Trump 2 – Nel giorno della Festa dell’Indipendenza, il 4 Luglio, il dramma delle alluvioni nel Texas centrale, dovute a precipitazioni eccezionali e alla piena devastante del fiume Guadelupe angoscia tutta l’Unione: almeno 25 vittime e decine di dispersi, fra cui una ventina di ragazze che trascorrevano una vacanza in un centro estivo, il Mystic Park.

Nel panorama dei media che aprono con le inondazioni in Texas, fanno eccezione la Cnn, che apre con la risposta di Hamas, definita “positiva”, alla tregua di 60 giorni con Israele nella Striscia di Gaza proposta dagli Stati Uniti e negoziata con la mediazione di Qatar ed Egitto, – Trump ha ieri ripetuto che un accordo potrebbe essere raggiunto la prossima settimana – e la Fox, che apre con la firma del ‘big beautiful bill’, cioè la legge finanziaria definitivamente varata giovedì dal Congresso.
Trump 2: 4 Luglio, la firma della legge inaugura “l’età dell’oro”
La legge finanziaria traduce in pratica molte promesse elettorali del magnate presidente, dal taglio delle tasse reso permanente all’aumento dei fondi per contrastare l’immigrazione. Però, ci sono anche riduzioni delle spese per i meno abbienti e per la sanità e un incremento del debito superiore ai 3000 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni.
La Fox ricorre a formule e toni epici: stampiglia in home page “firmato e sigillato” e titola “Trump firma una storica legge da 3,3 trilioni di dollari che blinda i tagli delle tasse e rafforza la sicurezza delle frontiere”.
Il presidente ha firmato la misura, e quindi promulgato la legge, con una cerimonia nel South Lawn della Casa Bianca. Il ‘big beautiful bill’ – ha detto – “creerà ricchezza per la classe media e rafforzerà i confini” e fa entrare l’America nell’ “età dell’oro”.
La legge, ricorda l’Ap, è però profondamente divisiva: è stata approvata da quasi tutti i repubblicani del Congresso – ad eccezione di due deputati e tre senatori -, dopo l’azione di persuasione condotta del magnate presidente, ma tutti i democratici hanno votato contro, sia alla Camera che al Senato. Un effetto del ‘big beautiful bill’ potrebbe essere quello di “cementare”, in termini di politica interna ed economica, il lascito del Trump 2.
Il presidente ha centrato il suo obiettivo di celebrare l’importante vittoria legislativa in coincidenza con la festa nazionale. E già si preparano i festeggiamenti in grande dell’anno prossimo, quando cadrà il 250° anniversario dell’indipendenza degli Stati Uniti. Però, un sondaggio della Gallup rivela che l’orgoglio nazionale è in calo negli Usa ed è anch’esso un fattore di polarizzazione: solo poco più di un terzo degli elettori democratici sono “orgogliosi” di essere americani – la percentuale è doppia fra i repubblicani – e i giovani sono i più distaccati.
Trump 2: dazi, pronte delle lettere; quante, per chi e con che cosa dentro?

Minore rilievo sui media statunitensi ha un’altra affermazione fatta ieri dal presidente Trump, riferita dalla Bloomberg: di avere firmato 12 lettere sui dazi a diversi Paesi, destinate a essere inviate lunedì.
Secondo la Bloomberg, Trump ha detto che le missive contengono diversi importi sulle tariffe, senza però specificare a quali Paesi siano indirizzate e quali siano i diversi importi. In realtà, soltanto nelle ultime 72 ore, Trump ha più volte parlato di queste lettere, fornendo ogni volta numeri e indicazioni diverse.
Per avere la certezza di quante siano, a chi siano indirizzate e che cosa contengano, bisognerà forse attendere lunedì. La ‘guerra dei dazi universale’ fu unilateralmente scatenata da Trump il 2 aprile e fu poi seguita, il 9 aprile, da una tregua di tre mesi altrettanto unilateralmente proclamata e che scadrà, o scadrebbe, mercoledì 9 luglio (neppure questa data è scolpita sulle Tavole della Legge).
Gli Stati Uniti hanno in corso negoziati commerciali con l’Unione europea, il Canada e numerosi altri interlocutori, su cui s’intrecciano indiscrezioni spesso contraddittorie. Gli accordi finora conclusi, o almeno annunciati, con Gran Bretagna, Vietnam, Cina hanno tutti contenuti generici e appaiono quadri di riferimento da riempire con indicazioni concrete.
MO e Ucraina: tregua in fieri e guerra in stallo

In attesa che il presidente Trump incontri, lunedì, il premier israeliano Benjamin Netanyahu – il loro terzo faccia a faccia, nel Trump 2 -, fonti di Hamas hanno riferito che l’organizzazione palestinese ha risposto in modo positivo alla proposta di tregua, facendo, però, alcune richieste.
Fra le richieste di Hamas, si citano: una riorganizzazione del meccanismo degli aiuti umanitari, rispettando le intese della precedente tregua ed escludendo dalla distribuzione la contestatissima Gaza Humanitarian Foundation (Ghf); il ritiro delle forze israeliane sulle posizioni già concordate nell’intesa di tregua denunciata da Israele a marzo e l’impegno a non riprendere i combattimenti dopo i 60 giorni e a proseguire i negoziati con Egitto, Qatar e Stati Uniti (che forniscano garanzie per la continuazione del processo, non per i risultati).
Se qualcosa si muove in Medio Oriente, in Ucraina la ricerca della pace è in stallo e la guerra va avanti. Secondo Trump, che ieri ha parlato 45’ con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il presidente russo Vladimir Putin è preoccupato da possibili sanzioni degli Stati Uniti, dopo l’esito non positivo della loro lunga telefonata dell’altro ieri.
Sulla telefonata con Zelensky, si hanno riscontri solo ucraini. Trump avrebbe garantito aiuti militari americani per contrare gli attacchi russi con droni e missili sulle città ucraine, ridimensionando l’impatto della decisione di bloccare aiuti militari americani all’Ucraina.