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Guerre, punto: Ucraina, MO, dazi, Kashmir, tutti i fronti in movimento

Scritto per The Watcher Post il 13/05/2025 https://www.thewatcherpost.it/news/ucraina-medio-oriente-kashmir-tutti-i-fronti-di-guerra-in-movimento/

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Guerre, punto – Si muovono, in un colpo solo, tutti i fronti di conflitto internazionale: l’Ucraina, con il Vertice, giovedì, a Istanbul, dove potrebbero esserci sia Zelensky che Putin – un grosso punto interrogativo – e forse persino Trump; il Medio Oriente, con la missione iniziata questa mattina del presidente Usa e la liberazione da parte di Hamas dell’ultimo ostaggio  israelo-americano ancora vivo detenuto nella Striscia di Gaza; la guerra dei dazi, con la riduzione delle tariffe sulla Cina da parte degli Usa “senza ottenere nulla in cambio” – scrive il NYT – o con un accordo al ribasso, come dice il WSJ.

E, infine, il Kashmir, con la tregua fra India e Pakistan. Cerchiamo di mettere ordine nei molti eventi, la cui sincronia qualcuno attribuisce all’elezione di Papa Leone XIV – il che pare francamente eccessivo -.

Guerre: verso vertice Istanbul, primo contatto diretto Ucraina-Russia in tre anni

Dopo che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accettato la proposta del presidente russo Vladimir Putin di un incontro in Turchia per negoziati diretti, il presidente Usa Donald Trump fa sapere dalla Casa Bianca: “L’incontro sarà molto importante e ne usciranno cose buone. Sto pensando di andare anche io in Turchia”, modificando i programmi di viaggio in Medio Oriente.

Parole accolte con favore dal leader ucraino, che ha deciso di essere a Istanbul, senza essere certo della presenza del leader russo: “Spero che ci sarà anche Putin … Sono pronto a negoziare direttamente con lui…”. Zelensky ha pure telefonato a Papa Leone XIV, invitandolo a Kiev.

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In treno verso Kiev: da sinistra, Keir Starmer, Emmanuel Macron e Friedrich Merz (Fonte: siti istituzionali)

Dopo la missione congiunta a Kiev dei leader britannico, francese e tedesco, il Cremlino, però, critica i Paesi Volenterosi che minacciano ulteriori sanzioni contro Mosca se non accetta una tregua di 30 giorni per creare uno spazio negoziale: “Ultimatum non accettabili”. Per Zelensky, invece, “è molto importante che tutti noi in Europa collaboriamo per garantire la sicurezza a lungo termine”.

Dopo che, il 9 maggio, i due campi avevano messo in risalto le loro alleanze – il presidente cinese Xi Jinping e molti altri leader alla Parata della Vittoria sulla Piazza Rossa; Macron, Starmer e Merz a Kiev -, il ping-pong diplomatico è stato molto intenso: la Russia respinge la richiesta di tregua europea, ma rilancia per negoziati diretti; e l’Ucraina, a sua volta, rilancia con la proposta di vertice Zelensky – Putin. Giovedì, forse, si giocherà a carte scoperte, con la mediazione, come già all’inizio del conflitto, della Turchia del presidente Racep Tayyip Erdogan.

Guerre: MO; la missione di Trump e la liberazione dell’ostaggio
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Manifestanti festeggiano l’avvenuta liberazione di Edan Alexander, militare israelo-statunitense ostaggio di Hamas (Ohad Zwigenberg / Associated Press)

Come era stato anticipato, Hamas ha ieri liberato Edan Alexander, un soldato israeliano di 21 anni, con anche la nazionalità statunitense. Alexander era l’ultimo ostaggio vivente, catturato il 7 ottobre 2023, con doppia nazionalità ancora detenuto nella Striscia di Gaza – ne restano una ventina in vita e quasi una quarantina nel frattempo deceduti -.

La liberazione, avvenuta nell’imminenza della missione in Arabia saudita e nel Golfo di Trump – una missione criticata negli Stati Uniti per i suoi contenuti affaristici e anche personali -, è stata negoziata direttamente tra Usa e Hamas ed è finalizzata, dal punto di vista palestinese, ad ottenere l’appoggio statunitense a intese per una tregua con Israele e per facilitare la fine della guerra.

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Manifestazioni di sostegno a Edan Alexander (Fonti varie)

Alexander, originario del New Jersey, è stato consegnato alla Croce Rossa e da questa trasferito in Israele: appare in buone condizioni, anche se la detenzione sarebbe stata particolarmente pesante.

Guerre: dazi; l’accordo con la Cina piace a Wall Street, meno ai media

L’accordo raggiunto a Ginevra fra Usa e Cina nella guerra dei dazi per una tregua di 90 giorni piace a Wall Street, che ha ieri avuto una giornata eccezionalmente positiva, con “grande sollievo”. Usa e Cina, per il momento, hanno deciso di ridurre i rispettivi super-dazi: gli Usa al 145% al 30% sull’import dalla Cina; la Cina dal 125% al 10% sull’import dagli Usa.

Di qui a inizio agosto, Washington e Pechino hanno modo di trattare alla ricerca di una pace stabile. Ma già la tregua alleggerisce le tensioni sui mercati mondiali: il Wall Street Journal segnala che l’import degli Usa dalla Cina, che s’era di fatto paralizzato, vive ore di boom. Trump, dal canto suo, sposta l’obiettivo dalla Cina sull’Europa: “L’Ue è più cattiva della Cina”, dice.

Guerre: Kashmir, la tregua tiene, polemiche tra India e Usa

Dopo giorni di scaramucce spesso cruente, gli accordi per il cessate-il-fuoco tra India e Pakistan reggono. La notte scorsa ha registrato una sostanziale tranquillità nel Jammu e Kashmir e nelle città lungo il confine tra i due Paesi. Alcuni aeroporti restano ancora chiusi, ma le scuole sono state riaperte in quasi tutti gli Stati indiani che confinano col Pakistan e anche a Srinagar, la capitale del Kashmir indiano.

Continua invece accesa la polemica sul ruolo degli Stati uniti nell’accordo per il cessate-il-fuoco. Il premier indiano Narendra Modi. ieri sera, nel primo discorso alla nazione dopo l’accordo di tregua, ha persino evitato di citare come mediatore il presidente Trump.

I media indiani citano fonti del governo che smentiscono quanto detto da Trump, che ha sostenuto di aver usato l’arma commerciale, minacciando in caso di mancata tregua di non fare accordi con i due Paesi. Secondo i media, il tema degli scambi commerciali non sarebbe stato toccato nei colloqui che hanno portato a un accordo con il Pakistan.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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