Gli aiuti militari degli Stati Uniti all’Ucraina previsti nel 2023, 800 milioni di dollari, rappresentano meno dell’1% del colossale bilancio Usa per la difesa approvato dal Senato con voto ampiamente bipartisan, 83 sì e 11 no; e non è chiaro se comprendano i missili di difesa anti-aerea Patriot per Kiev. Ci sono pure sei miliardi per la European Deterrence Iniziative, in aumento del 50% circa rispetto al 2022.
Il Senato ha previsto spese militari per 858 miliardi di dollari, 45 in più rispetto alle richieste dell’Amministrazione Biden. La scorsa settimana, il bilancio della difesa era già stato approvato dalla Camera con 350 sì e 80 no. Ora, può andare alla firma del presidente. Ma il budget globale degli Stati Uniti per il 2023 resta indeterminato: il Congresso ha per ora sventato il rischio d’uno shutdown dell’Amministrazione sotto Natale, ma un’intesa definitiva non è stata ancora trovata e aggiustamenti di spesa potrebbero esserci.
Dentro il bilancio per la difesa, oltre all’espansione dei fondi per aiutare l’Ucraina a contrastare l’invasione russa, ci sono nuovi programmi per garantire a Taiwan livelli senza precedenti d’assistenza alla sicurezza, un aumento del soldo per i militari del 4,6% e misure per contrastare l’impatto dell’inflazione. Il provvedimento abolisce l’obbligo di vaccino anti Covid per i militari, contro il parere della Casa Bianca.
Non è chiaro, come detto, se il bilancio ora varato copra l’invio a Kiev dei missili di difesa anti-aerea e anti-missile Patriot, né quali e quante delle nuove iniziative che vi sono contenute siano adeguatamente finanziate. Sull’invio dei Patriot, dato per deciso dalla Cnn a inizio settimana, c’è molto riserbo.
Il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale John Kirby si mantiene vago: “Invieremo nuovi sistemi di difesa anti-aerea all’Ucraina”, dice senza specificare quando e senza dire se ci saranno i Patriot.
“Siamo determinati ad aiutare Kiev a difendersi dagli attacchi della Russia, per tutto il tempo che rimarranno sotto attacco”, aggiunge Kirby. Gli fa eco il portavoce del Pentagono Pat Ryder, secondo cui gli Usa “non lasceranno che i commenti della Russia dettino l’assistenza alla sicurezza che forniamo all’Ucraina”.
Ryder rispondeva al monito russo che l’invio dei Patriot a Kiev avrebbe conseguenze imprevedibili. “Trovo ironico e molto indicativo che leader d’un Paese che ha attaccato brutalmente un suo vicino scelgano di usare parole come ‘provocatorio’ per descrivere sistemi difensivi volti a salvare vite e proteggere civili”.
Giovedì, l’ambasciata russa a Washington aveva diffuso una nota contro l’ipotesi dei Patriot a Kiev: “La strategia di Biden causa un enorme danno non solo alle relazioni russo-americane e crea anche ulteriori rischi per la sicurezza globale”.
In realtà, la Casa Bianca non ha mai confermato l’invio dei Patriot: “Siamo sempre trasparenti sui pacchetti d’armi che abbiamo inviato e invieremo a Kiev – assicura Kirby -. Ne stiamo preparando un altro e continuiamo a dare priorità ai sistemi di difesa anti-aerea, ma questo è tutto quello che posso dire”.
Per il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, i Patriot saranno obiettivi legittimi delle forze russe, se saranno forniti a Kiev. Secondo la Cnn, il piano di cessione dei Patriot stilato dal Pentagono deve essere ancora approvato dal segretario alla Difesa Lloyd Austin e inviato a Biden per la firma. Dopo l’ok, i missili dovrebbero essere rapidamente messi a disposizione dei militari ucraini, che si addestreranno a usarli nella base degli Usa di Grafenwoehr in Germania.
Sul fronte ucraino, il bilancio della difesa Usa comporta controlli più stringenti sulle armi destinate al fronte. I repubblicani, che da gennaio saranno maggioranza alla Camera, hanno già detto di essere preoccupati che armi letali possano finire sul mercato nero, se il loro invio non è adeguatamente monitorato.
Sul fronte del Pacifico, la Pacific Deterrence Iniziative, con le misure di contenimento della Cina, sale da 7 a 11 miliardi di dollari. Gli aiuti militari a Taiwan nei prossimi cinque anni dovrebbero valere due miliardi l’anno per l’addestramento delle truppe e l’acquisto di armi, con un miliardo nella facoltà d’intervento del presidente.