Il ‘dopo dazi‘ tiene banco sui media negli Stati Uniti e in tutto il Mondo: il Washington Post dà l’idea del quadro d’insieme con un titolo icastico, “Donald Trump inneggia alla ‘liberazione’ degli Stati Uniti. Il Mondo vede un’America sola”; e ci sono un po’ ovunque articoli che sono manuali d’istruzioni ai consumatori, quasi di sopravvivenza domestica, su come proteggersi dall’impennata dei prezzi che potrebbe cominciare, e che anzi secondo alcuni è già cominciata, dalle auto, dall’abbigliamento e dal caffé: “Gli americani porteranno il peso dei dazi, con i prezzi che cominceranno a salire quasi subito, su molti beni d’uso comune”.
L’andamento delle borse è in evidenza: per tutta la giornata, Wall Street procede in profondo rosso nonostante gli inviti della Casa Bianca a “fidarsi di Trump”, il dollaro va giù, l’oro, un bene rifugio, va su. Per Wall Street, ieri è stato il giorno peggiore dal 2020, cioè dal momento della pandemia. L’Ap dà le cifre: “I mercati finanziari in tutto il Mondo hanno annaspato dopo le decisioni sui dazi di Trump, la borsa americana è stata lka peggiore di tutte, con lo S&P 500 giù del 4.8%, il Nasdaq giù del 3% circa, il Down Jones dei titoli industriali giù dell’1,7%”.
In tutto, sono stati ‘bruciati’ 2,5 miliardi di dollari. Il New York Times sottolinea che Nasdaq e S&P 500 sono di nuovo finiti in quello che viene chiamato “correction territory”, cioè il 10% al di sotto del proprio massimo, “perché investitori, imprenditori e consumatori sono preoccupati dall’aumento dei costi e dei prezzi che deriverà dall’enorme quantità di nuovi dazi”.
Il WP va in scia: “I mercati Usa e globale vanno giù perché i dazi di Trump aumentano il rischio d’una guerra commerciale planetaria… E i mercati americani subiscono il contraccolpo peggiore…”. Il giornale rivela che, nel presentare i dazi, martedì pomeriggio, alla Casa Bianca, Trump s’è “volutamente allontanato” dalle tracce che i suoi collaboratori gli avevano preparato.
A proposito dei calcoli del presidente per giustificare le differenze nei dazi Paese per Paese, Politico parla di “una matematica da pazzi” e nota che “l’entità dei dazi ha colto di sorpresa gli investitori”, che non se li aspettavano così alti e così ampi. Mentre gli imprenditori cercano di trovare una parata all’impatto dei dazi, gli economisti temono “una radicale alterazione delle prospettive finanziarie”. oltre e
Ora, il mondo si prepara a rispondere. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dice: “Siamo nella tempesta. Chi colpisce uno di noi colpisce tutti… Pronti a rispondere…”. E il presidente francese Emmanuel Macron parla di “decisione americana brutale e infondata” e invita gli imprenditori francesi a sospendere gli investimenti negli Usa.
Ci sono riflessi anche sulla politica interna degli Stati Uniti. Paul Rand, senatore del Kentucky, repubblicano, ma ‘libertario’, avverte che la raffica di dazi potrebbe tradursi in una “decimazione” dei repubblicani al Congresso, mentre, sul fronte della politica estera, molti sottolineano che i dazi di Trump colpiscono molti Paesi alleati, fra cui Israele, ma risparmiano Russia e Corea del Nord.
Dazi: risvolti russo – ucraini
In merito, sotto il titolo “I russi stanno arrivando”, Stephen Collinson e Caitlin Hu, sulla Cnn, scrivono che “la Casa Bianca sta mostrando il vero volto sull’Ucraina. Impone dazi a 185 Paesi, mentre toglie silenziosamente le sanzioni a Kirill Dmitriev, uno dei più stretti consiglieri economico-finanziari del presidente russo Vladimir Putin, che può così arrivare a Washington e negoziare, in quella che è la prima visita di un funzionario russo dall’invasione dell’Ucraina”.
E mentre tratta affari con Mosca, Trump se la prende con il presidente ucraino Voldodymyr Zelensky che non accetta un accordo sullo sfruttamento delle risorse minerarie del suo Paese che nessun presidente ucraino potrebbe accettare tanto è squilibrato”: equivale a fare pagare i danni di guerra all’aggredito invece che all’aggressore e, per di più, a tassi da usura. (1)
Trump 2: raffica di licenziamenti nell’intelligence e nella sicurezza nazionale

Il presidente Trump ha licenziato almeno tre funzionari del Consiglio per la Sicurezza nazionale, dopo avere incontrato la cospirazionista di estrema destra Laura Loomer, che gli avrebbe consegnato una lista di persone dell’Amministrazione che non gli sarebbero leali o almeno abbastanza leali. Lo riferiscono diversi media Usa.
L’attenzione di Loomer si sarebbe concentrata soprattutto su funzionari che si occupano di politica estera e che hanno a che fare con la realizzazione dell’agenda MEGA e il numero dei ‘silurati’ potrebbe ancora salire.
Accanto a queste informazioni, non confermate ufficialmente, c’è la notizia del licenziamento del comandante della National Security Agency e del Cyber Command, generale Tim Haugh, le cause del cui allontanamento non sono però note.
(1) – The Dmitriev’s visit was not the only tell about Trump’s position this week. The president also laid into Zelensky, accusing him of sabotaging the latest draft of a long-delayed agreement that would give the US access to Ukraine’s rare earth minerals. This is a “deal” that no Ukrainian president could ever agree to. Its new iteration would give the US veto power over a new board that would decide how the assets are exploited. It also states that Ukraine would not benefit from any revenues until US recoups all its assistance to the war effort — a figure that Trump — vastly inflating the truth — says is north of $350 billion.
These draconian conditions show an attempt to plunder Ukraine’s resources and to force the war’s violated victim to pay a form of reparations to a third party — the United States.