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Ucraina: ricostruzione a Roma, sicurezza a Londra, “nuova idea” di Lavrov a Rubio

Scritto l'11/07/2025 per The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/news/ucraina-ricostruzione-a-roma-e-sicurezza-a-londra/

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Passaggi cruciali per il futuro dell’Ucraina. A Roma, si imposta la ricostruzione del Paese, una volta che la guerra sarà finita – ma quando? -, ‘mettendo in cassaforte’ un fondo iniziale da dieci miliardi di euro – solo una goccia dei 250 miliardi stimati necessari –; e si gettano le basi per la rinascita del Paese invaso dalla Russia oltre tre anni or sono. A Londra, i cosiddetti Paesi Volenterosi rinnovano l’impegno a contribuire garantire la sicurezza dell’Ucraina, se gli accordi che ci saranno, quando ci saranno, tra Mosca e Kiev daranno loro un ruolo.

Gli appuntamenti di Roma e di Londra s’intrecciano e si sovrappongono, con i protagonisti dell’uno che partecipano all’altro in video-conferenza. Per la prima volta gli Stati Uniti di Donald Trump sono con i Volenterosi. E’ un segno che, forse, il presidente Usa ha davvero avuto quella “epifania” del presidente russo Vladimir Putin di cui parla la Cnn: si è finalmente reso conto della vera natura del suo interlocutore ed è meno disposto a dargli corda. Almeno, fino al prossimo ‘giro di valzer’.

I progetti di ricostruzione e i propositi di ruolo nella sicurezza si proiettano in un dopoguerra per ora indefinito e improbabile. Per la fine della guerra, però, ha forse peso quel che avviene in Malaysia, a Kuala Lumpur, dove il segretario di Stato Usa Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Serguiei Lavrov s’incontrano alla conferenza dell’Asean, il ‘mercato comune’ del Sud-Est asiatico. Rubio e Lavrov, al loro secondo ‘faccia a faccia’, hanno una conversazione “franca e importante”, nella quale l’americano sottolinea la frustrazione di Trump e il russo presenta “una nuova idea” sull’Ucraina: quale essa sia non sia e se apra spiragli di tregua e di pace non si sa.

Ucraina: tra Roma e Londra, l’Europa s’è forse desta

La coincidenza degli eventi di Roma e di Londra, entrambi all’interno di processi già avviati, fa scrivere su la Repubblica a Paolo Garimberti: “L’Europa s’è desta. Almeno a parole e a impegni, sottoscritti o annunciati… Salvare Kiev era l’ultima chiamata perché l’Europa uscisse dal torpore”. Un attestato di fiducia, perché l’Ucraina non è salva e gli sviluppi della vicenda paiono più legati al dialogo tra Mosca e Washington che alle volontà di Bruxelles.

250711 - Ucraina - Conferenza ricostruzione Roma - partecipanti
Foto di famiglia dei partecipanti alla Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina a Roma (Fonte: The Watcher Post)

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni constata con soddisfazione che la conferenza di Roma ha riunito decine di nazioni e circa duemila aziende, in tutto 3500 delegati tra leader politici, esponenti del terzo settore e imprenditori, con l’obiettivo di consentire a Kiev di costruire un futuro di pace e di incentivare gli investimenti per la ripresa del Paese devastato dal lungo conflitto. L’Italia, in particolare, ‘adotta’ Odessa, com’era già stato anticipato.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che mercoledì era stato ricevuto da Papa Leone XIV, annuncia “200 accordi per oltre 10 miliardi” e dice: “Insieme, stiamo rafforzando il futuro dell’Ucraina”; ma, nel contempo, rilancia e chiede “un piano Marshall”, come l’ebbe l’Europa dopo la WW2.

A nome della Commissione europea, la presidente Ursula Von Der Leyen garantisce che l’Ucraina “continuerà a beneficiare di sostegno fino al 2028, quando entrerà in vigore il nuovo bilancio Ue pluriennale, e oltre”; e annuncia la creazione del Fondo europeo per la ricostruzione dell’Ucraina, “il più grande fondo di partecipazione azionaria a livello mondiale”.

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La premier italiana Giorgia Meloni con i coniugi Zelensky (Fonte: Italpress)

L’inviato Usa Keith Kellogg conferma al cancelliere tedesco Frederich Merz: “Sull’Ucraina, siamo con voì” (il che non era acquisito fino a ieri e non lo è a partire da domani, considerata la volubilità di Trump). Kellogg partecipa da Roma all’incontro a Londra della coalizione dei Volenterosi. Il che fa dire a Meloni: “I nostri sforzi sono complementari a quelli dell’Amministrazione statunitense”.

La Russia la vede diversamente: dietro alla conferenza, sostiene, si nasconde una “logica cinica e menzognera che viene portata avanti dagli attuali leader dei Paesi occidentali, Italia compresa”.

A Londra, dove la Gran Bretagna s’impegna a fornire a Kiev 5.000 missili multiruolo Thales, c’è anche un ‘reset’ delle relazioni tra Regno Unico e Francia: il premier Keir Starmer e il presidente Emmanuel Macron firmano un patto di “dissuasione nucleare”: se una delle due Nazioni dovesse essere attaccata, l’altra la sosterrà rispondendo in simultanea. Sugli screzi sui migranti cala, invece, la sordina.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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