L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia altera prassi diplomatiche consolidate e fa sì che Stati Uniti e tutti i Paesi Ue e Nato – ad eccezione della Turchia, astenuta -, votino all’Onu contro una risoluzione, presentata dalla Russia, sulla “lotta alla glorificazione del nazismo, del neonazismo e di altre pratiche ad essa associate che contribuiscono ad alimentare forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza”.
La terza commissione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ne ha discusso il 4 novembre: nel voto, il documento è stato approvato da 106 Paesi, mentre 52 sono stati contrari e 15 si sono astenuti. Fra i no, anche Australia e Nuova Zelanda, Giappone e Corea del Nord, in sintesi l’Occidente ‘allargato’; e, naturalmente, l’Ucraina.
L’Ue, che non è di per sé membro dell’Onu, pubblica una dichiarazione per spiegare il no dei 27. Bruxelles, come Washington, considera il testo “un pretesto” per giustificare l’invasione russa: “Con la scusa di lottare contro il razzismo, Mosca ha riportato gli orrori della guerra in Europa”. Kiev, a sua volta, denuncia “l’ipocrisia’” russa. Il Cremlino ha sempre sostenuto che l’operazione militare lanciata il 24 febbraio mira a ‘denazificare’ l’Ucraina.
La Russia tradizionalmente propone una risoluzione del genere ogni anno, almeno dal 2014, quando c’era già stata la ‘rivoluzione di Maidan’ e l’annessione della Crimea. Quell’anno, il testo ebbe solo quattro voti contrari: Usa, Canada, Palau e naturalmente l’Ucraina, che si sentiva chiamata in causa. I Paesi dell’Ue e gli europei della Nato si astennero.
Il documento contro il nazismo dovrebbe arrivare a dicembre alla plenaria dell’Assemblea generale, che, adottandolo, si dichiarerà “profondamente preoccupata dalla glorificazione in ogni forma del movimento nazista, del neonazismo e degli ex membri delle Waffen-SS”. La risoluzione non avrà però effetto pratico, non essendo i testi dell’Assemblea generale vincolanti.
Il documento è stato co-firmata da Azerbaigian, Bielorussia, Vietnam, Cambogia, Laos, NordCorea, Venezuela, Cuba, Nicaragua, Pakistan, Siria, Sudan, Repubblica Centrafricana, Guinea Equatoriale, Malì e Sud Africa. La Macedonia, che aveva inizialmente appoggiato la risoluzione, ha poi votato contro.