Usa e Ue hanno raggiunto un accordo di massima sui dazi, che sventa, almeno per ora, il rischio d’una guerra commerciale dal 1° agosto. Nell’incontro di ieri in Scozia, i presidenti Donald Trump e Ursula von der Leyen hanno concordato che sull’export dall’Ue verso gli Usa pesi un dazio del 15%, salvo che per acciaio ed alluminio, per cui la tariffa resterà del 50%. Farmaceutici e semi-conduttori saranno – pare: le versioni divergono – soggetti a dazi settoriali specifici. Sugli alcolici, la partita resta aperta. Su alcuni cosiddetti prodotti strategici non specificati, non ci sarebbero dazi.
Trump ha anche detto che “l’Ue effettuerà 600 miliardi di investimenti negli Usa e acquisterà 750 miliardi di energia” americana. Il magnate, che, prima dell’incontro, aveva di nuovo criticato l’Unione sui fronti dell’immigrazione e del Green Deal, ha presentato l’intesa con toni trionfali, com’è sua consuetudine: “Ce l’abbiamo fatta, è l’accordo più importante di sempre”.
L’Unione europea è il maggiore partner commerciale degli Stati Uniti. L’accordo, che deve essere perfezionato nei dettagli, pone fine a mesi di incertezza e di negoziati, dopo che, il 2 aprile, Trump aveva scatenato una ‘guerra dei dazi universale’, salvo poi rinviarne a più riprese lo scoppio (ora, la scadenza era imminente, venerdì prossimo).
In questa fase, gli Stati Uniti hanno aperte trattative con diversi Paesi, che vogliono tutti sventare una guerra commerciale. Fra gli accordi di massima – o definitivi – già raggiunti, quelli con la Cina, la Gran Bretagna, il Giappone, l’Indonesia, il Vietnam.

Poche ore prima di vedere la presidente della Commissione europea, Trump aveva detto che le chances di un’intesa erano del 50%. L’Unione europea, dal canto suo, aveva già approntato una batteria di contro-misure da adottare in caso di entrata in vigore dei dazi Usa al 30%.
L’incontro tra il presidente Usa e la presidente della Commissione europea, che era accompagnata dal negoziatore dell’Ue Maros Sefcovic e dai suoi tecnici, è avvenuto in Scozia, nel resort di Trump a Turnberry, sull’estuario del Clyde, dove il magnate trascorre sui terreni da golf giorni di vacanza segnati da ripetute proteste popolari con slogan scanditi al suono delle cornamuse. Trump aveva appeno finito di giocare “col figlio Eric e con alcuni amici”, riferiva la portavoce della Casa Bianca.
Dazi: l’incontro Trump – UvdL nel racconto dell’inviato dell’ANSA
L’inviato dell’ANSA Michele Esposito riferisce che UvdL, all’inizio, appariva tesa in volto e che Trump era accigliato. Fonti di stampa Usa riferiscono di un Trump “contrariato”: il ‘caso Epstein’ continua a fare ombra alla sua agenda.
Eppure, la sostanza dell’intesa era di fatto già pronta. “Si trattava di capire – racconta Esposito – come venderla senza troppe perdite d’immagine e dando al presidente statunitense la possibilità di presentarla a suo modo. Anche il format dell”annuncio è stato fortemente trumpiano: i due leader hanno fatto un punto stampa con i cronisti europei e americani prima dell’inizio del vertice; un’ora dopo, l’accordo è stato comunicato dai due solo al pool di giornalisti al seguito di Trump”.
Washington ha ottenuto che il settore farmaceutico resti fuori dall’intesa e ha sostanzialmente avuto quel riequilibrio delle relazioni commerciali che chiedeva da mesi con aggressiva insistenza. “Voglio ringraziare personalmente Trump: è un grande negoziatore, ma anche un “dealmaker”, gli ha riconosciuto von der Leyen; “Ursula ha fatto un grande lavoro per l’Ue, non per noi”, è stata la replica a doppio taglio di Trump.

Per l’Europa, assicura von der Leyen, il bicchiere è mezzo pieno. “Non dimentichiamo da dove siamo partiti”, ha detto, sottolineando che il settore dell’auto è stato incluso nella tariffa del 15% e rimarcando che l’accordo apre le porte del mercato americano alle imprese del Vecchio Continente. Il 15%, per UvdL, riguarderà anche i semiconduttori e il farmaceutico; e sui prodotti strategici, ci sarà la 0% – ma su questi punti le versioni non collimano -.
Che UvdL riesca a convincere tutti e 27 i leader europei che l’accordo è positivo non è scontato, anche se prime reazioni positive sono venute, fra l’altro, da Germania e Italia, i Paesi più direttamente interessati. E bisognerà poi valutare le reazioni dei mercati, anch’esse inizialmente prudenti, ma positive.
Al momento, la Commissione non prevede misure di ristoro per i settori più colpiti. Von der Leyen vuole accelerare le altre intese commerciali in cantiere, il Mercosur e le partnerhsip con il Sud-Est Asiatico e l’Estremo Oriente. Il punto più importante, ha sottolineato, è che l’intesa “ridarà stabilità” in un momento in cui l’Europa cominciava a sentire il peso del prolungarsi dell’incertezza.
Che tra Washington e Bruxelles tutto sia finito con il patto scozzese non è affatto sicuro. E ci sono punti oscuri, anche se l’escalation pare per ora evitata.