Trump 2 – C’è chi tira diritto e continua a bombardare e ad ammazzare donne e bambini, nella Striscia di Gaza – il premier israeliano Benjamin Netanyahu – e in Ucraina – il presidente russo Vladimir Putin –.
E c’è chi procede a zig-zag: se va bene come la processione di Echternach, in Lussemburgo, tre passi avanti e due indietro; se va male a dietro front successivi: come il presidente Usa Donald Trump, che prometteva di fare la pace in 24 ore in Ucraina e nel Medio Oriente e, poi, quando si accorge che riuscirci non è facile, abbandona la ricerca di una via d’uscita dai conflitti – “Non sono i miei”, dice lavandosene le mani -; e che sui dazi proclama guerre, annuncia tregue e le rompe e poi le ripristina, tutto nell’arco di 72 ore.
Trump 2: dazi; retromarcia con Ue dopo telefonata con UvdL

Dopo una telefonata domenica con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il magnate presidente fa sapere che i dazi del 50% sull’import degli Usa dall’Ue, appena annunciati venerdì 23 maggio, slittano dal primo giugno al 9 luglio per lasciare più tempo alle trattative. Notare che Trump aveva scatenato una guerra dei dazi planetaria il 2 aprile e aveva poi proclamato una tregua altrettanto planetaria di tre mesi il 9 aprile (scadenza della tregua, il 9 luglio).
Uvdl scrive sui social: “Ottima telefonata con il presidente Trump. Ue e Usa condividono le più importanti e strette relazioni commerciali al mondo. L’Europa è pronta a portare avanti i negoziati in modo rapido e deciso. Per raggiungere un buon accordo, abbiamo bisogno del tempo necessario fino al 9 luglio”.
Trump, reduce dal discorso fatto sabato ai cadetti dell’Accademia di West Point, dove si muoveva fra suoi sostenitori convinti, presenta il dietro front come un successo: “E’ stata una mia scelta”. Ovunque in Europa e in Asia, le borse fanno festa. Solo Wall Street non partecipa alla sbornia per la giravolta del Trump 2: è chiusa, perché oggi negli Usa è il Memorial Day.
Trump 2: disimpegno dalla pace in Ucraina e MO
Non è mai tregua e tanto meno festa in Ucraina e in Medio Oriente, dove non s’è ancora spento l’eco dell’orrore dell’uccisione da parte dell’esercito israeliano di nove dei dieci figli di una coppia di medici palestinesi.
In Ucraina, l’ultima serie di raid russi ha ucciso almeno 12 persone e ferito 56 civili in tutto il Paese. Solo sulla capitale sono stati lanciati 250 droni e 14 missili balistici, la maggior parte dei quali intercettati. Nella regione della capitale, i morti sono stati quattro e 16 i feriti. A Zhytomyr, si sono, fra le vittime, due bambini di 8 e 12 anni e un ragazzo di 17.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky denuncia “il silenzio degli Usa”, che – dice – incoraggia Putin. “Ogni attacco terroristico russo è motivo sufficiente per nuove sanzioni contro la Russia… Mosca sta prolungando questa guerra e continua a uccidere ogni giorno. Il mondo può anche essere in vacanza, ma la guerra continua, indipendentemente dai fine settimana e dai giorni di festa…”.
La difesa aerea russa denuncia, dal canto suo, che l’elicottero del presidente Putin è stato oggetto d’un attacco con droni senza conseguenze durante una visita nel Kursk la settimana scorsa.

S’è intanto appreso che dovrebbe essere ancora Istanbul – e non il Vaticano, com’era stato ipotizzato – la sede del nuovo round di negoziati Russia-Ucraina. Kiev e Mosca hanno appena ultimato lo scambio di mille prigionieri per parte concordato nel loro incontro del 16 maggio e operativamente scaglionato in tre tranches. Una mossa che per Mosca “facilita la trattativa”.
Stimolato dalle critiche di Zelensky al suo silenzio, Trump reagisce alla ridda di notizie: Putin “è impazzito… non mi piace quello che fa… valuto nuove sanzioni anti-Russia…”; ma Zelensky, quando parla “crea problemi”. Un colpo al cerchio ed uno alla botte, con un sigillo chiaro: “Quella in Ucraina non è la mia guerra”.