”. Meloni valuta “molto interessanti le proposte che il presidente degli Stati Uniti ha discusso con i Paesi arabi”, dicendosi pronta “a dare una mano”.
Per la presidente del Consiglio, “Israele non ha il diritto d’impedire che nasca uno Stato palestinese, né di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania al fine di impedirlo… Abbiamo sottoscritto – ha ricordato Meloni – la Dichiarazione di New York sulla soluzione dei due Stati”, fermo restando che “il riconoscimento della Palestina deve avere due precondizioni irrinunciabili”: il rilascio di tutti gli ostaggi e l’esclusione di Hamas da ruoli di governo.
Meloni ha poi attaccato “l’ecologismo insostenibile”, che avrebbe “quasi distrutto il settore dell’auto in Europa, creato problemi negli Usa, causato perdite di posti di lavoro, appesantito la capacità di competere e depauperato la conoscenza. Ci sono voluti secoli per costruire i nostri sistemi, ma bastano pochi decenni per ritrovarsi nel deserto industriale. E nel deserto non c’è nulla di verde”.