Il vento del cambiamento soffia forte in tempo di elezioni e gli uccellini cinguettano assiduamente i vorrei della politica. Twitter e gli altri social sono diventati il nuovo ring su cui i politici si scontrano senza esclusione di colpi.
Dal reddito di cittadinanza al salario minimo passando per la FlatTax. Dalle tasse universitarie alle case chiuse, dal conflitto di interessi allo Ius Soli: su questi temi bisognerà schivare i colpi per evitare il K.O elettorale.
#ElezioniPolitiche2018 #promesseelettorali #vignetta #vignettehttps://t.co/alJ8l7NuJx pic.twitter.com/UXOnpmwlKI
— arste62 (@arste62) 11 gennaio 2018
I tweet
Il cavallo di battaglia del Berlusconi virtuale è la #FlatTax, cui il M5S contrappone il reddito di cittadinanza.
Tutti gli Italiani che sono nella povertà assoluta, cioè che vivono di assistenza pubblica o carità privata, riceveranno dallo stato un contributo per arrivare a fine mese con dignità #matrix
— Silvio Berlusconi (@berlusconi) 16 gennaio 2018
#FlatTax: a regime il taglio delle tasse porta ad aumentare il gettito, non a diminuirlo. Quindi non occorreranno coperture, anzi ci sarà un surplus che ci consentirà ulteriori tagli fiscali futuri. #matrix
— Silvio Berlusconi (@berlusconi) 16 gennaio 2018
M5S dice sì a banca pubblica, reddito cittadinanza, e a tutto ciò che ristabilisce il rapporto di fiducia con i cittadini.
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) 11 novembre 2016
Nel frattempo, sui social network è comparso #aboliamoqualcosa in risposta all’escalation di promesse di abolizione da parte dei leader politici in vista delle elezioni di marzo. Il primo vorrei è stata quella del PD relativa all’abolizione del canone RAI, che ha avuto grande eco sui social in quanto proprio i renziani avevano deciso di inserirlo nella bolletta della luce.
Sostenere la Rai attraverso il contributo della fiscalità generale e non gravando sugli italiani è possibile. Lo proponiamo solo noi. Perché solo noi vogliamo davvero liberare le risorse dei cittadini.#canonerai
— Partito Democratico (@pdnetwork) January 5, 2018
Mentre Pietro Grasso, leader del neonato movimento Liberi e Uguali, caratterizza la propria discesa in campo proponendo l’abolizione delle tasse universitarie, già contestata da Matteo Renzi che l’ha definita “un favore ai ricchi”.
#Università gratuita per tutte e tutti: aboliamo le #tasseuniversitarie.
Oltre a questo, più borse di studio per i bisognosi e meritevoli, come dice la #Costituzione.È una proposta concreta e realizzabile per il futuro del nostro paese. pic.twitter.com/q77lnudMVc
— LIBERI e UGUALI (@liberi_uguali) 10 gennaio 2018
Dopo il caso Banca Etruria è il PD a doversi difendere dalle accuse che gli rivolgono i pentastellati. Ironia della sorte: fino al 2013 erano proprio i dem a puntare il dito contro Berlusconi in riferimento alla questione sul conflitto di interessi.
Il conflitto di interessi tra PD e banche si ingrossa. Renzi avvisò #DeBenedetti sul decreto sulle popolari e lui ordinò un acquisto. Indecenze su indecenze da parte di chi pensa che le Istituzioni siano un possedimento personale. Il 4 marzo liberiamoci votandoli via!
— AlessandroDiBattista (@ale_dibattista) 10 gennaio 2018
No comment! Loro chiacchierano e se ne vergognano, noi non vediamo l’ora di farlo veramente!#andiamoagovernare #Salvini pic.twitter.com/bmfH01hi6t
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 7 luglio 2017
Altro hashtag, altra saga politica. #aiutiamoliacasaloro, dopo essere diventato inaspettatamente il mantra di tutte le forze politiche, è stato prontamente sostituito da Salvini con #primagliitaliani, che è diventato il passepartout della Lega per qualsiasi tema.
Ecco la differenza fra noi e Renzi: noi siamo uomini liberi per i quali l’Italia viene prima, lui è il servo sciocco e ben pagato dei poteri forti di Bruxelles e di Berlino.#primagliitaliani pic.twitter.com/p537jCb8pp
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 21 gennaio 2018
Più di recente, Salvini è tornato sul vecchio adagio della riapertura delle case chiuse, forse per coprire la figuraccia del compagno di partito e candidato alla Regione Lombardia Fontana.
Regolamentare e tassare la prostituzione come nei Paesi civili, riaprendo le “case chiuse”. Ne sono sempre più convinto. https://t.co/ybLJXcjC5a
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 15 gennaio 2018
Un altro tema dibattuto è quello dei vaccini. Dopo Matteo Salvini, anche Luigi Di Maio in un’intervista a RaiRadio1 afferma di voler cambiare la legge Lorenzin sull’obbligo dei vaccini in caso di vittoria elettorale. “Noi faremo una legge sulla raccomandazione dei vaccini, noi siamo a favore della raccomandazione. Obbligo? Noi lo intendiamo come era prima del decreto Lorenzin”. Immediata la replica del ministro della Salute:
#DiMaio come #Salvini: sui #vaccini, come su tutto il resto, il populismo parla la stessa lingua. Gli italiani sapranno valutare la serietà dei programmi e delle persone. Avanti con il buon senso, avanti con #CivicaPopolare! #vaccinocontroincompetenti
— Beatrice Lorenzin (@BeaLorenzin) 15 gennaio 2018
In questo groviglio di farò e non farò, vorrei e non vorrei, individuare le promesse che potranno effettivamente essere mantenute non sarà semplice. Il 4 marzo si giocherà la partita definitiva e agli elettori toccherà bocciare o promuovere il prossimo leader politico.