Questo articolo è incentrato sulla recensione del libro di Emmanuel Todd ‘La sconfitta dell’Occidente’ pubblicato nel 2024 in traduzione italiana che ha avuto vasto eco nella stampa e nei media allineati (nella versione originale già 80 mila copie vendute in Francia) ed è attivamente promosso con conferenze e recensioni in Italia[1]. Il libro ha i pregi e i difetti di un tour de force in stile giornalistico, scritto velocemente e pubblicato nel giugno 2024 (senza riferimenti bibliografici o indice). Todd ha laurea in scienze politiche e un dottorato in storia a Cambridge, è inoltre studioso di demografia, antropologia e sociologia neo-weberiana, il suo lavoro si dedica allo studio delle strutture familiari.
La sua storia familiare è suggestiva: Todd è un francese il cui padre era giornalista, ha Paul Nizan come nonno materno, ha per nonno paterno un ebreo austriaco con una moglie inglese, figlia di un giornalista.
Nel capitolo sulla sua vita e il suo lavoro in Wikipedia si trovano le sue pubblicazioni con temi molto diversi[2], raramente allineate al consenso dominante: il suo ingresso clamoroso avviene nel 1976 quando a 25 anni, sulla base di statistiche demografiche come l’aumento della mortalità infantile, predice il declino dell’Unione Sovietica. Egli prevede un futuro declino degli Stati Uniti nel 2001 (nel suo saggio Dopo l’impero[3]), sulla base di statistiche demografiche ed economiche e sottolinea la fragilità dell’egemonia statunitense[4]. Quel che mi ha colpito all’inizio del libro (Introduzione e primo capitolo: la stabilità russa) è l’attacco sferrato con una testa d’ariete alla cittadella della fantastica[5] ma granitica costruzione mediatica del conflitto ucraino dai cui merli scende su di noi una pioggia di distorsioni, scomuniche, ricostruzioni storiche fallaci, inganni basati su falsità menzognere, a volte soppressione di notizie quando non è possibile distorcerne la rilevanza (noto un imbarazzato quasi silenzio a fine ottobre 2024 sulla riunione a Kazan dei BRICS a presidenza russa)[6].
Qualche esempio dal testo:
“La Russia è tornata a ricoprire un ruolo centrale nel mondo”,
“l’opera di macelleria compiuta a Gaza dallo stato d’Israele soprattutto con armi americane”,
“il [piano del] regime[7] di Kiev per sottomettere le popolazioni russe come segno distintivo di una guerra di aggressione promossa dall’Occidente”[8].
Todd descrive “l’impossibilità della pace” per quel che riguarda il conflitto ucraino[9], un tema che mi è caro ritenendo io di essere una pacifista realista[10]. L’impossibilità strategica (e psicologica) per l’Occidente di accettare un arretramento tattico in Ucraina (e anche in Medio Oriente) ci porta dritti a una sconfitta strategica[11], e forse a venire noi, in prima persona, coinvolti da una conflagrazione militare allargata. Sebbene la vita continui in Europa come se nulla fosse (con persone che vanno tranquillamente in vacanza in luoghi dai quali si possono vedere le fiamme della guerra, che quasi vengono messe nei dépliant turistici) entrambi gli scontri militari sono a breve distanza dalle nazioni europee, in particolare dall’Italia.
Prendere Odessa e tutta la costa del Mar Nero è diventato per i russi una necessità strategica “dopo gli sforzi compiuti di servizi segreti britannici”[12] per organizzare, con missili e droni, attacchi alla flotta russa e alla Crimea. La fornitura di mezzi di attacco più a lungo raggio agli ucraini costringe i russi a superare il Dniepr. Visto che l’Occidente viene considerato (non solo dai russi) come inaffidabile, solo una posizione di forza potrà assicurare ai russi che la Nato non riprenda investimenti politici e militare nella ridotta Ucraina che sopravviverà[13] ad una imminente avanzata russa.
Per parte loro gli anglosassoni stanno concretizzando quella che era una battuta “continuare la guerra fino all’ultimo ucraino” e continuano a parlare di accessione dell’Ucraina[14] alla Nato con la stessa fermezza con cui [in realtà] stanno bloccando la medesima. Il paese più vasto e teoricamente più ricco di risorse dell’Europa viene saccheggiato dal 1991 e ora messo in bancarotta.
