Per cercare di avvicinare la fine della guerra in Ucraina, i presidenti Usa Donald Trump e russo Vladimir Putin si incontreranno, questa sera, ora italiana, in Alaska, in una base militare fuori Anchorage, la più grande città del 49° Stato dell’Unione. Il vertice di Ferragosto è tale solo per noi: negli Stati Uniti, la giornata non è festiva.
E’ la prima volta che un leader russo rimette piede in Alaska da quando, nel 1867, lo zar russo Alessandro II la vendette agli Usa per 7,2 milioni di dollari, per riuscire a ripagare gli ingenti debiti accumulati durante la guerra di Crimea (1853/’56). Allora non si sapeva che l’enorme territorio, grande più di cinque volte l’Italia, era ricco di oro e, soprattutto, di petrolio.
L’attenzione dei maggiori media Usa, come di quelli di tutto il Mondo, è puntata sull’appuntamento tra Trump e Putin, sul cui esito la stampa occidentale esprime riserve e timori: c’è la sensazione che in un colloquio faccia a faccia, presenti solo i rispettivi interpreti, Putin possa “fare un sol boccone” di Trump, come è già avvenuto in passato (e non solo con Trump).
Tanto più che il magnate presidente è animato dal desiderio di raggiungere un accordo che gli valga il Nobel per la Pace cui aspira, mentre l’ex agente del Kgb non è affatto ansioso di finire una guerra che, in questo momento, sta vincendo. Inoltre, Putin ha già ottenuto, incontrando Trump e venendo ricevuto su suolo americano, l’effetto di risultare riammesso nel consesso internazionale occidentale e di non essere più relegato al ruolo di paria colpito da un mandato di cattura per crimini di guerra della Corte penale internazionale.
Politico presenta l’incontro tra un uomo che vuole essere re – Trump – e uno zar. La Cnn si chiede se Trump sarà “massacrato” da Putin – è una citazione di John F. Kennedy dopo il primo incontro con il leader russo Nikita Kruscev -. E il Washington Post considera che le politiche di Trump hanno fin qui dato “una spinta a Russia e Cina”.
Ucraina: Trump-Putin, il vertice in Alaska, l’agenda
I due si vedranno alle 21.00 – dice la Casa Bianca – o alle 21.30 –dice il Cremlino -. Trump e Putin giungeranno ad Anchorage. nella base Elmendorf-Richardson, con le rispettive delegazioni: si vedranno a quattr’occhi, poi in formazione allargata e, infine, se tutto sarà andato bene, terranno una conferenza stampa congiunta. Il programma di Trump prevede la partenza dalla Casa Bianca alle 06.45 di Washington (le 12,45 in Italia) e la partenza da Anchorage alle 17.45 dell’Alaska, cioè le 03.45 di sabato in Italia).
L’ansia di Trump per ottenere il Nobel, quasi un’ossessione, è testimoniata dal fatto che, in luglio, discutendo al telefono di dazi con il ministro delle Finanze norvegese, ed ex segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, il presidente si informò su come ottenere il premio. L’informazione è stata data dal quotidiano norvegese Dagens Næringsliv e non è stata smentita.
Ieri, Trump ha detto che in caso di successo il vertice potrà essere seguito da un incontro trilaterale: lui, Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Lo chiamerò, se andrà bene”. Se andrà male, non chiamerà nessuno. Trump ha pure stimato al 75% le chances di successo: “Sarà un dare e avere sui confini”, ha detto, contraddicendo la previsione secondo lui si limiterà ad ascoltare Putin per capire se vuole davvero la pace.
Putin, dal canto suo, ha elogiato “gli sforzi energici e sinceri” del magnate presidente “per porre fine alla guerra”. Ma il leader del Cremlino vede nel vertice un’occasione per rilanciare i rapporti con gli Stati Uniti. L’agenda indicata dalla Russia, che include cooperazione economica e controllo delle armi, è più ampia di quella statunitense, che punta sulla fine del conflitto in Ucraina.
Il Cremlino punta a un ‘reset’ delle relazioni con la Casa Bianca, inclusa una possibile cooperazione bilaterale commerciale ed economica. Putin auspica che Russia e Usa possano iniziare a negoziare un nuovo trattato sul controllo degli armamenti strategici (l’accordo fra i due Paesi, il New Start, scadrà a febbraio).
Si prevede – se tutto andrà bene – che l’incontro possa andare avanti piuttosto a lungo. Ad Helsinki, nel 2018, il colloquio tra i due leader durò quasi due ore. Dopo il bilaterale, sono previsti un pranzo di lavoro e scambi tra le due delegazioni. Al termine una conferenza stampa congiunta, a meno che il dialogo non si complichi.
Putin sarà accompagnato da tre ministri e da fedelissimi funzionari: con il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, ci saranno il consigliere per gli investimenti stranieri Kirill Dmitriev e i ministri degli Esteri Serguiei Lavrov, della Difesa Andrej Belousov e delle finanze Anton Siluanov. Trump avrà con sé, tra gli altri, il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale Steve Witkoff.
Ucraina: Trump-Putin, il vertice in Alaska, le attese

Gli alleati europei degli Stati Uniti sono usciti abbastanza rincuorati e apparentemente rassicurati dalle consultazioni di mercoledì: Trump ha loro dato l’impressione di condividere l’importanza d’evitare accordi senza il consenso dell’Ucraina e di offrire garanzie di sicurezza all’Ucraina e all’Europa. Ma Euronews scrive che essi potrebbero subire “un brusco risveglio”.
E Le Monde testimonia “l’amarezza” degli ucraini, nell’imminenza del vertice da cui sono esclusi: le minacce di Washington contro Mosca non sono più prese sul serio. A Sloviansk e a Kramatosrk, dove si avverte l’avanzata dei russi, gli abitanti non credono nella pace e si chiedono se restare o andarsene; a Kiev, tutti sono convinti che la Russia non rinuncerà ad assumere il controllo del Paese e a deciderne l’avvenire.