“La guerra è il fallimento della politica … e ci fa toccare con mano l’assurdità della corsa agli armamenti e del loro uso per la risoluzione dei conflitti”: le parole di Papa Francesco fanno breccia nel gruppo di profughi arrivati in Europa con i corridoi umanitari – molti vengono dall’Ucraina – che le ascoltano, ma non scalfiscono i muri contrapposti a Mosca e a Kiev.
Agli ucraini presenti, Francesco dice: “Il Papa non rinuncia a cercare la pace, a sperare nella pace e a pregare per la pace. Lo faccio per il vostro Paese martoriato e per gli altri che sono colpiti dalla guerra”. Francesco fa pure l’elogio dell’accoglienza: “Ogni storia d’accoglienza è un impegno concreto per la pace”.
Gli echi che vengono da Kiev e da Mosca non sono incoraggianti. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in video-conferenza con il consigliere Usa per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, il segretario alla Difesa Lloyd Austin e il capo di Stato Maggiore interforze, generale Mark Milley, chiede più armi e più munizioni. E manda messaggi alla sua gente, dà per imminente la liberazione dei territori occupati: “Continuiamo a lottare. La liberazione di tutti i nostri territori sta andando avanti”.
Le cronache sul terreno non convalidano l’affermazione. La scorsa notte, ci sono state diverse ondate di attacchi russi: le forze ucraine avrebbero intercettato 11 droni kamikaze su 16. Fra le località colpite, c’è Zaporizhzhia, raggiunta da missili S-300. Esplosioni di cui s’ignora la natura e l’esito sono state udite a Sebastopoli, in Crimea.
La Russia, dal canto suo, si dice aperta a proposte “serie” per risolvere la crisi ucraina, ma respinge gli “ultimatum”. La portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova chiosa dichiarazioni del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba sulla “formula di pace” proposta da Zelensky: “Un altro tentativo di fuorviare la comunità internazionale e lo stesso popolo ucraino”.
Gli Stati Uniti confermano che munizioni cinesi sono state utilizzate in Ucraina e pensano che siano state sparate dalle forze russe, ma non è ancora chiaro se esse siano state fornite dalla Cina o siano arrivate in Russia per vie traverse. La presa di posizione molto cauta del Dipartimento di Stato è connessa all’arrivo a Mosca domani del residente cinese Xi Jinping.
L’intelligence britannica sostiene che la Russia ricorrerà a una nuova leva, spostando l’età dell’arruolamento a trent’anni. Fonti ucraine parlano di esercitazioni condotte nel Lugansk per ‘coprire’ una nuova mobilitazione. Il capo dei mercenari del Wagner Ievgheni Prigozhin annuncia entro metà maggio 30 mila nuove reclute, “migliori dei detenuti che abbiamo già arruolato”.
Nei giorni scorsi Prigozhin aveva fatto sapere che centri di reclutamento Wagner sono stati aperti in 42 città russe, dove sono arruolate tra le 500 e le 800 persone al giorno. I Wagner hanno subito di recente pesanti perdite, specie nei combattimenti per prendere Bakhmut
A gennaio, gli Usa valutavano che Wagner aveva circa 50.000 combattenti in Ucraina, inclusi 40.000 detenuti che Prigozhin aveva reclutato dalle carceri russe con la promessa della grazia se fossero sopravvissuti sei mesi. Fonti ucraine sostengono che circa 30.000 mercenari hanno disertato o sono stati uccisi o feriti.
Il premier ucraino Denys Shmyhal opererà un rimpasto di governo la prossima settimana: dovrebbero dare le dimissioni il ministro delle Industrie strategiche Pavel Ryabikin e quello dell’istruzione e della Scienza Serhiy Shkarlet. Alle industrie strategiche potrebbe andare Oleksandr Kamyshin, già presidente delle ferrovie Ukrzaliznytsia, un eroe della resistenza che coi suoi treni è riuscito a portare lontano dalla guerra due milioni e mezzo di cittadini.
A Bruxelles, oggi i rappresentanti dei 27 dell’Ue cercano di perfezionare l’intesa per l’invio di munizioni all’Ucraina, che potrebbe essere suggellata domani dai Ministri degli Esteri. L’accordo, già delineato dai ministri della Difesa a Stoccolma, non è lontano, ma restano da limarne dettagli sull’irrobustimento dell’industria della difesa europea.