L’Europa è bersaglio di questa aggressione occidentale alla Russia tanto quanto la Federazione russa, a mio parere, l’attacco economico e culturale alla Russia allo scopo di colonizzarla (nella modalità in cui l’impero britannico colonizzò l’India: un subcontinente non può essere tenuto sotto occupazione) ha una lunga storia in Europa, culminata nell’operazione Barbarossa della Germania, ma si è sempre ritorto contro l’Europa stessa.
Sempre a mia opinione, Putin dopo l’annessione della Crimea si è occupato più di economia, alleanze geostrategiche e giustificazioni storico-legali delle reazioni russe che di strategia militare, per circondarsi di alleanze economiche e geostrategiche nel sud globale.
Il contraccolpo economico e politico-culturale del conflitto ucraino sull’Europa è solo all’inizio ma pericolosissimo per il progetto europeo, già sfigurato dal ventennio neoliberista, un tempo progetto di coesistenza pacifica che a noi interessa salvaguardare, progetto che deve tener conto della vicinanza geografica di Russia ed Eurasia.
Tornando a Todd vi sono affermazioni dalle quali si può dissentire, direi che una vasta platea troverà nel testo molte affermazioni che approva (“finalmente qualcuno parla in chiaro!”) e molte con cui dissente.
A mio parere l’argomentazione di Todd secondo cui gli Stati Uniti siano stati trascinati in conflitti sanguinosi da alleati che essi stessi hanno contribuito a formare [Israele, Ucraina] mi pare infondata e difensiva dei neocon americani ed europei[15], che per realizzare il loro progetto di egemonia globale hanno scagliato queste nazioni[16] in guerre per procura con esiti caotici e molto distruttivi per le nazioni coinvolte[17].
La tesi centrale del libro è che un Occidente moralmente decaduto, politicamente autoreferenziale e deindustrializzato si sta distruggendo da solo, mettendo così a rischio l’equilibrio globale.
Todd vede la possibilità che i russi centrino i loro obiettivi, anche se questo non lo rende felice, e si preoccupa delle conseguenze per l’Occidente:
“ciò sarebbe la prova, per il mondo intero, dell’incapacità statunitense di sostenere i propri alleati e della loro inadeguatezza a produrre armi a sufficienza, come pure della loro incompetenza militare, visto che la controffensiva [ucraina] dell’estate 2023 era stata pianificata dal Pentagono. Credo che in questa occasione i militari americani si siano resi conto di cosa sia una guerra tradizionale di natura ‘non coloniale’, ovvero contro un avversario di natura paragonabile al loro”[18]
A mia opinione si tratta di una guerra la cui logica è coloniale: gli ucraini divenuti ‘truppe cammellate’ sono stati utilizzati come ‘istruttori’ sia per le milizie siriane contro Assad, sia per imboscate (anche ai russi della Wagner in Africa), in Sudan stanno dalla parte delle truppe regolari e in Mali contro l’esercito maliano[19]. L’avventura d’Israele è un progetto coloniale britannico[20] prima di essere adottato dai movimenti sionisti, poi rivoltatisi contro i britannici. Credo che Todd sottolinei che la Nato si trova di fronte un avversario militarmente paritario. Sullo stesso tema riporto le affermazioni rilasciate da Todd in data 7 ottobre 2024 a Daniele Labanti sull’edizione di Bologna del Corriere della Sera:
“Il fatto è che gli Stati Uniti [e i suoi alleati] non sono stati in grado di produrre [parte] dell’equipaggiamento militare di cui gli ucraini hanno bisogno, perché è un dato di fatto che il potere della loro industria è stato prosciugato dalla finanziarizzazione”[21].

L’Occidente collettivo e la sopravvivenza degli Stati Uniti
È opinione di Todd (non spiega perché) che:
“Nel 2008 gli Stati Uniti hanno rinunciato al controllo militare del mondo. Da allora, il loro obiettivo limitato ma vitale è stato quello di mantenere l’impero creato l’indomani della Seconda guerra mondiale: il controllo dell’Europa occidentale (allargatasi alle ex democrazie popolari), del Giappone, della Corea del Sud e di Taiwan”[22].
Secondo Todd ivi si concentrano le risorse industriali della produzione occidentale dopo la deindustrializzazione[23]. La sopravvivenza degli Stati Uniti dipende quindi dal controllo dei suoi vassalli. Il grande timore degli Stati Uniti è che si realizzi una riconciliazione tra Russia e Germania[24].
