Trump 2 – All’estero, Donald Trump perde la seconda elezione consecutiva – dopo il Canada, l’Australia -. Ma, sul fronte interno, non arretra d’un millimetro nella sua offensiva contro il potere giudiziario e, in un’intervista televisiva, dichiara di non sapere se deve rispettare la Costituzione, l’atto costitutivo degli Stati Uniti. “Non lo so”, risponde quando la conduttrice di Meet the Press with Kristen Welker della Nbc News gli chiede se ritenga di dovere rispettare la legge suprema del suo Paese.
Alla domanda specifica se i cittadini statunitensi, e anche i non cittadini, meritino, come previsto dalla Costituzione statunitense, il ‘giusto processo’, Trump ha risposto: “Non sono un avvocato. Non lo so”.

Welker chiede a Trump se sia d’accordo con il segretario di Stato Marco Rubio, che ha affermato che “ovviamente” tutti gli americani hanno diritto al ‘giusto processo’, il che vuol dire il governo non deve intraprendere azioni punitive nei loro confronti senza prima dare loro il modo e il tempo di ricorrere in giustizia. “Non lo so. Non sono un avvocato. Non lo so”, risponde Trump, notando che un passaggio del genere significherebbe “un milione, due milioni o tre milioni di processi”.
Trump aggiunge che i suoi legali “ovviamente seguiranno quanto stabilito dalla Corte Suprema”, cui l’Amministrazione s’è rivolta proprio per sapere se può deportare senza supervisione giudiziaria gli immigrati illegali, che per il magnate presidente sono “criminali” e “terroristi”.
L’Ap nota che la reticenza di Trump nell’impegnarsi a rispettare la Costituzione emerge proprio mentre la sua fretta di attuare la sua agenda “incontra forti venti contrari” nell’opinione pubblica. Trump si basa sul sostegno datogli dagli elettori il 5 novembre, che – a suo dire – lo autorizza a fare quanto promesso in campagna elettorale.
Parlando più tardi ai giornalisti a bordo dell’AirForceOne, a proposito della contestazione di giudici ai provvedimenti del Trump 2, il presidente ha detto che sta accelerando sulle nomine giudiziarie: “Stiamo cercando di averne di molto bravi, ma che non pretendano di fare un processo per ogni singolo immigrato illegale: abbiamo milioni di persone che sono arrivate qui illegalmente e non possiamo avere un processo per ogni singola persona, ci vorrebbero milioni di processi”.
Nell’intervista a Meet The Press e successivamente sull’AirForceOne, Trump ha fatto molte altre affermazioni interessanti: ha detto di dubitare che Ucraina e Russia possano fare la pace perché i loro presidenti Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin “si odiano troppo”, pur confermando colloqui in corso con Mosca; non ha escluso accordi sui dazi in settimana con singoli Paesi e ha annunciato dazi sui film stranieri; ha detto di stare valutando come nuovo consigliere per la sicurezza nazionale Stephen Miller; s’è impegnato a non rimuovere “prima della scadenza” il presidente della Fed Jerome Powell; ha escluso un suo terzo mandato e ha ipotizzato come suoi successori il suo vice JD Vance o Rubio.
Trump 2: dopo il Canada, l’Australia, dove rivincono i laburisti

I laburisti australiani del premier uscente – e ora confermato – di origini italiane Anthony Albanese hanno ieri vinto le elezioni politiche, coronando la rimonta sui conservatori che, fino a poco tempo fa, erano dati favoriti. L’esito del voto australiano è uno schiaffo al Trump 2 e ai suoi dazi, come lo era stato una settimana fa quello canadese – lì c’era stata la rimonta clamorosa e la vittoria del liberale Mark Carney sui conservatori ‘trumpiani’ -.
In Australia, i laburisti di Albanese sono andati ben oltre la maggioranza assoluta dei 150 seggi della Camera. Il leader del partito conservatore, che lì si chiama liberale, Peter Dutton, ha ammesso la sconfitta.
Erano molti anni che un premier australiano non veniva confermato per un secondo mandato, il che rende ancora piuù notevole il successo di Albanese, che ha fatto campagna contro i dazi di Trump.