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Trump 2: cena ‘pesante’ con Netanyahu, nel menù Gaza, Ucraina, dazi

Scritto lo 08/07/2025 per The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/esteri/trump-netanyahu-gaza-ucraina-dazi/

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Trump 2 – L’incontro tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu, che non ha però condotto all’annuncio d’una tregua nella Striscia di Gaza; un’apparente inversione di rotta sull’Ucraina di Trump, “scontento” dell’atteggiamento del presidente russo Vladimir Putin; e il rilancio, ampiamente anticipato, della ‘guerra dei dazi universale’, con l’invio d’una serie di lettere a 14 Paesi, ma spostando al 1° agosto l’ora X delle nuove tariffe, sono i corposi temi di politica internazionale che segnano l’informazione americana in queste ore.

Ma i grandi titoli dei maggiori media restano sulla strage per le alluvioni nel centro del Texas, dove il bilancio delle vittime supera le cento, fra cui 27 ragazzine e operatori del campo estivo Camp Mystic. L’attenzione si sposta sulle responsabilità anche politiche di quanto è avvenuto, tra politiche negazionistiche della crisi climatica e ridimensionamento della protezione civile. Molti media notano che il presidente Trump, in questo caso, diversamente da quanto fa di solito, non ha subito individuato colpevoli, forse anche perché il governatore del Texas Ray Abbott è un suo fedelissimo.

Trump 2: MO, Trump/Netanyahu, scambi di complimenti e poco più
250529 - guerre - Gaza
Scena di vita quotidiana a Gaza (Fonte: Euronews)

L’incontro tra Trump e Netanyahu s’è pubblicamente risolto in uno scambio di complimenti, ma non è sfociato nell’annuncio di una tregua. Il premier israeliano s’è adeguato all’arma dell’adulazione scelta dai leader europei per rabbonire il magnate presidente, facendo sapere d’avere candidato Trump al Nobel per la Pace, ma ha poi ribadito che la sicurezza nella Striscia e in CisGiordania dovrà rimanere ‘per sempre’ nelle mani di Israele e che lui e Trump stanno cercano Paesi dove fare sfollare i palestinesi – torna l’idea di svuotare la Striscia, almeno degli elementi di Hamas –.

“Ci sono persone – ha detto Netanyahu – che vogliono rimanere, ma se vogliono andarsene devono poterlo fare: non deve essere una prigione, deve essere un luogo aperto … Stiamo cercando Paesi che vogliano dare ai palestinesi un futuro migliore… Abbiamo ottenuto una grande collaborazione da parte di molti Paesi limitrofi…”.

Sul futuro assetto della Striscia di Gaza, Netanyahu ha detto: “Credo che i palestinesi debbano avere tutti i poteri per autogovernarsi, ma nessuno di questi poteri dovrebbe minacciarci. Ciò significa che il potere decisionale e la sicurezza generale resteranno sempre nelle nostre mani. Nessuno in Israele accetterà qualcosa di diverso … Teniamo cara la vita nostra o dei nostri vicini … Possiamo arrivare a una pace molto ampia che includerà tutti i nostri vicini”.

Prima della cena con Trump, Netanyahu aveva incontrato il segretario di Stato Usa Marco Rubio e l’inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff. Rispondendo a domande di giornalisti, Trump ha detto: gli iraniani “vogliono incontrarci, … vogliono trovare un accordo”, senza però indicare una data per la ripresa dei colloqui sul nucleare iraniano.

Trump 2: Ucraina, Trump scontento di Putin darà armi a Zelensky

“Non sono affatto contento del presidente Putin… Sono francamente deluso che non abbia voluto fermare la guerra in Ucraina”, ha detto Trump, sempre in occasione della cena con Netanyahu. E, quindi, gli Stati Uniti invieranno nuove armi a Kiev: “Dobbiamo farlo, perché gli ucraini, che ora vengono colpiti molto duramente, devono essere in grado di difendersi”.

La scorsa settimana, il Pentagono aveva annunciato una pausa e un rallentamento nelle forniture d’armi all’Ucraina, in particolare missili per la difesa aerea e munizioni d’artiglieria di precisione, giustificando la decisione con la carenza di disponibilità per le forse armatre degli Stati Uniti. Poi, ci sono state telefonate di Trump con Putin e con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che hanno fatto cambiare idea al leader Usa, in particolare per quando riguarda la difesa aerea.

Trump 2: dazi, manda lettere e vanta incassi per 1000 miliardi di dollari
250708 - Trump 2 - Uber - dazi
La lettera sui dazi destinata alla UE tarda ad arrivare.
Più che un malfunzionamento delle poste europee sembra essere il frutto del lento logoramento che Trump ha deciso di applicare nei confronti di una Unione europea sempre più spaventata dai possibili impatti economici di una guerra commerciale con gli Usa ma troppo divisa per poter giocare in attacco (Vignetta e dida di Gianfranco Uber)

“Con i dazi, abbiamo già incassato oltre 100 miliardi di dollari e non abbiamo ancora iniziato”. Trump lo ha ieri annunciato, poche ore dopo avere firmato lettere indirizzate a 14 Paesi, fra cui Giappone, Corea del Sud, Malaysia, Laos, Myanmar, SudAfrica, Kazakhstan, che minacciano ulteriori dazi dal 25 al 40% che entreranno in vigore il primo agosto, se nel frattempo non saranno intercorsi diversi accordi.

I negoziati proseguono con l’Unione europea e con altri Paesi, alla vigilia della scadenza – domani – della tregua di tre mesi annunciata dal magnate presidente il 9 aprile, scadenza di fatto già rinviata al primo agosto. Gli Stati Uniti hanno già raggiunto accordi commerciali con una manciata di Paesi, fra cui Gran Bretagna, Vietnam e, in termini generali, Cina.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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