“La guerra deve quindi continuare non per salvare la ‘democrazia’ ucraina ma per mantenere il controllo sull’Europa occidentale e sull’Estremo Oriente”[25]
Il solo fatto di avere virgolettato qui sopra ‘democrazia’[26] sarebbe stato sufficiente in Italia per far spostare in Sardegna o licenziare qualsiasi giornalista ed esporre influenti opinionisti al pubblico ludibrio, come si spiega l’immunità di cui ha goduto Todd in Francia e qui? Come la contestazione ‘realista’ di John Mearsheimer, che nel 2015 aveva previsto l’intervento militare russo in Ucraina, la vivace contestazione di Todd si muove all’interno del perimetro liberale[27].
A mio parere questo entusiasmo per un libro creativamente e intelligentemente controcorrente si spiega anche con l’uso di dati statistici, demografici e con riferimenti molto interessanti a dati sanitari (aumento della mortalità infantile) come indicatori sociopolitici, in linea con la metodologia della ricerca sociologica e con la moderna mistica dei dati scientifici, specie se in grafici. Il libro sorprende con battute ironiche efficaci:
“un paese con un tasso di mortalità infantile inferiore a quello degli Stati Uniti non può essere più corrotto di questi ultimi”[28].
Particolarmente interessanti sono le cartine demografiche dell’Ucraina, definita
“una nazione senza Stato”[29]
e una illuminante mappa delle aree dei votanti alle elezioni del 2010 per Viktor Janukoviìyč, poi costretto alla fuga dopo gli eventi di Maidan[30].
In questo triste autunno del 2024, stretti fra indifendibili massacri in Medio Oriente per i quali l’ONU è impotente, e la necessità di spiegare un crollo dell’esercito ucraino e di tutta la linea del fronte che paiono imminenti, i mass media, che fanno giudiziosamente apparire qua e là informazioni più realistiche preparando i lettori a voltare pagina dopo le elezioni in America, hanno bisogno di qualche robusta spiegazione della sconfitta e di qualche colpevole (Joe Biden, Volodymyr Zelens’kyj). Pericolosamente, gli ucraini (non un popolo da prendere sottogamba) si orientano verso un discorso di “pugnalata alla schiena” dell’occidente che li ha sedotti e abbandonati; Germania e Polonia hanno ripristinato i controlli alle frontiere non a causa di migranti dal sud est ma in previsione di richiedenti asilo incavolati (e militarmente competenti) da nord est.
Per i media dello storytelling creativo degli ultimi tre anni, siamo al ‘si salvi chi può’ e Todd, un intellettuale versatile, affascinante con questo testo leggibile e sorprendente sarà utile per tenere la linea quel tanto che basta ad elaborare una nuova narrazione.
La Russia, una democrazia autoritaria con una certa dose di violenza
II libro si rivela centrato non sul conflitto ucraino ma sull’opera di una vita di Todd, un’ipotesi sociologico-antropologica che collega il tipo di famiglia sul territorio ad una evoluzione verso una democrazia liberale (qui corregge Todd: verso una oligarchia liberale) oppure verso una democrazia autoritaria con una certa dose di violenza, così nel libro viene descritta la Russia. Se il lettore ha, come me, una conoscenza superficiale della teoria antropologica della struttura familiare suggerisco l’articolo sulla Treccani online: Vittorio B. Brocchieri Famiglia e parentela, un commento al testo del 2014 a cura di Umberto Eco Storia della civiltà europea, dove troverà le definizioni di famiglia nucleare, famiglia di ceppo e famiglia comunitaria. Troverà anche le complessità in cui, per ragioni di spazio, il libro in esame non può addentrarsi. Mi sia concesso di non entrare in questo campo[31], quel che a me interessa di più è il discorso economico (incluso quello militare).
Partiamo dal fatto, evidenziato con ironia, che le agenzie di intelligence (che sembrano aver spesso sostituito il corpo diplomatico e i ministri degli esteri) hanno sbagliato tutto, chissà magari è colpa dell’intelligenza artificiale o della valanga di dati che devono prendere in considerazione.
