Iran. La lunga marcia delle donne, Nadia Pizzuti, All Around, 15 euro
Nadia Pizzuti, giornalista e documentarista che ha trascorso Mille e un giorno con gli ayatollah (Pizzuti, Datanews, 2002), torna a raccontare “la terra degli ariani” per fare il punto sulla società iraniana, le sue donne e le speranza tradite. Pizzuti, che ha seguito come corrispondente ANSA i due mandati del presidente riformista Mohammad Khatami, ha vissuto la fine del XX° secolo e l’affacciarsi del XXI° e la vecchia trasformazione diventare la nuova restaurazione.
Una delusione sintetizzata nella vicenda della giovane Masha Amini, percossa a morte dalla polizia religiosa per aver indossato male il velo. Una vicenda che ha riportato gli occhi del mondo sull’Iran, occhi colmi di indignazione che hanno visto la contestazione del popolo iraniano, che Pizzuti spiega essere continua, a volte sotterranea, altre dirompente, ma dagli anni ‘70 non si arresta.
L’aggressione in atto di Israele all’Iran aggiunge attualità a questo testo critico e complesso – ovviamente scritto prima degli eventi in corso -, che con un lessico tra il racconto giornalistico e la novella intreccia interviste, testimonianze dirette, poesie e canzoni, e ci porta nelle zone d’ombra in cui si svolge la reale vita iraniana, più vive delle zone luminose che vengono raccontate dai media: il patriarcato, la repressione, l’estremismo religioso. Che pure esistono e fanno paura.
Pizzuti: donne non vittime silenziose, ma protagoniste consapevoli

Emerge così una genealogia della resistenza femminile che affonda le radici ben prima della rivoluzione islamica, come suggerisce la poesia dell’attivista Forough Farrokhzad con cui si apre questo appassionante libro, e continua a evolversi anche sotto le forme più sottili della protesta: dall’abbigliamento alla scrittura, dall’arte alla presenza nello spazio pubblico.
Le protagoniste di questo libro non sono vittime silenziose, ma soggetti politici consapevoli, capaci di trasformare la marginalizzazione in azione collettiva. Pizzuti va oltre la narrazione occidentale che vuole l’Iran soffocato, e collega le lotte delle donne iraniane a quelle globali, come il movimento “NiunaMenos” argentino (in Italia NonunadiMeno) e il “DonnaVitaLibertà” iraniano, mettendo in discussione i confini tra Oriente e Occidente, ponendo interrogativi sul significato stesso di emancipazione.
Enrico Mascilli Migliorini