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Israele-Iran: giorno 9, dubbi in Usa su linea Trump, intelligence fa marcia indietro

Scritto il 21/06/2025 per The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/esteri/israele-iran-dubbi-in-usa-su-linea-trump-intelligence-fa-marcia-indietro/

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Israele – Iran giorno 9 – Sono tutti nel segno dell’attesa e degli interrogativi i titoli dei principali media Usa questa mattina, mentre le cronache di guerra dall’Iran e da Israele scivolano un po’ in secondo piano. Fra i Maga, cioè nel cerchio magico di Donald TrumpMaga è l’acronimo dello slogan ‘Make America great again’ -, emerge la crescente sfiducia del magnate presidente per la sua capa di tutte le intelligence, l’ex deputata democratica Tulsi Gabbard, un’isolazionista oltranzista, le cui analisi negano – o, meglio, negavano – che l’Iran fosse sul punto di dotarsi della bomba.

Dopo la ‘bocciatura’ di Trump – “si sbaglia” -, Gabbard, come vedremo, ha fatto una precipitosa e imbarazzante marcia indietro. Ieri sera, nel New Jersey, il presidente è stato un fiume in piena: oltre che con Gabbard, se l’è presa con gli europei e con il comitato del Nobel per la Pace, che non gli riconosce i suoi meriti.

Israele-Iran: Usa al bivio tra negoziato e attacco

Il New York Times apre con un interrogativo: “Un accordo nel giro di due settimane? Difficile da raggiungere, ammesso che Trump lo voglia davvero”. I negoziati con l’Iran sono tradizionalmente lenti e ‘time consuming’ e c’è anche il sospetto che il presidente voglia semplicemente guadagnare tempo per meglio preparare l’azione militare. Trump minimizza anche il ruolo dell’Europa: “L’Iran non vuiole parlare con l’Europa, vuole parlare con noi”. E dice di non avere modo di frenare Israele.

Se, in un’analisi, il New York Times sottolinea la tentazione ricorrente di Trump di “tenere il piede in due scarpe”, il Washington Post, in apertura, cerca, invece, di ricostruire la parabola di Trump, nel giro di 48 ore, dalla richiesta di “resa incondizionata” e dall’ordine ”evacuate Teheran” all’attuale “aspettiamo due settimane”. Per il giornale, il presidente “vuole vedere se gli iraniani rinsaviscono, ma, nel contempo, non vuole chiedere un cessate-il-fuoco per innescare il negoziato”.

Il Washington Post racconta la fuga dall’Iran di centinaia di americani e fa una mappa di quali e dove interessi americani gli iraniani potrebbero colpire se attaccati.

Per il Wall Street Journal, la pausa di due settimane di Trump è “una grande scommessa che la crisi possa evolvere in senso a lui favorevole”: il presidente – spiega il giornale – calcola che gli attacchi di Israele sulle infrastrutture iraniane e/o una resa di Teheran al tavolo dei negoziati “gli consentano di raggiungere il suo obiettivo”, cioè la fine dell’arricchimento dell’uranio da parte iraniana.

La Cnn fa un titolo di cronaca bellica, “Israele e Iran si scambiano nuovi attacchi”, con il conflitto ormai entrato nella seconda settimana. Analoga la scelta della Fox: “L’aviazione israeliana lancia una nuova ondata di attacchi contro l’Iran nel tentativo di impedire il lancio di missili dall’Iran contro Israele”.

Israele-Iran: la marcia indietro di Tulsi Gabbard

Democratica transfuga, convertita ‘trumpiana’, Tulsi Gabbard, direttrice della National Intelligence, fa marcia indietro dopo che Trump l’ha pubblicamente sconfessata sulla valutazione degli sforzi dell’Iran per ottenere un’arma nucleare.

“I media disonesti – scrive Gabbard su X – stanno intenzionalmente estrapolando la mia deposizione al Congresso dal contesto e diffondendo notizie false per alimentare le divisioni”: “L’America ha informazioni d’intelligence che l’Iran sta per potere produrre un’arma nucleare entro poche settimane o mesi, se decide di finalizzare l’assemblaggio. Il presidente è stato chiaro che ciò non può accadere, e io sono d’accordo”.

A marzo, al Congresso, Gabbard aveva riferitoi che la comunità dell’intelligence statunitense “continua a ritenere che l’Iran non stia costruendo un’arma nucleare e che la guida suprema Khamenei non abbia autorizzato il programma di armi nucleari che aveva sospeso nel 2003”.

Israele-Iran: la riunione di ieri a Ginevra e gli sviluppi bellici

Ieri, a Ginevra, i ministri degli Esteri di Gran Bretagna, Francia e Germania, con la responsabile della diplomazia europea Kaja Kallas, hanno incontrato il collega iraniano Abbas Araghchi che, però, avvisa gli Usa: “Nessun negoziato, fino a quando Israele ci attacca”. Il ministro britannico David Lammy, dopo la riuniione, ha avvertito che “questo è un momento pericoloso ed è estremamente importante che non si assista a un’escalation”.

Al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, l’Iran ha detto che Israele è “l’unico possessore, nella regione, di armi nucleari non dichiarate” e che “s’è rifiutato di accedere ai programmi di non proliferazione”. Israele ha replicato che l’Iran chiede da anni la distruzione dello Stato ebraico.

I due Paesi hanno continuato, anche la scorsa notte, a colpirsi vicendevolmente. Le vittime iraniane hanno superato le 650, scrive Le Monde, citando una Ong iraniana ostile al regime degli ayatollah.

 

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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