Alcuni di questi errori sono stati plateali: dal 2007 il presidente Putin andava ripetendo che un’espansione inarrestabile della Nato era per il suo paese un pericolo non tollerabile, come del resto ammonivano da decenni i politologi ‘realisti’ americani e i pochi diplomatici sopravvissuti. Invece di lasciarsi cogliere di sorpresa da un attacco inevitabile, come Stalin nel 1941, con la giustificazione della guerra civile in Donbass i russi avrebbero attaccato (del resto l’operazione di annessione della Crimea nel 2014 era stata ammirata dai servizi occidentali di intelligence). Fatta oggetto di sanzioni la Russia ha avuto tutto il tempo per prepararsi alle più pesanti sanzioni che si attendevano, sia sul piano monetario sia per l’autonomia agricola.
Gli ucraini provvedevano nel frattempo a fortificare mezzo Donbass e la Nato addestrava e armava un esercito motivato, assai più numeroso di qualsiasi altro esercito europeo, tutti dal 2014 in poi si preparavano.
Todd afferma che Putin ha agito quando l’equilibrio tecnico militare (con i missili ipersonici) si è volto a suo favore[32]. Sia Putin che le élite russe sapevano di fare un azzardo e dimostrarono una certa trepidazione, che si è via via trasformata in sicurezza ritrovando, insieme al popolo, la fiducia in sé stessi che avevano perduto.
Il comportamento irrazionale dell’Occidente
Resta da spiegare il comportamento irrazionale dell’occidente: l’intelligence occidentale era evidentemente convinta che la Russia non avrebbe mai attaccato[33], così come Israele riteneva di aver messo a nanna Hamas e fermato Hezbollah.
Todd sottolinea come l’Ucraina sia stata una sorpresa:
“la feroce resistenza di una nazione in disfacimento ha sorpreso tutti”[34].
Todd cita un libro di David Teurtrie, Russie. Le retour de la puissance’[35], comparso nel 2021, che descrive una Russia moderna, autonoma nel settore informatico e in quello bancario, quale si è poi rivelata. La mia impressione è che la maggior sorpresa sia stata quella dei russi, quasi quella di un adolescente che scopre la propria forza. L’Europa, che pensava aver raggiunto una pace perpetua, è rimasta sbalordita. Io, che tre anni fa sapevo appena dove trovare l’Ucraina nella carta geografica, confermo che più s’invecchia più si comprende di non saper quasi niente, ma questa filosofia socratica non è applicabile ai servizi di intelligence.
Se non abbiamo visto qualcosa che si preparava sotto il nostro naso da otto anni, chissà quanto altro ci sfugge. Non facciamo attenzione all’altro, alla sua diversità, siamo rimasti con il 10 per cento della popolazione globale e facciamo i conti senza ‘il resto’.
È mancata una presa di coscienza della evoluzione di associazioni economiche come la Shanghai Cooperation Organization (SCO) e i BRICS, che si sono incontrati in ottobre in Russia organizzandosi per evitare le forche caudine del sistema di scambi finanziari basato sul dollaro, o la Nuova Banca per lo Sviluppo a Pechino (NDB), piccolo contraltare (per ora) della World Bank in Washington.
La grande, pessima sorpresa a casa nostra è stato il crollo di qualsiasi autonomia politica europea[36], seguito dalla crisi energetica ed economica che, con l’inflazione, durerà a lungo e porta con sé de- industrializzazione. Anche per me (che vi ho abitato a lungo) la reazione della Gran Bretagna che sin dall’inizio si è scagliata contro la Russia con la forza della sua centenaria russofobia è stata una sgradevole sorpresa; stranamente il Guardian, patria degli ‘champagne socialists’ si è adeguato con entusiasmo mentre una retroguardia tradizionalista come il Daily Telegraph ha opposto notabile resistenza.
La Gran Bretagna ha fatto da capofila a Polonia, Paesi Baltici e Scandinavi che marciano in fila per due al seguito di Washington. Todd, da buon francese, si scaglia contro l’Inghilterra nel capitolo 6, descrivendone la disintegrazione economica, sociale e religiosa [reale] in maniera, direi, esagerata. Macron, forte di una antica frequentazione culturale tra Francia e Russia, è stato emotivamente (e diplomaticamente) travolto dall’evento, facendo inutilmente la predica a Putin[37].
Germania e Italia sono state renitenti all’inizio, ma la loro grande tradizione pacifista di lotta contro i missili e le atomiche Nato sul loro suolo [nel secolo scorso] non è più nemmeno una pallida memoria.
Putin, sorpreso anche lui, ha ironizzato che se gli Stati Uniti chiedessero ai leader europei di impiccarsi, questi lo farebbero con preghiera di poter utilizzare le corde prodotte da loro, ma tale richiesta verrebbe respinta per proteggere gli interessi dell’industria tessile americana[38].
