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Referendum 8/9 giugno: cittadinanza, cosa cambia se passa il sì

Scritto per lo Speciale Referendum de Il Settimanale il 31/05/2025

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Il Settimanale speciale Referendum – Tra le proposte di legge che gli elettori italiani sono chiamati a votare in occasione del referendum dell’8 e 9 giugno, una riguarda la cittadinanza. Il quesito propone di modificare l’articolo 9 della legge n.91/1992 riducendo da dieci a cinque gli anni di residenza legale richiesti agli stranieri extracomunitari per presentare la domanda.

L’articolo 22 della Costituzione italiana, all’interno della sezione “Diritti e doveri dei cittadini”, stabilisce che “nessuno può essere privato, per motivi politici, della capacità giuridica, della cittadinanza, del nome”. La cittadinanza italiana garantisce, fra l‘altro, il diritto di voto, l’accesso ai concorsi pubblici e la protezione diplomatica all’estero.

Referendum 8/9 giugno: cittadinanza, come si ottiene

Oggi vi sono diversi modi per ottenerla: tramite lo ius sanguinis (discendenza da almeno un
genitore italiano), per matrimonio con cittadino italiano, per beneficio di legge (chi nasce da
genitori stranieri in Italia può richiederla al compimento dei 18 anni), oppure dopo dieci anni di residenza legale continuativa sul territorio italiano. L’Italia riconosce, inoltre, la doppia cittadinanza, cioè non chiede la rinuncia a quella originaria; tuttavia il mantenimento di entrambe dipende anche dalla normativa del Paese di provenienza.

Per quanto riguarda i cittadini dell’Unione europea il periodo richiesto per ottenerla è oggi fissato a quattro anni, mentre nel caso di rifugiati, apolidi, coniugi di cittadini italiani e minori adottati l’acquisizione è più rapida. Infine, qualora un genitore straniero ottenga la cittadinanza, anche il figlio minorenne la acquisisce automaticamente.

In passato sono stati proposti numerosi tentativi di riforma, incentrati sullo ius soli (cittadinanza per nascita su territorio italiano) e sullo ius culturae (cittadinanza per chi ha completato un ciclo formativo in Italia). Tuttavia, nessun progetto è mai stato approvato.

L’attenzione sulla questione della cittadinanza si è ravvivata in occasione delle Olimpiadi di Parigi 2024, con i successi sportivi, fra gli altri,  delle pallavoliste italiane di origine straniera Paola Egonu e Myriam Sylla.

Il referendum del 2025 è stato promosso da +Europa, Radicali Italiani, Partito Socialista Italiano, Possibile e Rifondazione Comunista con la partecipazione di associazioni come Libera, ARCI e ActionAid, che insieme hanno raccolto 637.487 firme, ben oltre le 500.000 richieste.

L’obiettivo è ridurre da dieci a cinque gli anni di residenza legale necessari per poter avanzare la richiesta di cittadinanza italiana. In caso di approvazione, la cittadinanza ottenuta si trasmetterebbe automaticamente anche ai figli minorenni, allineando la normativa italiana a quella di paesi come Francia e Germania.

Si tratterebbe di un cambiamento rilevante per circa 1,4 milioni di cittadini di origine straniera che vivono stabilmente in Italia da almeno cinque anni. La cittadinanza italiana consentirebbe loro di votare, entrare nella pubblica amministrazione, partecipare a programmi di studio all’estero e rappresentare l’Italia nello sport. Tuttavia, l’ottenimento della cittadinanza non sarebbe automatico: restano necessari altri requisiti, come la conoscenza della lingua italiana, un reddito sufficiente e l’assenza di condanne penali.

Tra i favorevoli al “sì”, oltre ai promotori, figurano Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, +Europa e Movimento 5 Stelle (che tuttavia ha lasciato libertà di voto agli elettori in merito al quesito sulla cittadinanza); essi ritengono che questa riforma favorirebbe l’integrazione e il riconoscimento di diritti fondamentali.

D’altro canto Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si sono dichiarati contrari, esprimendo timori in merito alla sicurezza e alla gestione dei flussi migratori e promuovendo l’astensione in una strategia finalizzata a non fare raggiungere il quorum.

di Giulia Catalfamo, Lorenzo De Rubeis e Francesca Manzoni

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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