#MeToo, il movimento prepotentemente affermatosi nella scia della vicenda di Harvey Weinstein, produttore e predatore, e poi dilagato dai mondi dello spettacolo e della cultura alla politica e all’economia, continua a fare emergere soprusi e a consentire di raddrizzare torti. Ma lascia talora spazio al sospetto che denunce vecchie di decine d’anni e difficili da verificare servano a regolare conti che poco hanno a che vedere con lo spirito del movimento, come nel caso Moonves / Cbs.
Leslie Moonves, l’amministratore delegato della Cbs, con la Nbc e l’Abc una delle grandi tv Usa generaliste, è uno dei sostenitori di #MeToo: ora, sei donne l’accusano di molestie e intimidazioni. Lo riferisce il New Yorker: quattro di esse lamentano di essere state palpeggiate o baciate con forza, le altre due riferiscono di essere state fisicamente intimidite o minacciate d’avere la carriera distrutta, se non ci fossero state.
Il prestigioso settimanale ha affidato il servizio al giornalista Ronan Farrow, figlio di Mia Farrow e di Woody Allen che ha già contribuito a mettere a nudo il ‘caso Weinstein’ vincendo un Pulitzer: è un vero e proprio specialista di #Metoo. Le testimonianze si riferiscono a fatti accaduti vent’anni fa e più.
Sempre per il New Yorker, 30 dipendenti ed ex dipendenti di Cbs affermano che nell’era Moonves gli uomini accusati di molestie venivano promossi. Le rivelazioni, o meglio le illazioni, arrivano mentre Moonves è da settimane impegnato in un duro scontro con il miliardario Sumner Redstone, che detiene quote di maggioranza in Cbs e Viacom, di cui è presidente. Shari, la figlia di Redstone, punta a una fusione fra le due società, cui Moonves si oppone.
Viacom Inc, abbreviazione di Visual & Audio Communication, è un conglomerato di media Usa, con interessi in tutto il Mondo nei canali televisivi satellitari e via cavo (Mtv, Nickelodeon, Bet, etc), nella produzione e distribuzione di pellicole cinematografiche (Paramount Pictures) e nello sport. L’attuale Viacom nacque nel 2006 da una scissione della vecchia Viacom, con la società originaria trasformatasi in Cbs Corporation, Ora si tratta di fare il cammino inverso. L’inchiesta giornalistica ha avuto effetti negativi sul titolo Cbs a Wall Street.
Lo scandalo ovviamente indebolisce Moonves e favorisce il disegno dei Redstone. L’ad della Cbs ammette di avere commesso “errori” in passato “di cui – dice – mi pento”. Ma – aggiunge – “ho sempre capito e rispettato il fatto che ‘no’ vuole dire ‘no’ … Chiedo scusa a tutte coloro che si sono sentite offese dai miei eccessi … Non ho sempre avuto una condotta inappuntabile … In alcuni casi mi sono lasciato andare”.
Il Consiglio d’Amministrazione di Cbs conduce un’indagine interna sugli eventuali “comportamenti inappropriati” del proprio presidente: “Le indagini saranno imparziali. I reati contestati, anche se commessi più di venti anni fa, costituiscono gravi violazioni del codice etico della Cbs”. Il colosso delle telecom ha già vissuto il coinvolgimento di un suo esponente in uno ‘scandalo – molestie’: all’inizio dell’anno, il presentatore Charlie Rose, volto storico del network, venne licenziato, dopo essere stato accusato di molestie sessuali da diverse dipendenti.
Farrow è stato contattato da cinque giornaliste e da una attrice, che hanno raccontato di avere tutte subito insistenti avances da parte del magnate e manager, ma tutte sarebbero riuscite a respingerlo, uscendone però con la carriera stroncata.
The New Yorker dà grande risalto alla testimonianza dell’attrice Illeana Douglas, che ha recitato con Martin Scorsese e che ha un’eccellente e ampia filmografia, oltre che presenze tv in Law & Order, Gray Anatomy e altre serie famose: “Ho incontrato Moonves a metà degli Anni Novanta: cercò subito di baciarmi, mi minacciava che, se non avessi accettato la sua corte, la mia carriera sarebbe stata compromessa. Dopo di allora, gli studi non mi hanno più convocata per provini.”