A mia opinione, questa passività suicida delle élite politiche europee può essere spiegata con pressioni e ricatti basati sulle informazioni in possesso della National Security Agency (NSA), impegnata a spiare le oligarchie del mondo come rivelato da Edward Snowden (poi rifugiatosi in Russia) nel 2013, in particolare spiare i propri alleati: europei, giapponesi, coreani e latinoamericani[39]. Le élite sanno che la NSA sa, tanto è sufficiente.
La sorpresa più grande per il Pentagono[40] è stata la capacità della struttura industriale russa di moltiplicare la produzione bellica, migliorare la produzione di droni e missili fino ad avere ampie scorte per le sue nuove leve ‘a contratto’ e ben pagate. Ha aumentato la produzione “di burro e cannoni”, innalzando il reddito di pensionati e lavoratori, accrescendo il suo PIL e migliorando il cambio del rublo mentre l’industria europea andava in recessione.
L’analisi della struttura sociale russa dimostra che il divario economico fra gli ultraricchi e le masse è persino maggiore di quello americano, favorendo la crescita di una borghesia medio alta. Il numero di ingegneri russi è superiore in assoluto e in percentuale (23,4 per cento a 7,2 per cento) al numero degli ingegneri americani (che quindi ne devono importare). Todd nota che), anche grazie alle sanzioni occidentali
“dal 2013 al 2020 le esportazioni alimentari russe si erano triplicate e le importazioni dimezzate”[41]
“L’embargo ha consentito di ristabilire una politica fortemente protezionistica”
e ha ulteriormente indebolito il potere contrattuale degli oligarchi russi nei confronti del Cremlino. Il fatto che vi sia stata una sottovalutazione massiccia delle capacità dell’industria militare russa ed una grande sopravvalutazione di quelle delle industrie militari occidentali è un abbaglio ingiustificabile e gravido di conseguenze per l’attuale e i futuri conflitti. Il Pentagono ritiene che, lungi dall’aver indebolito l’esercito russo, ci troveremo di fronte un esercito più forte e agguerrito, che per attaccare le grandi città ucraine avrebbe bisogno di almeno mezzo milione di soldati in più. Si presentano tuttavia circa 30 mila volontari russi al mese alle agenzie di reclutamento e i numeri sono aumentati dopo l’invasione ucraina di Kursk.
Il PIL si dimostra misura ingannevole della forza economica di un paese e, dice Todd, il PIL statunitense è gonfiato dalla voce ‘servizi’.
In Russia vige un’economia di mercato, libertà di movimento e una notabile assenza di antisemitismo[42], la banca centrale le risorse energetiche e il complesso militare industriale sono sotto il controllo statale. Conclude Todd:
“a mettere a rischio gli equilibri geopolitici del pianeta non è la Russia ma una crisi terminale degli Stati Uniti e le conseguenze impreviste della deindustrializzazione di gran parte dei paesi occidentali”[43].
La sconfitta cui il titolo si riferisce è quindi tutta interna alla società occidentale.
Disintegrazione della religione e negazione dei valori tradizionali.
Unitamente alla struttura famigliare (ad esempio si sostiene che il comunismo russo correla con la distruzione della famiglia comunitaria russa) la distruzione della religione (sulla scia di Max Weber) e in particolare di quella protestante
“che aveva prodotto buoni lavoratori per l’industria e una diffusa alfabetizzazione”
si trova al centro dell’analisi di Todd.
Tale distruzione porta al nichilismo. La definizione di nichilismo (termine usato a mio parere nel testo troppo liberamente) è: dottrine che negano completamente i valori e i significati elaborati dai diversi sistemi religiosi, morali e filosofici.
Esito a discutere le affermazioni di un sociologo di fama internazionale, tuttavia ho qualche cognizione di sociologia e della vita ecclesiale sia cattolica sia protestante, una lunga pratica clinica psichiatrica in un paese nominalmente protestante e una passione giovanile per Il filosofo Nietzsche, considerato il fondatore del nichilismo. Ritengo che la morte delle religioni cristiane sia stata, come avrebbe detto Mark Twain, un tantino esagerata. La chiesa ortodossa è sorprendentemente sopravvissuta al regime sovietico per diverse generazioni e l’ebraismo, che pareva quasi spento, è sfortunatamente rifiorito in versione radicalmente ortodossa (Haredin). I parametri usati da Todd sono parametri statistici relativi alla pratica dei sacramenti.
