Trump 2 – Quando un grande amore finisce, nasce un grande odio: titolo e trama d’un film melenso, ma molto hollywoodiano, per la ‘bromance’ divenuta faida tra Elon Musk e Donald Trump. Il termine ‘faida’ si ritrova questa mattina dalla Cnn, la tv all news liberal, al Daily Signal, sito ultra-conservatore, passando per i media ‘mainstream’. Tutti ci aprono, con titoli che sono già commenti e che, spesso, sottintendono la velata soddisfazione di un ‘ve lo avevamo detto, che non sarebbe durata’ e l’attesa, intrisa di speranze, di ‘adesso ci divertiamo a vedere come va a finire’. Le speranze sono che la fine del sodalizio possa essere l’inizio della fine del ‘trumpismo’.
Tutto il resto passa in seconda linea, a cominciare dalla visita a Washington del cancelliere tedesco Friederich Merz – testimone silente, nello Studio Ovale, di uno sfogo di Trump anti – Musk – e dalla telefonata tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping che si scambiano inviti reciproci e che sbloccano, a quanto pare, i negoziati commerciali fra i due Paesi.
Trump 2: che cosa è successo, anzi che cosa è stato detto

Che cos’è successo tra Musk, che evoca l’impeachment del presidente e la creazione di un partito, e Trump, che minaccia di tagliare i contratti alle aziende di Musk per ridurre le spese federali? Nulla di sostanziale, ma un intreccio di post sui social, che sono lo strumento di comunicazione preferito da entrambi.
La sintesi del Washington Post è questa: “Le tensioni tra Trump e Musk diventano personali: Musk afferma che Trump è implicato nei documenti dell’Fbi, che non sono stati resi pubblici, su Jeffrey Epstein, miliardario pedofilo finito suicida in un carcere di New York; Trump replica che Musk s’è ammattito da quando lui l’ha cacciato dalla Casa Bianca e suggerire che ‘miliardi e miliardi’ potrebbero essere risparmiati chiudendo i contratti pubblici con le aziende dell’ormai ex sodale”.
Musk sostiene che, senza di lui, e soprattutto senza i suoi soldi, Trump non sarebbe stato rieletto. Trump, ai giornalisti che lo sollecitano davanti a Merz, ammette di essere convinto che la loro “grande relazione” – è tutto grande, quando c’è di mezzo Trump – non andrà probabilmente avanti. E, per una volta, è difficile essere in disaccordo con un’affermazione del magnate presidente, molto deluso dalle critiche alla sua legge finanziaria “bella e grande”, che in Congresso avanza a fatica – è all’esame del Senato, dopo il sì della Camera -.
Trump 2: i commenti dei media

Qualche commento. Cominciano dal campo ‘trumpiano’. Per la ‘all news’ conservatrice Fox News, “Musk ha varcato la linea”, cioè è andato oltre il lecito evocando connessioni di Trump con Epstein, il cui nome è già stato associato a molti ‘ricchi e famosi e potenti’, fra cui al principe Andrea e l’ex presidente Bill Clinton; ora, l’uomo più ricco al mondo deve attendersi contraccolpi repubblicani. Per il Daily Signal, Musk “ha sganciato ‘una grossa bomba’ e “la faida ora non può che crescere d’intensità”.
Fronte media liberal, il Washington Post osserva che “l’improbabile alleanza tra Trump e Musk s’è deteriorata in un modo notevolmente rapido e pubblico” e che “la relazione s’è infiammata così com’era iniziata in modo intenso e spettacolare”. Il New York Times, che fa l’inventario di come Trump potrebbe nuocere a Musk – otto le vie individuate -, parla di “una rottura rilevante”: Trump è deluso perché Musk critica la sua legge “bella e grande”; Musk è deluso perché la legge “bella e grande” crea più debito.
Il Wall Street Journal parla del “giorno in cui Trump e Musk hanno bruciato la loro relazione”, che è anche stato “il giorno peggiore in borsa per la Tesla”, l’azienda faro dell’impero imprenditoriale di Musk. Infine, l’Ap nota che, anche se Musk è ormai fuori dall’Amministrazione Trump 2, l’impatto del suo operato al Doge, il Dipartimento per l’efficienza dell’Amministrazione Pubblica, non può essere facilmente corretto o cancellato: le sue decisioni hanno colpito decine di agenzie, dipartimenti ed enti e hanno lasciato decine di migliaia di dipendenti federali senza lavoro, perché licenziati, o in una situazione di incertezza da cui non sanno come usciranno”.