HomeUsaTrump 2: Camera, manciata dissidenti blocca (per ora) legge “grande e bella”

Trump 2: Camera, manciata dissidenti blocca (per ora) legge “grande e bella”

Scritto lo 03/07/2025 per The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/news/trump-stop-alla-legge-grande-e-bella-dissidenti-bloccano-la-camera/

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Trump 2 – La sorte, in sospeso, della legge finanziaria “grande e bella”, approvata martedì dal Senato e ora bloccata alla Camera, tiene banco sui media Usa questa mattina: fra i repubblicani, che alla Camera hanno una maggioranza estremamente risicata, ci sono cinque deputati contrari alla legge così com’è stata varata martedì dal Senato.

Per mandare il documento alla firma del presidente Donald Trump, lo speaker della Camera, il ‘trumpiano’ Mike Johnson, deputato della Louisiana, “può permettersi solo tre defezioni”, titola e spiega la Cnn. La Fox ha trasmesso in diretta un voto procedurale il cui esito negativo tiene per il momento in sospeso l’iter della legge e titola: “Trump furibondo”.

Fino a tarda notte, Johnson ha continuato ad avere contatti con i deputati riluttanti. L’obiettivo dello speaker è quello di arrivare in tempi rapidi al via libera, così che il provvedimento possa arrivare sulla scrivania del presidente entro il 4 Luglio, la festa nazionale.

Dal canto suo, Trump ostenta fiducia “La Camera è pronta a votare” il suo ‘big and beautiful bill’: “La maggioranza repubblicana alla Camera è unita per il bene del Paese”, scrive, forzando la realtà, sul suo social Truth. Sui media, la legge “grande e bella” diventa “la legge sulle tasse” o “la mega-legge”.

I media raccontano lo stallo con una certa diffidenza sulla pantomima repubblicana, perché nel Trump 2 è già successo, sia alla Camera che al Senato, che le riserve repubblicane si siano sciolte come neve al sole di fronte alle pressioni del partito e alle minacce del magnate presidente.

Il New York Times titola: “Una manciata di repubblicani impediscono alla legge di Trump d’andare avanti”. Ma poi s’interroga: “I conservatori, alla fine, molleranno di nuovo?”.
Il giornale spiega che ‘i falchi del bilancio’, contrari ad aumentare il debito di tremila miliardi di dollari in dieci anni, hanno già minacciato più volte “di bloccare l’agenda del partito, salvo poi fare marcia indietro all’ultimo momento”.

Il Washington Post scrive: “Johnson spinge per convincere i repubblicani ribelli ad approvare la legge sulle tasse”; e osserva che le riserve dei conservatori sono di due tipi: mentre i ‘falchi del bilancio’ si preoccupano del debito, i moderati sono a disagio sui tagli alle spese a favore dei meno abbienti e, in particolare, alle spese per la sanità, che lascerebbero – si stima – oltre 10 milioni di americani in più senza copertura sanitaria.

Per il Wall Street Journal, “Il dramma in atto alla Camera tiene in bilico ‘la mega-legge’… Moderati e ‘falchi’ criticano i tagli alle tasse e alle spese…”.

Trump 2: Powell, migranti, Tesla
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Jerome Powell (Fonte: Wikipedia)

Nelle ultime ore, Trump è stato particolarmente attivo sul suo social Truth. In un Post, scrive che il presidente della Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti, Jerome Powell dovrebbe “dimettersi immediatamente”. Trump allega al post un articolo della Bloomberg sulla richiesta al Congresso di Bill Pulte, numero uno della Federal Housing Finance Agency, perché apra un’inchiesta su Powell per un hearing definito “ingannevole” di fronte al Senato sui lavori di ristrutturazione della sede della Fed.

Sempre su Truth, Trump vanta i risultati conseguiti dalla sua Amministrazione sul freno all’immigrazione clandestina, proprio in un giorno di stop giudiziari alle deportazioni indiscriminate e immotivate di migranti irregolari. “Sono disponibili le statistiche di giugno sugli arrivi ai confini – scrive Trump – e, ancora una volta, si tratta dei numeri più bassi registrati nella storia… Zero gli ingressi di migranti clandestini nel Paese…”. Il presidente nota che i confini dell’Unione sono “sicuri” e si congratula con l’America, ma in realtà con se stesso, per il risultato.

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Un momento dello spot per la Tesla sul prato della Casa Bianca con Elon Musk (Doug Mills / New York Times)

Infine, la crisi della Tesla è al centro dell’attenzione del Wall Street Journal, che se ne occupa spesso: “La Tesla è in difficoltà: i modelli sono invecchiati e le vendite sono crollate… – titola il quotidiano economico -… Ma l’attenzione del suo patron Elon Musk non è più puntata sulle auto: lui guarda ai robotaxi e ai robot…”. Certo, all’azienda vedette del magnate d’origine sudafricana non hanno giovato nel Trump 2 l’alleanza prima e la rottura poi con il magnate presidente.

 

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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