Osservazioni personali conclusive

A mio parere la sorprendente stupidità e probabile corruzione manifestata dalle classi dirigenti europee è più collegata al declino dell’istruzione superiore e della passione politica che non alle pratiche religiose. Categorie morali (sia pure con diversi contenuti) sono innate, spesso indipendenti da convinzioni religiose e legate al gruppo sociale di riferimento.
La sociologia è stata definita come la risposta della borghesia al marxismo, io ritengo che questo libro, frutto di una cultura enciclopedica, non esamini il problema rilevato (che è urgente) con parametri politici[44].
Il concetto di sconfitta dell’Occidente (o suicidio d’Israele) può consolare ma lo ho visto in auge un paio di volte (fine anni Sessanta e negli anni Ottanta) nel corso della mia lunga vita e non si è ancora verificato.
L’avventura dei BRICS (con qualche spintarella da Washington) può facilmente naufragare nel conflitto di interessi. Il potere finanziario e militare degli Stati Uniti è tuttora ben saldo, la Russia si muove con abilità, prudenza e fortuna ma il vento può cambiare.
Il testo di Emmanuel Todd fa riferimento alla decomposizione della politica, mettendola in relazione alla disgregazione della società, però non spiega quale sia fra questi due il processo primario o causale.
Todd identifica la causa della sconfitta, tutta interna all’Occidente nel fatto che
“Sono scomparse le ultime tracce dell’impianto sociale e morale di ordine religioso… l’assenza di credenze, norme e abitudini di carattere o origine religiosa, lascia però l’angoscia di essere uomo, mortale, e che non sa cosa fa sulla terra. La reazione più banale a questo vuoto è la divinizzazione del vuoto: il nichilismo che porta all’impulso di distruggere le cose, le persone e la realtà”[45].
Ho imparato molte cose da questo saggio, che avrei desiderato più ordinato (ma ne comprendo la fretta) e meno categorico o francamente provocatorio (ma mi sono divertita).
Bologna 22 ottobre 2024
[1] Emmanuel Todd, La défaite de l’Occident, Paris, Gallimard, 2024, 371 p. Traduzione italiana di Michele Zurlo e Alessandro Chiappa: La sconfitta dell’Occidente, Roma, Fazi, 2024, 360 p.:
[2] Todd si è occupato anche di emancipazione femminile,
[3]Emmanuel Todd, Après l’empire. Essai sur la décomposition du système américain, Paris, Gallimard, 2002, 240 p. Traduzione italiana di Gaia Amaducci, Dopo l’Impero. La dissoluzione del sistema americano, Milano, Marco Tropea, 2003, 191 p.
[4] Per qualche motivo tale libro non diventa così popolare come quello sull’Unione Sovietica.
[5] Altri la definiscono delirante, ma in psichiatria chi delira è abbastanza convinto di quel che sostiene.
[6] La contraddizione fra il mondo disegnato su canali mediatici alternativi, siano essi militari, liberali, russi, socialisti o genericamente alternativi (ad esempio con riferimenti ‘no vax’) e quello proposto dal consenso mediatico occidentale è tale da generare (a volte anche in me) una situazione di ‘double bind’ (doppio legame). Si veda lo sviluppo dato da Bateson a questo concetto psichiatrico che si pone come etiologico della schizofrenia in wikipedia: doppio legame (psicologia).
[7] Si noti ‘il regime’.
[8] Emmanuel Todd, La sconfitta dell’Occidente, op. cit, alla nota 1, passim, pp 12-13.
[9] Ibidem, p. 14
[10] Si possono fare riflessioni analoghe sull’impossibilità della pace in Medio Oriente.
[11] Segnalo un articolo quasi profetico di Yves Smith, economista che spesso dimostra profonda intuizione sulla posta in gioco in Ucraina: “The Tricky Question for Russia on How Far to Go”, Naked Capitalism, 9 giugno 2022. Cfr. https://www.nakedcapitalism.com/2022/06/the-tricky-question-for-russia-of-how-far-to-go.html.
[12] Emmanuel Todd La sconfitta dell’Occidente, op. cit. alla nota 1, p. 15.
[13] Ipotesi alternativa (Medvedev): l’Ucraina potrebbe non sopravvivere come paese.
