Mentre l’attentato di Sydney fa suonare in tutto il Mondo l’allarme contro l’anti-semitismo, comincia una settimana cruciale per le speranze di pace nella Striscia di Gaza e in Ucraina.
Per il Medio Oriente, si attende una sessione di negoziati sulla composizione della forza d’interposizione internazionale, che dovrebbe garantire la sicurezza nella Striscia, esautorando Hamas e creando le condizioni per il disarmo dell’organizzazione terroristica; e si guarda, inoltre, alla missione a Washington, a fine mese, del premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Per l’Ucraina, oggi ci sarà un vertice a Berlino fra americani, ucraini ed europei, dopo che ieri americani ed ucraini si sono già incontrati nella capitale tedesca.
Sydney: 15 vittime alla festa di Hanukkah: padre e figlio gli autori
La sparatoria a Bondi Beach, una delle più frequentate di Sydney, è la strage dell’Hanukkah: la comunità ebraica s’era data appuntamento sulla spiaggia proprio per celebrare la festività religiosa.
L’attentato, avvenuto la sera di domenica, ora locale, ha fatto 15 vittime, fra cui il rabbino capo, una bambina e un sopravvissuto ai campi di sterminio; i feriti sono decine, due poliziotti sono gravi.

Gli autori della strage di Sydney erano padre e figlio, 50 e 24 anni: il primo è stato ucciso dalla polizia; il secondo è ferito, in pericolo di vita. I due arano armati di fucili non a ripetizione ed avevano con sé ordigni artigianali. Uno dei due era già noto ai servizi di intelligence. E’ stato un fruttivendolo musulmano di origine siriana a disarmare uno dei killer: il video che ne mostra l’azione eroica, che ha evitato più vittime, è divenuto virale.
Per le autorità, si è trattato di un attacco terroristico contro la comunità ebraica. Anthony Albanese, premier australiano, ha parlato di un atto di anti-semitismo e di terrorismo. L’azione segue una serie di gesti anti-semiti che hanno segnato l’Australia nell’ultimo anno.
Messaggi di cordoglio e parole di vicinanza alla comunità ebraica australiana sono venuti da tutto il Mondo. Netanyahu ha accusato l’Australia di avere “gettato benzina sul fuoco dell’antisemitismo” riconoscendo a settembre lo Stato di Palestina.
Sabato, c’era stato in Siria un attacco contro le truppe Usa di stanza nel Paese: tre le vittime, due militari – due sergenti della Guardia Nazionale dello Iowa – e un civile, un interprete. L’azione, condotta nei pressi di Palmira da un elemento delle forse di sicurezza siriane, è attribuita da Washington all’Isis. Donald Trump ha annunciato ritorsioni e ha riferito che il presidente siriano Ahmed al-Sharaa, un ex capo jihadista, è “devastato” dall’accaduto e conferma l’alleanza con gli Usa.
Ucraina: i negoziati a Berlino

A Berlino, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha visto i negoziatori Usa Steve Witkoff e Jared Kushner. Secondo fonti di stampa, Kiev rinuncerebbe all’adesione alla Nato, in cambio di garanzie di sicurezza da parte di Washington equiparabili all’articolo 5 del Trattato atlantico.
Zelensky, inoltre, punta a congelare la linea del fronte, senza cedere più territorio di quello perso sul campo e senza riconoscere la sovranità russa sulle porzioni d’Ucraina occupate.
Secondo il Washington Post, che riferisce di un incontro segreto, nei giorni scorsi, fra i capi dell’Fbi Cash Patel e Don Bongino, rispettivamente direttore e vice-direttore, e il negoziatore ucraino Rustem Umerov, c’è la possibilità che Washington prema su Zelensky perché faccia concessioni, minacciando altrimenti ulteriori rivelazioni nello scandalo di corruzione che ha già coinvolto il suo ‘inner circle’.
La Russia prosegue gli attacchi contro le infrastrutture energetiche dell’Ucraina, particolarmente critiche con l’arrivo dell’inverno. Molte città ucraine subiscono interruzioni di corrente prolungate, come è appena accaduto a Odessa.
Quanto ai beni russi congelati dall’Unione europea, giovedì e venerdì se ne parlerà a Bruxelles al Vertice europeo, dopo che i ministri dei 27, nonostante l’opposizione di Ungheria e Slovacchia, hanno confermato il loro congelamento a tempo indeterminato, senza però decidere sul loro utilizzo, su cui il Belgio e una manciata d’altri Paesi, fra cui l’Italia, hanno perplessità.
Si profila una battaglia giudiziaria fra Bruxelles e Mosca, che minaccia ritorsioni sui beni europei.
Intanto, gli Stati Uniti hanno revocato sanzioni sui fertilizzanti bielorussi a base di potassio, ottenendo in cambio la liberazione di 123 prigionieri politici, fra cui il premio Nobel per la Pace Ales Baliatski e l’attivista Maria Kolesnikova.