[14] La Georgia si sta intanto defilando dalla strada Ucraina, intrapresa quando, 15 anni fa, il mar Nero sembrava diventare un lago Nato. Il Baltico ora lago Nato è un premio di consolazione, obiettivo più ricco sarebbe l’artico.
[15] Sostenuti economicamente dal complesso militare industriale.
[16] In tempi non lontani scagliarono l’Iraq di Saddam Hussein contro l’Iran (sostenuto da forniture militari israeliane!), in una guerra di trincea che fece un milione di morti in totale.
[17] Emmanuel Todd La sconfitta dell’Occidente, op. cit. alla nota 1, p. 17.
[18] Ibidem, p. 17.
[19] Come, guarda caso, gli Stati Uniti d’America.
[20] Kamel,
[21] Daniele Labanti, “L’antropologo Emmanuel Todd e il suo libro controverso: «Non sono filorusso, ma se l’Ucraina perde la guerra a vincere è l’Europa»”, Corriere di Bologna, 7 ottobre 2024.
[22] Ritengo che quest’ultima, prima della rivoluzione dei chip degli anni Ottanta, fosse di scarso interesse per gli Stati Uniti d’America.
[23] A mia opinione tale deindustrializzazione riguarda anche la Francia e la Gran Bretagna.
[24] Ricordo per parte mia che per secoli Russia e Germania hanno avuto profondi legami culturali, scientifici e militari, oltre che dinastici.
[25] Emmanuel Todd La sconfitta dell’Occidente, op. cit. alla nota 1, p. 18.
[26] Ritengo ovvio che l’Ucraina dal 2020 non sia più una democrazia, se mai lo è stata, e che vi siano incoraggiati seri abusi ai diritti civili delle minoranze etniche, recentemente gravi violenze contro la libertà religiosa, attentati all’indipendenza dell’apparato giudiziario, gravissima corruzione del sistema bancario in mano agli oligarchi, libertà di stampa, opinione ed espressione politica erano negate già prima della guerra.
[27] Per una critica alle tesi di questo libro da una posizione marxista-gramsciano suggerisco il testo, molto ricco ma di non facile lettura, di Carlo Formenti, “Perché l’occidente perde. Il realismo geopolitico di Emmanuel Todd”, Sinistrainrete, 17 ottobre 2024. Cfr. https://www.sinistrainrete.info/geopolitica/29068-corlo-formenti-perche-l-occidente-perde.htlm. Di Carlo Formenti si veda inoltre – a commento del fascicolo 3/24 della rivista Limes Mal d’America – “La guerra infinita dell’occidente al tramonto” Sinistrainrete, 25 maggio 2024.
[28] Emmanuel Todd La sconfitta dell’Occidente, op. cit. alla nota 1, p. 55.
[29] Ibidem, p. 95.
[30] Ibidem p. 100.
[31] Non concordo con lo slogan che il mondo sia diviso in democrazie e autocrazie, né penso che si possano definire entrambe in maniera accettabile o utile.
[32] Emmanuel Todd La sconfitta dell’Occidente, op. cit. alla nota 1, p. 31.
[33] Ibidem, p. 39.
[34] Ibidem, p. 33.
[35] David Teurtrie, Russie. Le retour de la puissance, Paris, Armand Colin, 2021, 221 p. Ma non lo hanno tradotto in inglese…
[36] Emmanuel Todd La sconfitta dell’Occidente, op. cit. alla nota 1, p. 34.
[37] Questo ha ispirato un neologismo russo: macronit: parlare ininterrottamente e invano, che ha un corrispettivo ucraino, ibidem p.171.
[38] Ibidem, p. 195. Todd trae la citazione da un dispaccio rilasciato dall’agenzia Tass a metà luglio 2023.
[39] Ibidem, p. 193.
[40] Sorpresa che alcuni canali YouTube alternativi, Scott Ritter e The New Atlas di Brian Berletic, avevano peraltro segnalato sin dal 2022.
[41] Emmanuel Todd La sconfitta dell’Occidente, op. cit. alla nota 1, p. 57.
[42] Ibidem, p. 63.
[43] Ibidem, p. 35.
[44] Carlo Formenti, “Perché l’occidente perde. Il realismo geopolitico di Emmanuel Todd”, loc. cit. alla nota 27.
[45] Daniele Labanti, “L’antropologo Emmanuel Todd e il suo libro controverso: «Non sono filorusso, ma se l’Ucraina perde la guerra a vincere è l’Europa»”, loc. cit. alla nota 21.